Domenica 15 dicembre 2024, ore 17.00, a Siena, nella Sala Italo Calvino del Complesso museale Santa Maria della Scala (piazza Duomo 1) la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala di Siena proporrà il docufilm MARIO VERDONE: IL CRITICO VIAGGIATORE realizzato dal figlio Luca Verdone, per ripercorrere la vita del padre.
Precisiamo che il docufilm è stato prodotto da Laurentina Guidotti e Conchita Airoldi per Iperfilm in associazione con Luce Cinecittà e in Il docufil collaborazione con Rai Cinema
Ricordiamo che Mario Oreste Verdone (Alessandria, 27 luglio 1917 - Roma, 26 giugno 2009), storico del cinema, critico cinematografico e saggista, è stato il primo docente di Storia e critica del film nelle università italiane, esperto delle Avanguardie del Novecento, in particolare del Futurismo, e, da sempre, fortemente legato alla città di Siena dove ha passato l’infanzia e l’adolescenza.
Ad aneddoti familiari e materiale d’archivio, si intrecciano, nel docufilm, anche le testimonianze di alcuni amici senesi della Contrada della Selva.
Il docufilm è un ritratto dolce e toccante, che non solo ricostruisce il ritratto di una generazione che ha inventato l’Italia democratica e antifascista, ma fa anche conoscere al pubblico la grande poliedricità di uno degli intellettuali e uomini di cultura più importanti della storia italiana
Realizzato in stile cinema-verità, di stampo neorealista, il docufilm è un racconto a più voci dove si intrecciano le testimonianze di nomi come, ad esempio, Fernando Birri, padre del cinema latino-americano, Franco Ferrarotti, Elio Pecora, Liana Orfei, Francesca Barbi Marinetti, Roberto Barzanti e Daniele Lucchetti, che ricorda le lezioni di Mario Verdone all’università come un capitolo nuovo della didattica cinematografica.
Il docufilm è ambientato nella casa di campagna del fratello Carlo, dove avviene una riunione fra fratelli, con Luca e Silvia che vi partecipa col marito Christian De Sica: i loro racconti e aneddoti delineano la personalità di Mario, un critico e scrittore in anticipo sui tempi e viaggiatore instancabile, e non tralasciano come, grazie alla sua opera documentarista, egli sia stato capace di raccontare, nelle sue opere degli anni Cinquanta, l’Italia di un tempo lontano, impegnata a risollevarsi dalla guerra.
Sottolineiamo che il docufilm sfugge alle celebrazioni e restituisce uno spaccato autentico di una grande stagione del cinema italiano.