Il dossier Io mi prendo cura. Caregiver informali in Italia che il Gruppo di Ricerca Geriatrica di Brescia, coordinato dal prof. Marco Trabucchi ha realizzato, con il contributo di TENA, affronta il problema del cosiddetto welfare invisibile, l’assistenza informale, il evidenziandone le possibili soluzioni e risposte.
Nel nostro Paese, il welfare invisibile coinvolge centinaia di migliaia di persone, siano essi familiari, badanti o operatori di istituzioni no profit o di cooperative sociali. E si traduce in un impegno totale di milioni di ore dedicate all’assistenza degli anziani e delle persone non autosufficienti di tutte le età.
Per assistere l’anziano, autosufficiente o no, è quindi sempre più necessario rivolgersi all’esterno della famiglia. Il medico di famiglia, che conosce i bisogni dell’anziano o del malato, è colui che, per primo, consiglia le soluzioni più idonee nell’ambito dell’offerta, molto diversificata, dei servizi a sostegno della non autosufficienza: assistenza domiciliare, residenziale, centri diurni, pasti a domicilio, assistenza infermieristica, sistemi di allarme e soccorso pubblici e privati, associati ad un grande sviluppo dell’assistenza privata che coinvolge soprattutto personale immigrato (badanti), sostenendone la spesa.
La prima risposta, di norma, è il lavoro privato di assistenza da parte degli immigrati, che permette di affrontare esigenze assistenziali di lungo periodo. E’ indispensabile, però, trovare persone che abbiano assolto adeguati percorsi formativi in grado di garantirne un livello di competenza di base ed anche un percorso di crescita professionale.
Quasi sempre i caregiver informali, sia che si tratti di familiare che delle cosiddette “badanti”, arrivano all’attività di cura del tutto impreparati e privi delle conoscenze necessarie a prestare un’assistenza adeguata ai bisogni dell’anziano - spiega la Dr.ssa Loredana Ligabue, Direttore della Cop. Soc.Anziani e Non Solo - Ciò espone a forti rischi derivanti da impreparazione, non consapevolezza del ruolo, burn out. Sovente l’impegno connesso all’attività di cura impedisce la frequenza a corsi organizzati con precise scadenze temporali. Per fare fronte a tali problematiche, e facilitare l’accesso alla formazione, Anziani e Non solo ha messo a punto un sistema formativo accessibile anche on line, che ha consentito a quasi duemila badanti di formarsi come assistenti familiari e a oltre 150 familiari di formarsi al ruolo di caregiver, alla gestione della risorsa assistente familiare, alla relazione con i servizi territoriali nonché a fare fronte a necessità di supporto nelle funzioni di vita quotidiana o di primo soccorso del proprio familiare. La formazione dei caregiver informali è condizione base per la progettazione di una nuova domiciliarità in grado di offrire una qualità di vita connessa a qualità assistenziale - conclude la Dr.ssa Ligabue.