FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 17, 12 dicembre 2008

Cultura e Spettacoli, Spettacoli

Come dio comanda di Gabriele Salvatores
In un film drammatico il regista rilegge con sensibilità registica la favola nera di Niccolò Ammaniti

Il film, al cinema dal 12 dicembre, distribuito da 01, è sostanzialmente fedele al dettato dell’omonimo romanzo, con qualche minima variante e alcuni interventi chirurgici, grazie alla sceneggiatura di Salvatores, Ammanniti ed Antonio Manzini.

In una landa desolata del Friuli, bagnata da piogge e acquitrini, tra cave di pietra, case sparse e anonimi centri commerciali, vivono un padre e un figlio, Rino e Cristino Zena, uniti da un amore viscerale, che tirano avanti un´esistenza orgogliosa che reagisce alla prepotenza del prossimo e all´ingerenza dei servizi sociali.

Il padre Rino Zena (Filippo Timi), disoccupato e ostinato, è costretto a lottare contro la logica implacabile di un assistente sociale che minaccia di togliergli il figlio, unica e reale possibilità d´amore, e il loro elementare diritto di essere una famiglia.

Il figlio Cristiano è un adolescente timido e irrequieto che i compagni schivano e le ragazzine umiliano. Rino lo educa come può, come sa. inculcandogli principi sbagliati, razzisti, maschilisti, nazionalsocialisti e spesso violenti..

Soli contro il mondo e contro tutti, hanno un solo amico: Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell´alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Quattro formaggi vive per Rino, adora Cristiano, e passa le sue giornate in casa costruendo uno strano presepio, fatto di pupazzi, soldatini, bambole e oggetti che lui recupera dalle discariche della città.

Poi in una notte di tempesta, dove i lampi squarciano il cielo e la pioggia inzuppa case, campi e uomini, nel bosco che circonda la cittadina, accade la tragedia....

Come in Shakespeare, anche in questo film c’è un prima, una notte tempestosa e un dopo. Ci sono tre personaggi: un re, padre-padrone, un figlio-principe adolescente e un matto, un buffone.