FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 8, luglio-agosto 2015

In viaggio tra gusto e cultura, Itinerari italiani

La valle del Savuto: meta ideale per rivivere i valori semplici e genuini di un tempo
Natura, antichi borghi, santuari ed altro ancora … per una vacanza all’insegna della serenità

Dal 2009 il Gruppo di Azione Locale Savuto promuove lo sviluppo dell’area sud Cosentina presentando le risorse naturali, la cultura, gli operatori e gli itinerari della area collinare e montana, che comprende i comuni di Altilia, Aprigliano, Belsito, Bianchi, Carolei, Carpanzano, Colosimi, Dipignano, Figliene Vegliaturo, Grimaldi, Malito, Mangone, Marzi, Panettieri, Parenti, Paterno Calabro, Pedivigliano, Rogliano, Santo Stefano di Rogliano, Scigliano. Il territorio è incastonato a nord tra le propaggini della città di Cosenza e a sud con l’ultimo lembo della provincia di Catanzaro, mentre ad est si sviluppa verso i primi monti della Sila Grande e Piccola e ad ovest con gli altipiano del Lago e Aiello Calabro. L’elemento simbolo dell’intera vallata è l’acqua: ben 11 di tali comuni sono attraversati dal fiume Savuto, mentre gli altri sono bagnati dai suoi vari affluenti più o meno grandi.

La valle è molto bella, ricca di eccellenze enogastronomiche, di bellezze naturali, paesaggistiche, culturali, religiose, artistiche, storiche (era terra di briganti). E’ comoda da raggiungere sia dal mar tirreno che dal mare ionio. E’ a poco più di mezzora dall’aeroporto di Lamezia.

La valle in cui scorre il fiume Savuto - spiega Lucia Nicoletti, Presidente del Gruppo Azione Locale (GAL) Savuto - è una delle zone più belle della Calabria interna e si presta magnificamente per escursioni e per soggiorni di vacanza.

Il Savuto, unico fiume tirrenico ad avere i propri natali in Sila, nasce in località Spineto, nel comune di Aprigliano, dove la sorgente emerge a 1360 metri di altezza e si getta nel Mar Tirreno, nel Golfo di Sant'Eufemia, nei pressi di Nocera Terinese, dopo un corso di 48 km. Nel tratto più a monte del suo corso, il Savuto è attraversato da una serie di ponti, ciascuno dei quali è dotato di una propria rilevanza storica: Ponte dell'Ischia Romana (XVI sec.); Ponte di Tavolaria (XVI sec.), 200 metri più a valle del luogo in cui il torrente Cannavina affluisce nel Savuto con una spettacolare cascata dell'altezza di circa 15 metri; Ponte delle Fratte (XVI sec.), rifacimento di una struttura preesistente che unisce Marzi a Carpanzano; Ponte Nuovo (XIX sec.), rifacimento di epoca Murattiana di una struttura preesistente; Ponte di Sant'Angelo (II secolo a.C.), detto anche Ponte di Annibale.

Secondo una leggenda sul ponte sarebbe passato Annibale, il celebre condottiero cartaginese, insieme ai suoi elefanti durante la discesa della penisola al tempo della seconda guerra punica per nascondere un suo bottino di guerra sul vicino monte Cigno. Al di là della leggenda, se siete in zona non trascurate una visita al ponte, che, tuttora, è un importante esempio dell’alta ingegneria romana: è stato costruito usando materiali a secco e pezzi di tufo, prelevato da una vicina cava, che, nei secoli, hanno sfruttato il potere collante del calcare disciolto ed hanno formato un unico grande blocco.

Organizzando un soggiorno nella valle, oltre al ponte di Annibale a Scigliano, che ha anche una attrezzata area picnic, si possono visitare vari luoghi di interesse artistico, archeologico, naturalistico, urbanistico, religioso e paesaggistico.

In particolare suggeriamo il Monastero di San Francesco di Paola a Paterno, la chiesa di Santa Liberata a S. Stefano di Rogliano, il Museo di Arte Sacra di Rogliano.

Il comune più importante della valle del Savuto è Rogliano, denominato anche borgo delle 12 chiese, fra cui di notevole bellezza è il Duomo dedicato a San Pietro. Di notevole interesse vi sono anche Palazzo Morelli, ubicato al termine del Corso Umberto, che accolse fra le sue mura, fra gli altri, Ferdinando II di Borbone, Giuseppe Garibaldi e Luigi Fera, più volte ministro nei primi anni del '900; Palazzo Ricciulli, che, come testimonia una targa marmorea, accolse Carlo V; e Palazzo Cardamone, nel rione Spani. Il ritrovo dei roglianesi è la Piazza di San Domenico, sulla quale si affacciano l'omonima settecentesca chiesa, il palazzo comunale, già convento dei Domenicani, e la villa comunale.

A Paterno, invece, c’è il Santuario di S. Francesco di Paola, di notevole valore artistico ed architettonico e di grande interesse storico. La sua costruzione risale al XV sec. Ha un portale in stile gotico, conserva le reliquie del Santo ed anche dipinti di pregevole fattura e di enorme valore storico e artistico. Si racconta che, nel momento in cui si doveva collocare un pesante architrave sul portale, gli operai si rifiutarono di dare una mano dicendosi stanchi dall’enorme fatica della giornata. Frate Francesco, allora, lo prese con una mano e lo mise a posto: l’architrave, attualmente in tre pezzi per due spacchi, è ancora lì e si regge miracolosamente.

