Il progetto Imprese Aperte è uno degli eventi speciali nell’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura: si fonda sul concetto di azienda come attore sociale sul territorio e come luogo di produzione di cultura. Le realtà coinvolte dal progetto sono 40, in rappresentanza dei più diversi settori d’attività, e gli appuntamenti in calendario tra marzo e novembre sono oltre 300.
Alessandro Chiesi, Presidente dell’associazione per lo sviluppo sociale “Parma, io ci sto!”, spiega: Imprese Aperte è un progetto pilota straordinariamente complesso per il quale abbiamo mobilitato tutte le energie del territorio, in particolare le forze produttive e il sistema economico, per portare al centro la cultura quale strumento di crescita e inclusione. ‘Imprese Aperte’ ha il merito di coinvolgere l’eccellenza dell’imprenditorialità parmense affinché sia riconosciuta anche come luogo di produzione di cultura, in cui la creatività è parte integrante del processo industriale, nuovo elemento di sviluppo e crescita. Il progetto offre l’opportunità irripetibile di far riconoscere la propria impresa come parte integrante del sistema culturale, raccontando al territorio la propria storia e, nel contempo, il territorio attraverso la storia dell’azienda, delle tecnologie, dei prodotti come nuova leva di attrazione territoriale.
Annalisa Sassi, Presidente dell’Unione Parmense degli Industriali, sottolineando la natura democratica del progetto, oltre alle opportunità che offre al territorio di Parma, afferma: Grazie all’attivazione di percorsi ad hoc, ‘Imprese Aperte’ vuole coinvolgere i collaboratori delle singole aziende, le loro famiglie, la comunità locale, in particolare gli studenti, che sono i cittadini del futuro, le Istituzioni e gli interlocutori di riferimento. Senza dimenticare poi i turisti: è infatti in crescita una particolare forma di turismo, quello industriale, legato all’archeologia industriale, ai musei d’impresa e alla riscoperta di tradizioni e processi produttivi. Dovendo scegliere una parola per caratterizzare il progetto ‘Imprese Aperte’, opterei per inclusività: abbiamo in palinsesto attività in grado di soddisfare gli interessi di un pubblico ampio e variegato. E la totalità degli eventi è gratuita, perché l’obiettivo è far comprendere quanto sia importante la cultura prodotta nell’impresa.
Nell’anno di Parma Capitale Italiana della Cultura, l’imprenditorialità, quindi, si ritaglia un ruolo sempre più importante. Infatti, è anche per effetto della virtuosa collaborazione tra pubblico e privato, tra Istituzioni e aziende, che il dossier di candidatura che la città ha presentato è stato preferito a quelli di altre 36 città italiane. Sempre più spesso, inoltre, le imprese sono considerate parte integrante di un territorio e di una comunità. E sono attori culturali: non necessariamente perché appartengono al sistema delle imprese culturali e creative ma perché sviluppano prodotti e offrono servizi partendo da processi creativi e a base culturale.
Questo l’elenco delle aziende coinvolte, (dal food al fashion, dalla meccanica alla farmaceutica, dall’automotive all’agroalimentare, dai servizi di consulenza all’IT, ai servizi alla persona, passando per la cosmetica e il retail), in ordine alfabetico: A Due; AAC Consulting; Agugiaro & Figna; Altea; Barilla; Bonatti; Bugnion; Caggiati Matthews International; Casa di Cura “Città di Parma”; Cav. Umberto Boschi; CFT; Chiesi Farmaceutici; Consorzio Agrario Parma; Coppini Arte Olearia; Dallara; Davines; Fidenza Village; Food Farm 4.0; Fratelli Galloni; Gea Procomac; Gruppo Colser-Auroradomus; GSK; Impresa Allodi; Laterlite; Lincotek (ex Turbocoating); L’Isola d’Oro; Monte delle Vigne; Opem; Parmacotto; Parmalat; Pinko; Raytec; Rizzoli Emanuelli; Rodolfi Mansueto; Salumificio Trascinelli; Sidel; Sinapsi Group; The Brand Company; Transfer Oil; X3Energy.
Le declinazioni di Imprese Aperte sono tre: A porte aperte, Cultura dell’impresa e Cultura in impresa.
