FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 8, 30 settembre 2021

In viaggio tra gusto e cultura, Itinerari italiani

PARCO REGIONALE VENETO DEL DELTA DEL PO: NON SOLO NATURA, MA ANCHE ARCHEOLOGIA
UNA NUOVA CHIAVE DI LETTURA DEL PARCO REGIONALE VENETO DEL DELTA DEL PO

Oggi proponiamo una nuova chiave di lettura del Parco Regionale Veneto del Delta del Po, già Riserva di Biosfera MAB Unesco dal 2015 seggeriamo, cioè un itinerario che permette di capire le origini della storia del delta e delle sue vie d'acqua, integrando natura, archeologia e storia.

L’itinerario che proponiamo, dunque, rientra nel progetto Interreg Italia-Croazia VALUE (EnVirnmentl And cultUralhEritage development) che si propone di fare del patrimonio naturale e culturale di questa zona una leva per uno sviluppo territoriale sostenibile e più equilibrato.

Il progetto, che intende, così, integrare la filiera culturale con quella turistica, si integra con il percorso di candidatura intrapreso nel 2020 a Marchio del Patrimonio Europeo come sito tematico “Terre d’acqua, terre nell’acqua, Delta del Po e Venezia”

Il nostro Parco, ancora una volta, si fa promotore di un progetto di rete per ottenere un importante riconoscimento internazionale. - ha spiegato Moreno Gasparini, presidente dell’Ente Parco Regionale Veneto del Delta del Po, Riserva di biosfera MaB UNESCO - L’Ente Parco è capofila della candidatura al Marchio del Patrimonio Europeo ed ha al suo fianco la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la Regione Veneto, la Direzione Regionale Musei del Veneto del ministero della Cultura (MIC), cui afferiscono i musei archeologici nazionali di Adria, Altino e Venezia, oltre al museo civico Delta Antico di Comacchio e la Regione Emilia Romagna. Il nostro obiettivo è quello di rappresentare al meglio i valori fondamentali alla base dell’Unione europea, di condividerli con le nostre comunità e, soprattutto, con le nuove generazioni.

Raggiunta Adria, cittadina in provincia di Rovigo, storico punto di riferimento per l’espansione commerciale in Adriatico, consigliamo di recarsi subito al Museo Archeologico Nazionale, in Via Giacomo Badini 59, immerso in un ampio parco alberato.

Il museo è il giusto punto di partenza per capire il territorio del Delta del Po strappato al mare nel corso dei secoli a opera dell’uomo.

Il Museo Archeologico Nazionale, diretto dalla dottoressa Alberta Facchi, conserva documenti, manoscritti, reperti archeologici provenienti dalla collezione della famiglia Bocchi e dalle aree archeologiche di epoca preromana, testimonianze del primo emporio greco, della città etrusca e diquellaromana romana scoperte nei dintorni della città: il museo illustra la storia del Basso Polesine, un territorio che, lo ribadiamo, ha rappresentato, nell’antichità, lo snodo dei rapporti fra il mondo mediterraneo, l’Italia settentrionale e la cultura del centro Europa.

La dottoressa Facchi ha detto che nel museo c’è un mondo in continua trasformazione narrato dai reperti archeologic.

Precisiamo che dal mese di dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali gestisce il museo tramite il Polo museale del Veneto, che, nel dicembre 2019, è divenuto Direzione regionale Musei.

L'idea di allestire questo museo fu di Francesco Girolamo Bocchi, Ispettore agli Scavi e Rinvenimenti del Polesine, che cominciò gli scavi proprio dove oggi sorge il museo, recuperando reperti etruschi e romani.

Il percorso di visita, che inizia dal primo piano, dove sono esposti i contesti abitativi e di necropoli dal VI agli inizi del II secolo a.C. (Adria è sorta come porto fluviale etrusco), prosegue, poi, scendendo al piano rialzato, occupato dalle testimonianze d'epoca romana e alto medievale.

In particolare segnaliamo, da non perdere:

la visione dall'alto della Tomba della Biga, che rappresenta uno degli elementi specifici del museo, ed è stata scoperta nel corso degli scavi di Canalbianco, a sud di Adria. E’ esposta la sepoltura di tre cavalli (una di un giovane maschio e una giovane femmina di pregiata razza veneta ed uno stallone di 7-8 anni di età, di dimensioni eccezionalmente grandi, appartenente ad una razza orientale pregiatissima);

la parete di anfore greco-italiche e romane di età repubblicana: questa sezione introduce l'argomento dell'arrivo dei Romani in Polesine nel corso del II secolo a.C, che ha comportato interventi territoriali di notevole entità, come, ad esempio, la costruzione della Via Annia e della Via Popilia.

la vetrina di reperti in vetro collocabili, cronologicamente, tra la fine del I secolo A.C e l'inizio del I secolo d.C. Hanno attratto la nostra attenzione, in particolare, le olle in vetro soffiato verde-azzurro, utilizzate come ossario in sepolture ad incinerazione, ed i balsamari in vetro soffiato policromo destinati a contenere liquidi, balsami e profumi per la cura dei defunti.