La chiesa è a due navate. Le pale degli altari, tranne il quadro del B. Tommaso, risalgono al Settecento. Tra le reliquie del Santo. conservate in una apposita nicchia, ci sono un Ossicino di S. Francesco, un Cappuccio, una funicella, calzari in stoffa di S. Francesco, due suoi Codici Liturgici, una Pentola metallica servita per la cucina del Convento e strumento di molti miracoli (anche recenti), e una delle pietre sulle quali il Santo partendo per la Francia, lasciò impresse le orme dei piedi. In un corridoio del chiostro ci sono 31 lunette con affreschi del seicento raffiguranti alcuni tra i più grandi prodigi operati dal Santo a Paterno, mentre dall’altro lato vi sono affrescati busti di religiosi dell’ordine dei Minimi vissuti prima della metà del seicento. Sulla parete di fondo del refettorio, una grande sala tramezzata da due file di colonne corinzie ottagonal c’è un affresco raffigurante “l’Ultima Cena” risalente al Cinquecento e in buone condizioni di conservazione. Di notevole interesse anche i luoghi che videro S. Francesco protagonista di eventi straordinari e umile servo della gente di Paterno: la fornace, la grotta, l’oratorio, le edicole dei miracoli.

A S. Stefano di Rogliano merita una visita la chiesa di Santa Liberata, posta sulla sommità del Monte Tirone, dove la tradizione popolare vuole sia stata rinvenuta una reliquia della Santa (osso del braccio sinistro), protettrice delle partorienti. La facciata principale presenta caratteristiche neoclassiche ed è sostanzialmente intatta nelle sue forme originali, nonostante che, a seguito a numerosi eventi sismici, l’intero edificio abbia subito modifiche e rifacimenti. La facciata principale è in pietra tufacea ed è imponente e maestosa, ma viene alleggerita con vetri colorati. Le torri sono unite al corpo centrale fino ad altezza del primo cornicione. L’interno dell’edificio è stato oggetto di molti interventi alcuni mirati all’ampliamento del santuario ed altri miranti al restauro e alla conservazione dell’immobile, come quella degli anni 50. La pianta dell’edificio è di tipo basilicale con una navata centrale e due navate laterali. Le navate sono divise da pilastri su cui risaltano lesene verticali sormontate da decoratici capitelli corinzi, che sono legali da una teoria di archi a tutto sesto. Il soffitto presenta una forma a botte decorato da 4 affreschi; in alto sulle pareti della stessa navata, sei grandi finestre, 3 per parete, permettono alla luce di penetrare all’interno, mentre volte a crociera coprono le navate laterali.

La valle del Savuto, costituito in prevalenza da montagne che si innalzano sino a circa 2000 metri, propone sapori irresistibili: la dolce castagna, che viene preparata in vari modi (al forno, al mosto cotto, al miele di castagno, al cioccolato, al bergamotto). i fichi secchi e freschi, il miele, il fungo porcino, l’olio extravergine d’oliva, i salumi (la soppressata, la salciccia, la pancetta, il capocollo e il guanciale) tutti DOP. Oltre al pane casereccio, non si possono non gustare le verdure sott’olio, la pasta fatta in casa, le carni insaccate del suino nero di Calabria (sazizza, prisuttu e supressate), i formaggi (ricotte, pecorini, caciocavallo podolico), l‘nduja. Nel territorio anche ottimi vini locali: è stato reintrodotto il vino Savuto, vino rosso di montagna, famoso fin dal tempo dell'antica Roma e riconosciuto DOC nel 1975: due le aziende vinicole in zona, le Antiche Vigne e Colacino (Savuto doc, Calabria igt). Molti anche i dolci locali (cuddureddi, turdilli, mustazzuali, chinulille, scalille, brucconotti).

Per la visita del territorio il Gal Savuto ha predisposto tre possibili itinerari di 3, 5 o 7 giorni:

LINEA 1, Piccolo mondo antico (enogastronomia e borghi rurali) - LINEA 2, Salute e Sapori (natura ed enogastronomia) - LINEA 3, Santi e Briganti (arte ed enogastronomia).Gli itinerari sono misti per “gruppi aperti” e vengono venduti tramite il sito del Gal e le agenzie di viaggi.

Suggerimenti per dormire - Hotel Palace Savuto - Località Cumbera, 87030 Malito (Cs), Tel. 0984.968334 - Cell. 339.6233793 - info@hotelpalacesavuto.it - www.hotelpalacesavuto.it; L’agrifoglio A Scigliano; I Due Fuochi sul Lago Arvo.

Consigli per pranzare: L’eccellente gastronomia tipica della zona può essere apprezzata sia al ristorante Alessandro Magno di Paterno (www.ristorantealessandromagno.com/) che all’agriturismo I Due Fuochi di Aprigliano (Ctr. Ceci, Snc, 87051 Aprigliano CS).

Consigli per gli acquisti: Azienda Vitivinicola “Antiche Vigne” di Gianfranco Pironti in località Rogliano; Cantina C.da Vallelonga, Marzi (Savuto Superiore DOP, rosso - Savuto Classico DOP, rosso - Iuvenis DOP Terre di Cosenza Rosso - Gida DOP, rosato - Terra I Ginestre DOP, bianco); Panificio Pascuzzo di Parenti per pane, biscotti e dolci (www.pascuzzo.com); l’olio di Scalzo Giuseppe (www.scalzo.it); Azienda agricola Maletta Pietro (www.prodottitipicicalabrese.it).

Info, guida del territorio: G.A.L. Savuto - S. Stefano di Rogliano - www.galsavuto.it - gal.savuto@libero.it

Giovanni Scotti