FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 9, 27 novembre 2022

Salute, medicina

Terapia di macroglobulinemia di Waldenström: la molecola Zanubrutinib è rimborsata dal Servizio Sanitario Nazionale
L’annuncio è stato fatto da BeiGene Italia

Lo scorso 24 novembre, a Milano, si è svolta la conferenza stampa nel corso della quale è stato annunciato che la molecola zanubrutinib (BRUKINSA) è disponibile e rimborsabile anche in Italia per i pazienti adulti, che sono affetti da macroglobulinemia di Waldenström (WM) e che hanno già ricevuto almeno una precedente terapia, o come trattamento di prima linea per pazienti non idonei alla chemio-immunoterapia.

Alla conferenza hanno preso la parola il Professor Pier Luigi Zinzani, Ordinario di Ematologia presso l’Istituto di Ematologia Ematologia dell’Università degli studi di Bologna, la Dottoressa Marzia Varettoni, dirigente medico della Divisione di ematologia della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia, e Marco Sartori, General Manager di BeiGene Italia, la filiale dell’azienda biotecnologica globale BeiGene, che si fonda sulla ricerca scientifica e sullo sviluppo di farmaci innovativi e accessibili, con l’obiettivo di migliorare l'accesso ai trattamenti per i pazienti in tutto il mondo.

Gli interventi dei tre oratori sono stati moderati da N. Miglino, Direttore Responsabile M. D. Medicinae Doctor.

E’ stato ricordato che la macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata dall’infiltrazione nel midollo osseo e dalla secrezione della proteina monoclonale immunoglobulina M (IgM) dalle cellule linfoplasmocitoidi.

La Dottoressa Marzia Varettoni ha spiegato: La macroglobulinemia di Waldenström (WM) è una malattia linfoproliferativa relativamente rara e solitamente a lenta progressione, caratterizzata dall’infiltrazione del midollo osseo da parte di linfociti, plasmacellule e linfoplasmociti che secernono una proteina monoclonale di tipo IgM nel siero. La WM rappresenta circa il due per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin e, in genere, evolve lentamente dopo la diagnosi. La malattia di solito colpisce soggetti anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo, sebbene anche i linfonodi e la milza possano essere coinvolti. In Europa, il tasso di incidenza stimato della WM è di circa sette su un milione negli uomini e quattro su un milione nelle donne.

La WM rappresenta circa l'uno per cento di tutti i linfomi non-Hodgkin e, in genere, evolve lentamente dopo la diagnosi. La malattia, di solito, colpisce soggetti anziani ed è localizzata prevalentemente nel midollo osseo, sebbene anche i linfonodi e la milza possano essere coinvolti.

In Europa, si stima che la malattia di Waldenström abbia un tasso di incidenza negli uomini di di circa sette su un milione e quattro su un milione nelle donne.

Il Professor Pier Luigi Zinzani ha dichiarato: L'inibizione della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) è un approccio consolidato per il trattamento della WM e l'approvazione di BRUKINSA offre un'importante nuova opzione terapeutica in questi pazienti. In Italia, dunque, i pazienti avranno la possibilità di essere trattati con una molecola innovativa che potrebbe portare ad una risposta profonda e duratura con una migliore tollerabilità, come osservato nello studio ASPEN.

Lo studio clinico multicentrico randomizzato open-label di fase 3 ASPEN ha confrontato l’efficacia e la sicurezza di BRUKINSA (zanubrutinib) con ibrutinib in pazienti con WM recidivante o refrattaria (R/R), o pazienti WM naïve al trattamento considerati non idonei alla chemio-immunoterapia.

E’ stata, così, valutata la superiorità di BRUKINSA rispetto a ibrutinib in termini di tasso di risposta completa (CR) o risposta parziale molto buona (VGPR). Gli endpoint secondari includevano il tasso di risposta maggiore, la durata della risposta, la sopravvivenza libera da progressione e il profilo di sicurezza, misurata in base all'incidenza, alla tempistica e alla gravità degli eventi avversi in corso di trattamento. Le popolazioni analizzate includevano la popolazione complessiva, la cui maggioranza erano pazienti R/R. Gli endpoint esplorativi includevano la valutazione della qualità della vita.

