FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 5, 30 marzo 2009

In viaggio tra gusto e cultura, Itinerari italiani

Una giornata alla scoperta delle Valli Valdesi
Il territorio, situato in un´area di confine, è il prodotto di un intreccio profondo fra geografia e storia, è segnato da un passato di dissidenza religiosa e civile, da una forte tradizione alpina e da un presente ricco di attività e stimoli in campo sociale e culturale

Le Valli valdesi comprendono, attualmente, solo le Valli Pellice, Germanasca e bassa Val Chisone, mentre anticamente ne facevano parte anche le alte Valli del Chisone e di Susa. Questo territorio del Piemonte occidentale, a ovest di Pinerolo, presenta numerose attrattive culturali: musei e luoghi storici valdesi, che testimoniano la lunga storia di una minoranza religiosa che per otto secoli ha lasciato profonde tracce inscritte nel paesaggio

I valdesi, o "poveri di Cristo" come si definivano, si costituirono intorno al 1170 a Lione, al seguito di un mercante di nome Valdes (Valdo) che, una generazione prima di San Francesco d’Assisi, al termine di una crisi religiosa, scelse di vivere la povertà evangelica: il movimento, scomunicato, giunse nell’area alpina agli inizi del XIII secolo. Per tutto il medioevo questi cristiani dissidenti, dispersi in Europa, vissero la loro fede basata sulla povertà e la lettura dell’evangelo, in modo clandestino, assistiti dai loro predicatori, i "barba" ("zio" in provenzale). Nel 1532, in occasione del Sinodo svoltosi a Chanforan in Val d’Angrogna, i valdesi aderirono alla Riforma protestante, passando così dallo stato di movimento evangelico clandestino a quello di chiesa organizzata con predicatori (provenienti dall’area francese), locali di culto, organizzazione propria. Le Valli Valdesi entrarono a far parte della storia del protestantesimo europeo, ma lo scontro fra Riforma e Controriforma fu particolarmente violento. Per oltre 150 anni le autorità ducali cercarono di logorare la resistenza della popolazione valdese per ricondurla alla fede cattolica, ricorrendo alla forza, con inevitabili devastazioni e sofferenze che fecero della valle una delle terre del Piemonte più povere. Il decennio che va dalla seconda guerra di indipendenza al 1870 vede il sorgere di numerose comunità valdesi in tutta Italia. Già all´indomani della spedizione dei Mille di Garibaldi, i valdesi sono a Palermo, poi a Napoli e a Catania. La preoccupazione principale di questa "evangelizzazione" è quella di promuovere il confronto culturale e la ricerca comune con l’intervento del "colportore", che percorre l´Italia con il suo carico di Bibbie, e del maestro che insegna a leggere e scrivere. Attualmente i Valdesi italiani sono circa 30.000 (15.000 nelle Valli Valdesi in Piemonte). La loro organizzazione è di tipo sinodale, senza gerarchie, governata dall’unico capo che è Gesù: ogni comunità è diretta da un consiglio eletto dall´assemblea dei fedeli e la chiesa nel suo complesso è diretta dal Sinodo, composto dai deputati delle comunità. Ai ministeri possono accedere uomini e donne, celibi e sposati, in quanto i pastori e i diaconi non sono ministri di culto, ma coordinatori delle assemblee che chiariscono la parola del Vangelo. I valdesi sostengono la separazione delle chiese dallo Stato, rifiutano ogni politica di tipo concordatario: i loro rapporti con lo Stato sono regolati da Intese stipulate nel 1984, che non sanciscono alcun privilegio per la chiesa. Alle spese di culto provvedono le offerte dei loro membri, le detrazioni di imposte dell´otto per mille IRPEF assegnate alle chiese valdesi sono destinate esclusivamente ad interventi in campo assistenziale e culturale o al sostegno di progetti nel Terzo Mondo.

