Il film franco-svizzero, vincitore dell’Orso d’argento all’ultimo Festival di Berlino, ci propone una storia drammatica recitata da un ristretto ma pregevole cast di attori in una location altrettanto ristretta.

E’ la storia di due fratelli, Simon e Louise, senza genitori, che abitano in un casermone che si trova in un grigio quartiere industriale collocato, però, ai piedi di un’esclusiva stazione sciistica delle Alpi, e vivono alla giornata.

Simon (Kacey Mottet Klein) è un bambino di dodici anni, che si mantiene derubando paia di sci, occhiali, guanti, caschi e giacche a vento agli abbienti turisti della stazione sciistica, che non fanno alcuna denuncia, e contando sul fatto che c’è sempre qualcuno disposto a comprare la sua refurtiva, senza chiedersi da dove provenga. Simon può così acquistare cibo e sostentamento vario per sé e per la sorella.

Louise (Léa Seydoux), la bellissima ed inconcludente sorella maggiore, vive facendo diversi lavoretti a termine e dividendosi fra tanti amanti.

Nel film compare anche Gillian Anderson nel ruolo di una madre e turista di stagione.

Ursula Meier si è ispirata ad un suo ricordo d’infanzia: la presenza di un giovanissimo ladro in una località ai piedi del Massiccio del Giura in Svizzera, dov’è la regista è cresciuta.

Il film merita di esser visto non solo per la storia di esclusione e di dolore che racconta, ma anche per la bravura dei due protagonisti