All’interno del museo si può partecipare, nella suggestiva location del lapidarium, a "Vietato non Toccare" il workshop esperienziale finanziato dal progetto VALUE, nel corso del quale la Direzione Museale mette a disposizione reperti archeologici originali per un'esperienza guidata consentendone, così, un approccio immediato, raro e dedicato.

Dopo aver visitato Adria, naturale porta di ingresso al Parco del Delta del Po, è opportuno, poi, recarsi a San Basilio, antica stazione di posta d'epoca romana, sorta lungo l’antica via romana Popilia, che collegava Ravenna ad Adria, crocevia d'intensi traffici fluviali e marittimi.

La stazione di San Basilio ha avuto un ruolo di primo piano nel territorio del Delta, quale avamposto strategico sulle strade liquide che furono al centro d’intensi scambi commerciali tra il mare Mediterraneo e l’entroterra padano. Oggi un piccolo museo ne racconta la storia attraverso i preziosi reperti archeologici di una villa romana e di un grande villaggio frequentato fra VI secolo e V secolo a.C. da Etruschi, Greci e Veneti rinvenuti nei vicini scavi in corso con l'assistenza delle Università di Padova e Venezia.

A fianco del museo si trova la chiesa di San Basilio, eretta nel IX secolo dai Benedettini di Pomposa nello stesso luogo di una precedente struttura, edificata presumibilmente tra il IV e il V secolo.

Il percorso del progetto Interreg Italia-Croazia VALUE può, poi, proseguire nel Giardino Botanico Litoraneo del Veneto presso la laguna di Caleri, per partecipare ad una visita guidata della rigogliosa vegetazione della costa dell'alto Adriatico.

Il Giardino Botanico di Porto Caleri, realizzato dalla Regione Veneto nel 1990 in un'area dichiarata Sito di Importanza Comunitaria (S.I.C.) ed entrata a far parte del territorio del Parco regionale Veneto del Delta del Po, ha lo scopo di conservare un ambiente naturale unico e di notevole interesse scientifico, caratterizzato da specie pioniere molto adattabili, da una boscaglia tipo macchia mediterranea, da una pineta retrostante.

Dal 1992, grazie ad un percorso attrezzato si attraversa un ambiente caratterizzato dalle barene, i caratteristici isolotti tabulari della laguna, di natura argillosa e ricoperti di una fitta vegetazione alofita, formata da piante perenni resistenti alla forte salinità del terreno. Mediante apposite passerelle si possono attraversare, agevolmente, i canaletti, sul fondo dei quali, se l'acqua non è torbida, si può osservare la fauna bentonica, la flora sommersa e le alghe.

I 44 ettari del giardino sono caratterizzati da una notevole varietà di habitat dalla laguna alle dune fino alla spiaggia.

All'interno del giardino si può fare una passeggiata a piedi scegliendo fra tre percors, molto istruttivi per la successione delle varie vegetazion, segnalate da appositi cartelli.

Alla fine consigliamo di trasferirsi, in barca, sulla laguna per raggiungere Scanno Cavallari per la cena.

Poiché il progetto Interreg Italia-Croazia VALUE, come anticipato, unisce anche turismo, ed enogastronomia, consigliamo di visitare due eccellenze.

Presso Casella, si può visitare l'azienda agricola Moretto, che produce riso Baldo e Carnaroli e derivati di produzione propria, come, ad esempio, i fragranti biscotti realizzati con la farina di riso prodotta in azienda.

Mentre, con la navigazione sul Po, nella Sacca degli Scardovari (un vasto specchio d’acqua compreso tra le foci del Po della Donzella, detto anche Po di Gnocca, e il Po delle Tolle.), si può raggiungere l'impianto delle Ostriche Rosa "La Perla del Delta", Tarbouriech, creato da Alessio Greguoldo, che nell’arco di quattro anni ha conquistato schermi televisivi, reportage e la collaborazione di chef stellati, come, ad esempio, Bottura, Enrico Bartolini, Alessandro Borghese e Cipriani di Venezia. Il sistema, veramente geniale, usa un innovativo e brevettato metodo a “sospensione”, governato da una app, attraverso il quale le ostriche stanno sospese a delle funi che consentono di regolare acqua e aria con precisione, simulando il movimento delle maree. Ne derivano ostriche di varia pezzatura, dal guscio lievemente rosato, delicate e lievemente sapide, davvero eccellenti con il Prosecco,

Dove dormire: Hotel Stella d'Italia - Viale Umberto Maddalena, 4, 45011, Adria (RO) - www.hotelstelladitalia-adria.it.

Dove mangiare: Molteni - Via Ruzzina, 2/4, 45011, Adria (RO) - www.albergomolteni.it; Al Fritulin - Strada Provinciale 38, 45018 Scardovari (RO) - www.alfritulin.it; - 7mari - via Luigi Pirandello, 1, 45014, Porto Viro (RO) - www.locandaristorante7mati.it

Tour operator: Fulvia Tour - Via Chieppara 24, 45011, Adria (RO) - www.fulviatour.com.

Info: Parco Regionale Veneto del Delta del Po - www.parcodeltapo.org; Museo Archeologico Nazionale di Adria - www.polomusealeveneto.beniculturali.it; Giardino Botanico Litoraneo del Veneto di Porto Caleri - www.parcodeltapo.org/centri-visita.

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