CUTE Project: una campagna di crowdfunding e due missioni in Uganda e Benin

11/02/2025


Segnaliamo che il 15 febbraio partirà la settima Missione di Cute Project in Uganda, cui ne seguirà, a novembre, una in Benin.

L’associazione di volontariato Cute Project Onlus, nata nel 2012 a Torino, ha come obiettivo la formazione teorica e pratica del personale sanitario dei Paesi in via di sviluppo, nell’ambito della chirurgia plastica ricostruttiva, con indirizzo specifico rivolto alla cura delle ustioni e dei loro esiti. In questi 12 anni di attività Cute ha lavorato in Congo, Uganda e Benin.

Proprio per sostenere le missioni in Uganda e Benin l’associazione ha lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Rete del Dono.

In Italia, dal 2014 Cute Project ha attivato un ambulatorio di chirurgia plastica pro bono al Sermig: all’ambulatorio arriva chi non ha accesso al Servizio Sanitario Nazionale a causa della poca informazione o per problemi burocratico - amministrativi.

Daniele Bollero, presidente di Cute e chirurgo plastico al CTO di Torino, ha detto: Nei Paesi africani più poveri c’è grande necessità di chirurgia plastica ricostruttiva non esiste una formazione specifica: i pazienti ustionati e/o incidentati non ricevono cure adeguate e questo porta alla formazione di cicatrici retraenti e all’inabilità. … In questi anni abbiamo realizzato diverse missioni in Africa, con attività chirurgica, medica, fisioterapica e formazione teorico-pratica. Fra le tante: trattamento chirurgico e medicazioni di ustioni e cicatrici, bendaggi, utilizzo di apparecchiature per il trattamento delle perdite di sostanza, tecniche di riabilitazione nei pazienti con cicatrici post-ustione. Nelle diverse missioni ogni anno lasciamo materiale da medicazione, farmaci, strumenti chirurgici e medici e rimaniamo in contatto con il personale locale che segue i pazienti trattati.

Le cicatrici e i suoi vissuti

Le cicatrici da ustioni causano disabilità in bambini e adulti, soprattutto se colpiscono gli arti, rendendo difficile il loro reinserimento nella vita sociale. Formare medici e infermieri locali nella cura di questo tipo di pazienti evita il formarsi di cicatrici retraenti e rende possibile intervenire sugli esiti invalidanti, cambiando radicalmente la vita e il destino dei pazienti.

Ad esempio: riaprendo le manine dei bimbi ustionati, si permetterà loro di tornare a scuola, ricominciando a essere bambini nella loro comunità. Riaprendo le gambe, si permetterà loro di tornare a camminare normalmente, non accovacciati, così da poter fare nuovamente una vita “normale”.

La cicatrice ha sicuramente molti vissuti: è il ricordo del trauma subito, è la possibile disfunzionalità che lo accompagna, è il dolore, è l’alterazione della percezione di quella parte del proprio corpo e magari di tutta la persona.

Il chirurgo plastico, grazie alla sua capacità di coniugare funzionalità ed estetica, prova a ridare nuova forma al trauma, al dolore, del corpo e della mente, aiutando il paziente a superare il trauma subito.

In un contesto povero e con poche risorse di sopravvivenza è essenziale tentare di ridare funzionalità a una parte del corpo, ma non bisogna dimenticare che anche sull’aspetto estetico si basa l’accettazione dell’individuo nella società, soprattutto in un Paese così diverso dal nostro, in cui i significati culturali e religiosi sono per noi di difficile comprensione.

Le malformazioni

Molte volte nelle missioni africane Cute ha incontrato situazioni estreme, come gli esiti di aggressione con acido al volto. In questo caso il trauma è gravissimo e i risvolti psicologici difficilmente superabili. In un contesto disagiato e difficile come l’Africa un evento così tragico è ancor più terrificante e condanna la vittima, oltre che a molte sofferenze fisiche, anche all’esclusione sociale.

La chirurgia plastica ricostruttiva si occupa anche delle malformazioni come la labio-palato-schisi (labbro leporino), molto presente sul territorio africano, che rende difficile la sopravvivenza dei piccoli affetti da questa malformazione, a causa dell’alto tasso di infezioni recidivanti delle vie respiratorie e per la difficoltà a nutrirsi.

La formazione dei medici locali

L’attività formativa, durante le missioni, per i medici e gli infermieri locali, si svolge in aula per la formazione teorica e quella pratica, nel corso degli interventi, in sala operatoria e continua negli ambulatori per le medicazioni e in reparto per le cure mediche. Il personale di Cute resta, inoltre, in contatto con i medici e chirurghi locali che proseguono il follow up dei pazienti. I pazienti che non possono essere operati vengono seguiti con cure mediche e fisioterapiche.

Facendo formazione a medici e infermieri locali grazie a Cute sono stati operati più di 1200 pazienti, numero raggiunto nel corso della missione di maggio 2024 in Uganda, presso il Regional Referral Hospital di Fort Portal.

Negli anni, Cute Project è riuscita a portare a Torino con una borsa di studio, il chirurgo ugandese Dr. Kalanzi, primo chirurgo plastico del suo paese e membro attivo dell’associazione, per un percorso di aggiornamento.

I problemi sono tanti, difficili, hanno tanti volti, tanti sguardi, tante mani, tanti occhi: e i quindici giorni di una missione sono pochi: bisogna svuotare gli scatoloni, allestire le sale operatorie, verificare che tutto funzioni per poter cominciare a operare; e poi ancora visitare tutti i pazienti, programmare le sedute operatorie: tutto questo deve essere fatto velocemente.

Cute garantisce interventi chirurgici svolti ininterrottamente, dalle 8 del mattino alle 8 di sera, tutti i giorni, visite ai pazienti operati tutte le mattine, medicazioni, medicine, guaine elasto-compressive per il trattamento delle cicatrici ipertrofiche ...