A porte aperte - Ben 30 delle 40 realtà aderenti al progetto Imprese Aperte hanno deciso di presentarsi al pubblico: “A porte aperte”, infatti, offre l’opportunità di visitare le sedi delle aziende, di incontrare le persone che lavorano al loro interno, di capire le dinamiche produttive partendo dalle linee, di far conoscere un patrimonio privato fatto di archivi e collezioni d’arte. “A porte aperte” è un viaggio ideale alla scoperta del Parmense, perché ogni impresa è radicata nel suo territorio: la produzione in un luogo invece che in un altro non può che essere diversa nei risultati. Tutte le visite sono guidate e gratuite, fino a esaurimento dei posti disponibili: è possibile prenotarsi su VivaTicket.it
Ricco, in particolare, è il calendario di appuntamenti per i foodie, con 14 aziende coinvolte: dal Prosciutto di Parma DOP (grazie a Fratelli Galloni e al Salumificio Trascinelli Pietro) al Salame Felino IGP (Cav. Umberto Boschi), dalla pasta (Barilla) alle conserve di pomodoro (Rodolfi Mansueto), dalle conserve ittiche (L’Isola d’Oro e Rizzoli Emanuelli) alle farine (Agugiaro & Figna), dal Parmigiano Reggiano DOP (Consorzio Agrario Parma) ai vini dei Colli di Parma DOC (Monte delle Vigne), dall’olio extravergine d’oliva (Coppini Arte Olearia) al latte (Parmalat), dal salumi (Parmacotto) ai frutti della terra (Food Farm 4.0), sarà possibile scoprire i segreti della lavorazione di prodotti che sono un must sulle tavole italiane e di tutto il mondo. “A porte aperte” non si esaurisce nel food: per fare alcuni esempi, ci sarà la possibilità di assistere alla nascita di vetture da competizione, nel centro di ricerca e lungo le linee di assemblaggio della Dallara; di capire che cosa significhi fare ricerca e quale sia l’iter che rende disponibili i farmaci del futuro, visitando la sede di GSK; e di comprendere gli step creativi alla base del lancio di una capsule collection, dall’ufficio stile ai laboratori sartoriali, nel quartier generale di Pinko. Per chi ama pensare green, d’obbligo è la visita al Davines Village, che copre 11.000 mq su una superficie di 77.000 mq, reinterpretando il concetto di casa in chiave contemporanea. Alcuni eventi sono pensati ad hoc per gli studenti: ad esempio, Fidenza Village, apre le sue porte alle scuole per raccontare la propria dimensione internazionale e condividere un modello di business che coniuga shopping e ospitalità.
Cultura Dæll’Impresa - A determinare il successo di un’impresa è la cosiddetta cultura aziendale, che è il risultato della somma di diversi fattori: una mission chiara, un sistema valoriale condiviso, il coraggio nelle scelte, un team di lavoro coeso, la propensione all’innovazione, la formazione continua. Con “Cultura dæll’Impresa”, 14 aziende aderenti al progetto “Imprese Aperte” si prefiggono l’obiettivo di raccontare la visione che quotidianamente orienta le loro scelte, le tecnologie che hanno permesso loro di evolversi nel tempo e di vincere la sfida del mercato. Protagonisti di questa narrazione sono gli imprenditori stessi, attraverso incontri, seminari, workshop, laboratori ed eventi. L’aspetto interessante è che questi appuntamenti non sono confinati alle mura aziendali ma invadono la città di Parma e luoghi tradizionalmente deputati alla cultura. Merita sicuramente una citazione il progetto “Pharmacopea”, promosso da Chiesi Farmaceutici e Davines: un viaggio - articolato in varie sedi, dall’Orto Botanico all’Antica Farmacia San Filippo Neri, passando per l’Oratorio di San Tiburzio che sarà impreziosito da un’installazione naturale dell’artista internazionale Rebecca Louise Law - alla scoperta della storica identità chimico-farmaceutica della città di Parma. Curiosa è anche la proposta di Bonatti che, scegliendo la formula del convegno, punta a svelare un aspetto poco noto di Parma: il territorio ducale ha dato i natali all’industria degli idrocarburi in Italia grazie ai primi ritrovamenti, già nell’Ottocento, nel campo di Vallezza. GSK presenta invece quattro incontri per affrontare temi come l’innovazione nel mondo delle scienze della vita e le prospettive di lavoro nel mondo farmaceutico, con un focus particolare sulla diversità di genere.
