FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 2, 11 febbraio 2023

Salute, medicina

La presbiopia può essere battuta
Il dottor Buratto spiega come correggere il difetto visivo

Lo scorso 26 gennaioa Milano, si è parlato di presbiopia, vale a dire del disturbo della vista che consiste nella graduale, progressiva ed irreversibile incapacità dell’occhio di mettere a fuoco gli oggetti più vicini.

La presbiopia è dovuta ad una perdita della capacità accomodativa naturale dell’occhio, vale a dire la flessibilità del cristallino che modifica la sua forma per mettere a fuoco gli oggetti più vicini e più lontani.

In breve possiamo affermare che si tratta di una condizione fisiologica legata all’età: solitamente insorge intorno ai 40 anni e progredisce fino ai 60-65 nell’occhio che non ha altri disturbi visivi (emmetrope). Con il passare degli anni la parte centrale del cristallino (nucleo) perde acqua, si indurisce e aumenta l’indice di rifrazione. Ciò comporta un’incapacità del cristallino di adattarsi con un allontanamento del punto prossimo, il punto di messa a fuoco più vicino.

Il dottor Lucio Buratto, Direttore Scientifico di CAMO Centro Ambrosiano Oftalmic ha sottolineato: La presbiopia, il difetto visivo che rende difficile leggere da vicino, oggi si può correggere. A beneficiarne sarà il benessere e la qualità di vita della persona. ... Perché rinunciare alla propria autonomia visiva e rassegnarsi agli occhiali da lettura?.

Il dottor Lucio Buratto ha spiegato: Oggi esistono trattamenti tecnologicamente avanzati che permettono di correggere la presbiopia. In particolare, tra i 40 e i 50 anni può essere sufficiente un breve trattamento laser. Dopo i 50 anni è possibile sostituire il cristallino con una lente intraoculare, opzione che non solo corregge la presbiopia ma che evita, poi, l’intervento di cataratta.

Secondo i dati illustrati da Alessandra Ghisleri, (nella oro a destra, con il dr. Buratto al centro e la moderatrice, Vita Carbone a sinistra), direttrice di Euromedia Research, che ha curato il sondaggio “Gli italiani e la presbiopia: percezioni, opinioni ed esperienze” (condotto lo scorso 18 gennaio su un campione di 200 unità, rappresentativo della popolazione italiana, tra i 40 e i 60 anni), il 75 % degli italiani tra i 40 e i 60 anni associa vecchiaia e presbiopia, iil 45 viene influenzato psicologicamente dalla sua insorgenza ed il 43 ha visto cambiare (o pensa di cambiare) il suo stile di vita a seguito della sua insorgenza, ma solo 1 su 2 è a conoscenza del fatto che, ad oggi, oltre alle classiche lenti correttive per leggere e svolgere attività a distanza ravvicinata, è possibile correggere la presbiopia in modo permanente attraverso un’operazione.

Il dottor Buuratto ha aggiunto: Il messaggio importante per la cittadinanza è che, oggigiorno, non c’è nessuna ragione per rassegnarsi a convivere con la presbiopia. Correggere questo difetto visivo può portare a grandi vantaggi al benessere individuale.

Il primo beneficio è di ordine psicologico

Dover inforcare gli occhiali per leggere, inatti, è percepito come un chiaro segno di invecchiamento. È particolarmente difficile per le persone che non hanno dovuto portare occhiali da giovani e che, a partire dai 40/45 anni, ne hanno sempre più bisogno con il passare degli anni. Il problema è ancora più serio per le donne che, nello stesso periodo, potrebbero dover affrontare l’insorgenza combinata di presbiopia, menopausa e secchezza oculare.

Oggi, la fascia di età tra i 45 e i 65 anni è infinitamente più attiva rispetto a qualche generazione fa: le persone fanno sport, sono dinamiche, sono molto attente alla prevenzione ed alla cura della propria persona. ... Perché dovrebbero sentirsi vecchie quando non lo sono? Perché rinunciare alla propria autonomia o sentirsi limitate ogni volta che si apre il cellulare o si legge qualcosa? Senza considerare che gli occhiali sono come le stampelle: delle protesi. ... Quando si lavora, si svolgono le comuni attività personali e famigliari, oppure quando si praticano degli sport, è sempre meglio vedere con i propri occhi. Lenti a contatto o occhiali aiutano, certo, ma non equivalgono.

Il secondo beneficio è il beneicio personale

Il secondo beneficio nel trattare la presbiopia è più sottile e riguarda il benessere personale. Proprio perché hanno uno stile di vita dinamico e sportivo, ‘i giovani presbiti’ non devono rinunciarci. Ma la necessità di dover mettere e togliere gli occhiali e il velo di tristezza di chi si sente invecchiare potrebbe portare ad uno stile di vita meno attivo e più sedentario.

Il paradigma è cambiato. - ha aggiunto il dottor Buratto - La presbiopia non è più sintomo di vecchiaia, irreversibile: è invece un segnale che occorre prendersi cura della propria indipendenza visiva. E poi, non trascuriamo il vantaggio per l’ambiente: con un solo trattamento, per esempio, si evitano centinaia di lenti a contatto di plastica usa e getta.

Per tutte queste ragioni il consiglio dell’oculista è chiaro: non rassegnatevi alla presbiopia. Una volta le persone non lavoravano così tanto da vicino e la demografia era diversa.

Oggi, grazie agli stili di vita ed una più attenta alimentazione, uomini e donne tra i 45 e i 65 anni sono ed è giusto che si sentano giovani e attivi. Questa è l’età dei ‘giovani’ presbiti. Gli occhialini per leggere il menù sono una cosa che oggi si può evitare. La presbiopia è un difetto che si può correggere e non pensarci più per un bel pezzo. - ha concluso il dottor Buratto.

A seconda della severità del disturbo e delle condizioni cliniche del paziente, dunque, l’oculista valuterà se prescrivere l’utilizzo di lenti correttive o se eseguire un trattamento chirurgico.