FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 9, 9 dicembre 2019

Salute, medicina

Tumore al pancreas: una nuova combinazione di quattro farmaci (cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina, gemcitabina
L’AIFA ha approvato una nuova combinazione di quattro farmaci per il trattamento dei pazienti con adenocarcinoma pancreatico

In occasione della giornata mondiale del tumore al pancreas (21 novembre), lunedì 18 novembre a Milano, presso la sala stampa nazionale, è stata presentata la prima campagna nazionale volta a supportare la sperimentazione clinica, indipendente e multicentrica, di una nuova combinazione di farmaci che è in grado di aumentare la sopravvivenza dei malati con tumore al pancreas, che, oggi, è la quarta causa di morte per tumore, ma si sa già che diventerà la seconda.

Piero Rivizzigno, presidente dell’Associazione Codice Viola, Michele Reni, direttore del Programma Strategico di Coordinamento Clinico, Pancreas Center, IRCCS Ospedale S. Raffaele, Milano e Gianpaolo Balzano, responsabile dell’Unità Funzionale di Chirurgia Pancreatica, Pancreas Center, IRCCS Ospedale S. Raffaele, Milano hanno parlato sia della nuova associazione dei farmaci sia della appropriatezza terapeutica.

Per oltre la metà dei pazienti, oggi, la diagnosi del tumore al pancreas avviene tardivamente, quando, cioè, la malattia è già in stadio metastatico. Ciò comporta che l’impatto sui pazienti e le loro famiglie è devastante: la sopravvivenza, inoltre, a 5 anni è pari all’8 per cento.

La ‘fatica di decidere’ è l’espressione che meglio cattura lo stato d’animo di chi si trova ad affrontare questo tipo di malattia, completamente impreparato, indipendentemente dal grado di istruzione o status sociale. - spiega Piero Rivizzigno - Il nostro sforzo è quello di alzare l’attenzione su questa patologia, che, allo stato attualem può considerarsi una vera emergenza sanitaria che mette a rischio la vita dei pazienti, non solo perché ha la peggiore prognosi fra tutti i tumori solidi, ma anche perché ci sono purtroppo un numero limitato di protocolli di cura e centri ospedalieri non sufficientemente specializzati per una presa in carico efficace del paziente.

La più importante arma a disposizione contro il tumore del pancreas è la chemioterapia, insieme alla chirurgia.

Due recenti studi indipendenti hanno dimostrato l’efficacia di una nuova associazione di quattro farmaci, il PAXG (cisplatino, nab-paclitaxel, capecitabina, gemcitabina), che è stata approvata da AIFA nello scorso mese di giugno 2019, ma che non è ancora stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale.

In uno studio randomizzato di fase II, ad esempio, la quadruplice combinazione ha ottenuto un miglioramento significativo della sopravvivenza (sopravvivenza a 1 anno 62 per cento, sopravvivenza a 2 anni 24 per cento), rispetto allo schema a due farmaci AG (nab-paclitaxel e gemcitabina). Sono, inoltre, significativamente aumentati la sopravvivenza libera da progressione (circa 8.3 verso 6.1 mesi), le risposte radiologiche (50 versus 29 per cento) ed il numero di pazienti con riduzione del marcatore tumorale CA19.9 ≥ 50 per cento (75 versus 58 per cento).

Vantaggi analoghi sono stati osservati anche nella malattia localmente avanzata (pazienti vivi a 18 mesi 69 per cento con PAXG rispetto a 54 per cento con gemcitabina e nab-paclitaxel).

La commissione Tecnico-Scientifica di AIFA ha autorizzato lo schema a inizio giugno 2019 e ci auguriamo che venga presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale per poterlo utilizzare al più presto nella pratica clinica. - spiega Michele Reni - Questo cocktail di farmaci, infatti, ha degli indubbi vantaggi clinici, richiede, infatti, solo 2 accessi ospedalieri mensili, anziché 3, e, rispetto allo schema attuale, ha anche un costo inferiore di circa il 15 per cento. Lo schema è adatto anche per i pazienti con mutazione BRCA, consentendo di poter somministrare il platinante, ritenuto attualmente necessario per questi pazienti, senza rinunciare al nab-paclitaxel.

