FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 13, 14 settembre 2008

Cultura e Spettacoli, Spettacoli

Il papà di Giovanna: un film di Pupi Avati
Il film distribuito in Italia da Medusa è nei cinema a partire dal 12 settembre

Il papà di Giovanna racconta una terribile tragedia familiare vista con gli occhi del capofamiglia, Michele Casali, uno scialbo insegnante di disegno al liceo Galvani di Bologna: nel 1938 Giovanna, la sua unica figlia, ancora adolescente, oggettivamente bruttina, che, fisicamente, ricorda molto il padre ed ha seri problemi mentali, credendosi ricambiata dall´idolo di tutte le ragazze del liceo, uccide per gelosia la sua compagna di banco e migliore amica per difendere il suo amore immaginario. Evitando il carcere, la ragazza viene ritenuta non sana di mente e rinchiusa in un ospedale psichiatrico a Reggio Emilia dove rimarrà fino all´età di 24 anni (1945). Durante questo periodo di quasi totale isolamento, l´unica persona che si occupa di lei è il padre che si trasferisce appositamente a Reggio: Michele trova una ragione per amarla ancora di più e, insieme, un´occasione per sciogliere i tanti nodi che soffocano la vita della sua famiglia.

Michele, un papà alle prese con l´educazione di una bambina timida e insicura, pensando di trasmetterle le energie sufficienti per affrontare il mondo, l´ha convinta, sin piccola, che avrebbe dovuto e potuto pretendere sempre tutto da tutti. Padre e figlia avevano così instaurato da sempre un legame particolare, forse patetico, dal quale avevano completamente esclusa la mamma: Delia, una donna molto bella e molto concreta, che ha scelto Michele solo per interesse. Una donna che dopo la tragedia decide di rimanere a vivere a Bologna rinnegando, con una disperazione solo interiore, la propria famiglia e non volendo più rivedere Giovanna. Testimone sempre presente di questi terribili eventi che hanno sconvolto il piccolo nucleo familiare, in anni certamente non facili, un ispettore di polizia, aitante, simpatico e amico intimo di Michele: Sergio Ghia.

Anche in questa occasione Avati ricostruisce abilmente atmosfere d´epoca ed offre ritratti psicologici di perdenti ed umili, senza tralasciare il contesto storico con tanto di entrata in guerra dell’Italia, repubblica di Salò, liberazione …. allontanandosi in alcuni momenti del nucleo centrale del suo film e cedendo alla tentazione di voler spiegare tutto contestualizzando le vicende di un piccolo uomo, che rinuncia a vivere la sua vita per dedicarsi, amorevolmente, ad un´unica persona, soffocandone però la crescita.

Il regista ha presentato il suo ultimo film in concorso a Venezia, assieme al cast formato da uno straordinario Silvio Orlando (che con questa pellicola inaugura la sua collaborazione con Avati), Alba Rohrwacher, Serena Grandi, Francesca Neri ed Ezio Greggio.

Il film sembra complesso, eppure è stato semplicissimo interpretarlo perché vi era una sceneggiatura rigorosa, è un film di scrittura.- ha spiegato Silvio orlando - Io da attore sentivo il bisogno di raccontare una storia forte e quando Pupi mi ha chiamato ne sono stato felice. E´ un regista attentissimo, non si fa sfuggire niente. Mentre altri sono distratti dall´inquadratura o dai mille problemi del set lui è sempre presente per noi attori. Lavorare con lui era un po´ come alzarsi al mattino e andare alla Magneti Marelli. In più il feeling immediato che è scattato con Alba Rohrwacher mi ha aiutato a costruire un rapporto che non ho mai sperimentato personalmente dato che non ho figli.

La bella e distante madre di Giovanna è interpretata da Francesca Neri: Il ruolo di una madre terribile come la mia mi ha fatto soffrire moltissimo, ma Pupi mi ha aiutato a capire che non si può giudicare un dramma familiare di questa portata dall´esterno. Nonostante l´amore che prova per il figlio, un genitore può anche non trovare il modo di stare vicino alla figlia. E´ un limite umano che si può avere.

La giovane e bravissima Alba Rohrwacher ha spiegato: Sono stata fortunata a essere scelta da Avati, anche perché sul set ero molto protetta. Pupi sapeva esattamente come doveva essere Giovanna. Mentre recitavo mi diceva di uscire un pò dal personaggio, di fare attenzione a non caricare mai l´interpretazione. Le scene girate in manicomio, che apparentemente sembrano le più difficili da interpretare, sono state girate in modo molto naturale. Mi bastava ascoltare Silvio per rispondere emotivamente a quello che mi veniva chiesto di fare.

Il ruolo del poliziotto fascista, non necessariamente sgherro anche se poi pronto a rinnegare il proprio credo, vicino di casa di Silvio Orlando, è interpretato da Ezio Greggio che, dopo tante commedie demenziali, è chiamato alla sua prima vera prova attoriale: Essere scelti da Pupi Avati è un onore. Il film, poi, è talmente bello che vi ho partecipato in punta di piedi cercando di dare il meglio di me stesso. Ogni attore comico vuole misurarsi con ruoli drammatici proprio per dimostrare la propria completezza. Spero di esserci riuscito. La fine che il mio personaggio fa è un po´ controversa, visto che viene fucilato dagli antifascisti senza alcun tipo di processo, ma non vi sono elementi per giudicarlo visto che viene volutamente omesso ciò che è accaduto dal momento della sua fuga da Bologna.