Cultura In Impresa - È sempre maggiore il numero di aziende che sceglie di investire in cultura, coniugando la promozione e la tutela del patrimonio con efficienza, concretezza e capacità tipicamente manageriali. Del resto, non mancano punti di contatto tra “fare impresa” e “fare arte”: entrambi sono il frutto di un metodo e dalla bellezza possono nascere innovazioni che vadano oltre il canone della sola tecnologia. Attraverso “Cultura in impresa”, 12 delle 40 aziende aderenti al progetto “Imprese Aperte” raccontano la loro trasformazione in spazi dove il pubblico può entrare a contatto con la cultura, nelle sue varie espressioni. Ciò può avvenire attraverso la fruizione originale di luoghi esistenti: è il caso di Pinko e Chiesi Farmaceutici e Gruppo Colser-Auroradomus, che ospiteranno in sede spettacoli di Verdi Off, la rassegna di appuntamenti collaterali al Festival Verdi, che porta la musica in luoghi inconsueti, raggiungendo nuovi pubblici. O di Dallara: l’Auditorium dell’Academy si trasforma eccezionalmente in una sala cinematografica, per la proiezione delle pellicole del Parma Film Festival. A Due sceglie invece di convertirsi in un museo del design, organizzando un’esposizione che ruota su oggetti provenienti dal Museo Alessi. Altre volte, le aziende creano ad hoc spazi deputati all’arte: ad esempio Fratelli Galloni, dopo l’incendio del 2016, ha trasformato gli spazi esterni allo stabilimento in una collezione permanente di opere d’arte contemporanea. Infine, è possibile fare arte anche coinvolgendo le persone. È quanto intende fare Laterlite, che allestisce nei propri spazi la mostra “Luce Naturale”, facendo dialogare i lavori fotografici di Gabriele Basilico (che fotografò lo stabilimento nel 1980) e di Luca Santiago Mora (che in tempo più recenti ha impresso su pellicola la natura che circonda l’azienda, nel corso delle quattro stagioni). Transfer Oil si affida all’artista trentino Andrea Viviani, che ne interpreta il prodotto industriale attraverso una selezione di 20 sculture a stelo, mentre X3Energy si racconta con la sua collezione di opere dell’artista reggiano Angelo Davoli, che nelle sue opere affiancava al realismo fotografico il metodo della pittura tradizionale.
Stop And Think - Una ulteriore articolazione del progetto “Imprese Aperte” è rappresentata dal concept “Stop and Think”, sviluppato da Unione Parmense degli Industriali e dall’associazione “Parma, io ci sto!” partendo da un format creato di Michela Bondardo, consulente internazionale di cultura d’impresa che per prima in Italia ha sviluppato sul piano teorico e operativo il tema dell'investimento strategico in cultura come leva competitiva per le imprese italiane. “Stop and Think” consiste in quattro incontri, declinati in forma di conversazioni informali, per comprendere che cosa significhi oggi essere imprenditori. Come spiega Michela Bondardo, «Alla base di ‘Stop and Think’ c’è la consapevolezza che investire sulla conoscenza significhi favorire la crescita armonica delle persone e l’evoluzione delle imprese in realtà virtuose, migliori perché più forti e competitive ma al contempo più umane. L’idea è quella di ragionare insieme su cosa vuol dire essere imprenditori in un mondo in cui la rivoluzione digitale mette al centro la qualità - senza la quale non c’è sostenibilità - e il senso di responsabilità -senza il quale non c’è futuro».
Protagonisti dei quattro incontri, che si terranno tutti a Parma, nella cornice di Palazzo Soragna, saranno imprenditori - con un’attenzione particolare per le donne - illuminati, dotati di visione, coraggio e della capacità di orientare i loro comportamenti in sintonia con le radicali trasformazioni in atto.
Info: www.impreseaperteparma.com