FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 14, 9 ottobre 2008

Cultura e Spettacoli, Mostre e Musei

Lo sguardo sulla natura. Luce e paesaggio da Lorrain a Turner
Al Museo Diocesano di Milano in contemporanea con l’esposizione del capolavoro di Botticelli, La Giuditta

Dal 14 ottobre 2008 fino all’11 gennaio 2009, al Museo Diocesano di Milano, si terrà la mostraLo sguardo sulla natura. Luce e paesaggio da Lorrain a Turner, curata da Paolo Biscottini (Direttore del Museo milanese) ed Eugenia Bianchi. L’iniziativa documenterà attraverso 70 opere, provenienti da importanti istituzioni pubbliche e collezioni private italiane ed estere, l’evoluzione della tematica del paesaggio come forma di rappresentazione autonoma, dalla metà del Seicento fino all’inizio dell’Ottocento.

Il percorso espositivo muoverà i propri passi da Claude Lorrain e dai suoi più diretti seguaci, per i quali le forme di paesaggio furono quelle di una realtà idealizzata, solenne, ordinata e armonica, dove uomo e natura convivono in perfetta armonia. Oltre a questo indirizzo, si diffuse un tipo di rappresentazione del paesaggio attento agli aspetti naturalistici, memore della tradizione fiamminga; ne furono protagonisti soprattutto alcuni pittori d’oltralpe attivi anche a Roma, come Cornelis van Poelenburgh e Jan Both. Fu invece indipendente dal paesaggio classico e dalle vedute naturalistiche, l’affascinante produzione del napoletano Salvator Rosa, dove emerge l’anima poetica di un pittore che, per certi aspetti, anticipa le componenti più tipiche del paesaggio romantico. La produzione di Rosa avrà largo seguito, influenzando tra gli altri il Cavalier Tempesta, pittore olandese attivo a Roma e poi in Italia Settentrionale nella seconda metà del Seicento. La grande stagione del paesaggismo veneto del Settecento ha in Marco Ricci il suo elemento fondante. Al bellunese si devono alcune delle più affascinanti rappresentazioni della realtà, dove alternativamente trovano espressione le decadenti rovine, la natura nei suoi aspetti pastorali o drammatici, le eroiche visioni di un mondo declinate da uno spiccato estro inventivo e da eccezionali capacità tecniche. Ricci e alcune personalità emergenti nel contesto romano furono i punti di riferimento privilegiati per le forme che siglano il genere durante il Settecento. Ad esempio, il paesaggio come espressione dei temi legati all’Arcadia, di cui la felice espressività di Francesco Zuccarelli offrì le rappresentazioni più note; o il capriccio che con Francesco Guardiraggiunse forme ricche di suggestione e di fascino; la veduta con le opere di Canaletto e Bellotto, o ancora il rovinismo inteso nella mentalità settecentesca come nostalgica interpretazione di un mondo ormai lontano e decaduto, evocato da architetture e frammenti scultorei in rovina.

Con l’illuminismo e le teorie neoclassiche si fanno strada nuove forme di paesaggio, attraverso artisti di nazionalità prevalentemente francese e inglese che, sulla scia del “Grand Tour”, viaggiavano spesso in Italia. Si diffondono, in particolare, le vedute dei luoghi consacrati dalla letteratura classica e le rappresentazioni legate all’osservazione della natura e delle sue manifestazioni geologiche e atmosferiche. Di quest’ultima tendenza alcune opere illustreranno solo gli aspetti più realistici, come testimonia la natura empirica, oggettiva, ricca di luce e di colori di Constable, mentre altre perseguiranno una dimensione interiore, come la natura drammatica e interiorizzata di Turner, con tempeste marine violente, grandi nevicate, piogge impetuose.

In occasione della mostra, giovedì 13 novembre 2008, al Teatro alla Scala di Milano si terrà il concerto straordinario di raccolta fondi per il Museo Diocesano, organizzato in collaborazione con Finmeccanica, che vedrà l’ensemble Les Arts Florissants, diretta da William Christie, eseguire Les Indes galantes di Jean Philippe Rameau (1638-1764).

L’opera Les Indes galantes, composta nel 1735, eseguita in forma di concerto, prevede 3 entrées: Le Turc Généreux, Les Incas de Pérou, Les Sauvages, e rispecchia il gusto per i viaggi immaginari e i paesi esotici tipico del XVIII secolo. Le varie vicende sentimentali sono ambientate nelle “Indie”, come venivano chiamate all’epoca i territori extraeuropei. Con il prologo allegorico, che motiva la scelta di paesi così lontani, gli autori colgono l’occasione per coniugare l’apparato mitologico, caratteristico dell’opera francese dell’epoca, all’interesse per l’esotismo, che costituisce il filo conduttore delle diverse entrées.

LO SGUARDO SULLA NATURA - Luce e paesaggio da Lorrain a Turner - Milano, Museo Diocesano (corso di Porta Ticinese 95) - 14 ottobre 2008 – 11 gennaio 2009 - Orari: 10.00 – 18.00. Lunedì chiuso - Catalogo:Silvana editoriale.