Il centro più importante è Torre Pellice, che dista solo 52 chilometri da Torino, percorribili in 45 minuti d’auto o 60 minuti di treno. Qui ha sede la Fondazione Centro Culturale Valdese, che ospita due biblioteche (la Biblioteca Valdese e la Biblioteca della Società di Studi Valdesi dotate di un patrimonio di più di 100 mila volumi) e il museo, fondato nel 1889, che comprende due sezioni, una storica, che ripercorre gli otto secoli della travagliata storia valdese dalle origini ai giorni nostri, e l’altra etnografica, che illustra la vita quotidiana delle comunità valdesi valligiane durante fra otto e novecento. Nello stesso edificio opera anche l’ufficio di promozione degli itinerari valdesi ("il barba") che organizza, su prenotazione, visite guidate ai musei, ai templi e luoghi storici delle Valli nonché attività per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale della realtà valdese. Dalla val Pellice trasmette i suoi programmi Radio Beckwith Evangelica, intitolata al Charles Beckwith, il colonnello inglese che fece molto, come tanti altri protestanti stranieri, per le istituzioni culturali e scolastiche. Di fronte alla Fondazione c’è il Tempio, costruito poco dopo l’emancipazione, avvenuta nel 1848 quando Carlo Alberto concesse i diritti civili e politici.

Numerose, poi, sono le attrattive culturali presenti sul territorio di queste valli: 10 musei e 5 luoghi storici che testimoniano la lunga storia di una minoranza religiosa che per otto secoli ha lasciato profonde tracce inscritte nel paesaggio.

A Bibiana, un paesino situato a 404 metri sul livello del mare, proprio all’imbocco della Val Pellice, opera la Cooperativa Agricola Frutto Permesso di Bibiana, che coltiva 100 ettari di frutteto, ortaggi, cereali, prati, praticando fin dal 1987 l´Agricoltura Biologica, ed alleva api, suini, ovini e bovini fassone di razza piemontese con marchio CO.AL.VI. In tanti piccoli laboratori la Cooperativa trasforma i prodotti della terra in conserve, succhi, confetture, distillati, pane, carni macellate, salumi, liquori. Dispone inoltre di 4 accoglienti strutture agrituristiche per un´ospitalità totale di 50 posti letto e di due tipici locali di Ristorazione. La Cooperativa organizza e gestisce, anche per conto di Enti Pubblici, aziende e privati , soggiorni didattici e di vacanza per bambini, stage di relax e convegni di lavoro ...

A Bricherasio, invece, suggeriamo una visita e degustazione alla Cooperativa il Tralcio, che trasforma l’uva conferita dai soci in vini, particolare il Doux d’Henry o l’Avarengo, che hanno ottenuto il riconoscimento della denominazione di origine controllata DOC. La Cooperativa produce anche il Saras del fen, la Mustardela, il succo di antiche mele piemontesi.

I vari prodotti citati, realizzati secondo precisi disciplinari, fanno parte del paniere dei Paniere dei Prodotti Tipici del Piemonte, un "logo-ombrello" che protegge e garantisce i prodotti agroalimentari locali, freschi e trasformati, legati ad una tradizione storica documentata, prodotti da aziende agricole o artigiane della provincia di Torino.

Ulteriori informazioni:

Turismo Torino e Provincia - Via Maria Vittoria 19, 10123 Torino - Tel. +39.011.8185011 - Fax +39.011.883426 - www.turismotorino.org

Fondazione Centro Culturale Valdese – Via Beckwith, 3, 10066, Torre Pellice (TO) – te. +030121932179 – fax +390121932566 - www.fondazionevaldese.orgbiblioteca@fondazionevaldese.org

Cooperativa agricola Il Frutto Permesso - Via del Verné, 16. 10060, Bibiana (TO) - tel. 0121/55383 - fax 0121/55383 - il@fruttopermesso.it.

Cooperativa il Tralcio di Bricherasio - Punto vendita: Porta di valle - Via Vittorio Emanuele II, 2, 10060, Bricherasio (TO) - tel. +390121599 052.