Oltre alle nuove opzioni terapeutiche, che sono di fondamentale importanza per i pazienti - precisa Rivizzigno - è necessaria, tuttavia, una rivalutazione più strutturale dei modelli organizzativi e di cura per migliorare il livello di adeguatezza degli ospedali italiani, anche per quanto riguarda il trattamento chirurgico, al quale è associata ancora una notevole incidenza delle recidive e della mortalità ad un anno.

La chirurgia per il tumore del pancreas, infatti, può essere molto utile, ma anche molto dannosa, se l’ospedale non è adeguato.

Un studio ha evidenziato che in Italia ci sono 300 ospedali (il 77 per cento delle strutture che eseguono resezioni pancreatiche) che realizzano in media solo 3 operazioni al pancreas all’anno, troppo poche considerando che si tratta di uno degli interventi più complessi di tutta la chirurgia addominale.

Se l’ospedale non ha l’esperienza sufficiente, il paziente potrebbe non ricevere un trattamento adeguato. - commenta Gianpaolo Balzano - Il rischio più grave è la mortalità operatoria: lo studio, infatti, ha evidenziato che, in quei 300 ospedali, la mortalità per resezione pancreatica è superiore al 10 per cento, quindi 3 volte più alta rispetto ai centri con maggiore esperienza, dove si attesta al 3.1 per cento. - prosegue Balzano - In alcuni ospedali questo rischio può essere addirittura superiore al 20 o 25 per cento. C’è poi un altro rischio, meno evidente, ma altrettanto grave per il paziente, cioè che non vengano prese le decisioni corrette, come per esempio operare un paziente che non dovrebbe essere operato, non arrivare alla diagnosi in tempi adeguati o non gestire adeguatamente la chemioterapia.

Il tumore del pancreas può essere asportato solo nel 20 per cento dei pazienti: la complessità della chirurgia risiede anche nella capacità di selezionare con attenzione i candidati all’intervento.

Una precedente ricerca aveva mostrato che negli ospedali a ‘basso volume’ i pazienti sono sottoposti ad un eccesso di interventi chirurgici inutili, cioè senza che il tumore venga asportato (63 per cento delle operazioni eseguite negli ospedali a ‘minor volume’ contro 24 per cento in quelli a maggior volume), interventi che, secondo le linee guida, dovrebbero essere ridotti al minimo. Vi è un aumentato rischio di morire anche per questo tipo di interventi (mortalità 10.6 per cento negli ospedali a minor volume contro il 4.6 per cento dei più grandi).

Analogamente a quanto fatto dalla Conferenza Stato-Regioni con l’istituzione delle ‘Breast Unit’ nel 2014, dovrebbero essere istituite le ‘Pancreas Unit’, con precise linee di indirizzo organizzative e assistenziali. - prosegue Balzano - Ogni Regione dovrebbe, poi, individuare al più presto le strutture appropriate, prendendo in considerazione sia un criterio di ‘volume minimo’ (almeno 10), sia la qualità delle prestazioni offerte. - conclude Balzano - L’ospedale dovrebbe garantire un basso tasso di mortalità operatoria e un team multidisciplinare con competenze specifiche proprio sulla patologia pancreatica, per la gestione della diagnosi, della cura e delle complicanze post-intervento.

Durante l’incontro Giovanni Storti del trio ALDO, GIOVANNI E GIACOMO ha presentato il contributo video (https://www.youtube.com/watch?v=-yuBn6soFMU) da loro realizzato a sostegno dell’Associazione Codice Viola e del suo impegno per migliorare la qualità della vita e la sopravvivenza dei malati di tumore al pancreas.

Il video, come anticipato, è di supporto alla prima campagna nazionale di raccolta fondi a favore di una sperimentazione clinica, indipendente e multicentrica, sul cancro del pancreas.

La nostra associazione si sta impegnando in una raccolta fondi a favore di una sperimentazione clinica randomizzata di Fase III che abbia due caratteristiche fondamentali: una sperimentazione indipendente e contemporaneamente multicentrica per favorire la partecipazione di tutti i pazienti anche quelli non prossimi ad un centro di eccellenza. - afferma Rivizzigno - Ringraziamo, quindi, Aldo Giovanni e Giacomo per la loro sensibilità e il contributo che stanno dando alla causa dei nostri pazienti e delle loro famiglie.

Info, video, donazione a Codice Viola: IBAN: IT28E0569620400000008637X43 - Causale: Donazione per la ricerca - www.codiceviola.org.