Un comitato di revisori indipendenti ha determinato, sulla base dei criteri di risposta alla terapia, aggiornati dal VI Workshop Internazionale sui Criteri di Risposta della Macroglobulinemia di Waldenström, che il tasso combinato di CR e VGPR dell’intera popolazione è stato 28% con BRUKINSA e 19% con ibrutinib. Benché questa differenza non sia statisticamente significativa, BRUKINSA ha ottenuto tassi VGPR numericamente più elevati con una tendenza verso una migliore qualità della risposta.

Nello studio ASPEN, dunque, BRUKINSA ha dimostrato un profilo di sicurezza più favorevole rispetto ad ibrutinib con una minore frequenza di reazioni avverse tra cui fibrillazione o flutter atriale (2% contro 15%), episodi minori di sanguinamento (49% contro 59%) ed emorragia grave (6% contro 9%). Nonostante i tassi più elevati di neutropenia di grado ≥3, i pazienti in trattamento con BRUKINSA non hanno mostrato tassi di infezione più elevati rispetto a quelli trattati con ibrutinib.

Dei 101 pazienti con WM trattati con BRUKINSA, il 4% ha interrotto il trattamento a causa di eventi avversi, mentre nel 14% dei casi la dose è stata ridotta a causa di eventi avversi.

Lo studio ha analizzato tre bracci in due coorti di pazienti: una coorte randomizzata (Coorte 1, N=201), composta da pazienti con mutazione del gene MYD88 e una coorte non randomizzata (Coorte 2, N=28) composta da pazienti con MYD88 wild-type.

La coorte 1 randomizzata includeva 102 pazienti nel braccio BRUKINSA (83 pazienti R/R e 19 pazienti TN) e 99 nel braccio ibrutinib (81 pazienti R/R e 18 pazienti TN). I pazienti nel braccio BRUKINSA hanno ricevuto BRUKINSA 160 mg due volte al giorno (BID) e i pazienti nel braccio ibrutinib hanno ricevuto 420 mg di ibrutinib una volta al giorno (QD).

Ai pazienti arruolati nella coorte 2, non randomizzata, è stato somministrato BRUKINSA in quanto, da dati precedenti, risultava improbabile che questi potessero trarre beneficio dal trattamento con ibrutinib.

Marco Sartori, General Manager di BeiGene Italia, ha aggiunto: L’ottenimento della rimborsabilità di BRUKINSA in Italia rappresenta un importante passo avanti verso l'obiettivo che BeiGene si è dato, vale dire dare accesso a farmaci oncologici innovativi a livello globale. In Italia stiamo costruendo una grande squadra impegnata a far sì che i pazienti che vivono con la malattia di Waldenström abbiano la possibilità di accedere a BRUKINSA.

L’inibitore della tirosino-chinasi di Bruton (BTK) BRUKINSA (zanubrutinib), che è stato scoperto proprio dai ricercatori di BeiGene, attualmente è in fase di valutazione a livello globale nell'ambito di un ampio programma clinico che ne sta valutando l'impiego sia in monoterapia che in combinazione con altre terapie per il trattamento di vari tumori maligni delle cellule B.

BRUKINSA, in pillole, è stato progettato specificamente per ottenere un'inibizione completa e prolungata di BTK, grazie all’ottimizzazione della biodisponibilità, dell’emivita e della selettività del farmaco. Per effetto della sua farmacocinetica, BRUKINSA inibisce la proliferazione dei linfociti B maligni all'interno di vari tessuti rilevanti per la malattia.

Le principali aree di interesse dell'azienda sono le seguenti: emato-oncologia, terapie mirate per i tumori solidi ed immuno-oncologia.

Info: www.beigene.com.