Nei giorni scorsi, a Milano, sono stati presentati i dati dell'XI edizione dell'Osservatorio sul Change Management in Italia, promosso da Assochange (associazione di imprese, enti, istituzioni, professionisti e Università, costituita nel 2003, luogo di incontro, confronto e diffusione di conoscenza sul Change Management per aiutare le organizzazioni a raggiungere i loro obiettivi di cambiamento), in collaborazione con il Politecnico di Milano.
L’AI è utilizzata dal 68% delle aziende, ma il potenziale è ancora inesplorato.
L’indagine, che ha coinvolto un campione di 110 organizzazioni, offre un quadro dettagliato delle trasformazioni in atto nel panorama aziendale, mettendo in evidenza motivazioni, criticità e migliori pratiche per affrontare con successo i progetti di cambiamento.
Il campione analizzato comprende aziende appartenenti a vari settori, con il 24% operante nei servizi, il 21% nel manifatturiero, il 16% nella pubblica amministrazione e il restante distribuito tra altri ambiti come tecnologia e finanza.
Dal punto di vista dimensionale, il 65% delle organizzazioni è costituito da grandi imprese con oltre 250 dipendenti, mentre il 20% appartiene alla categoria delle medie imprese (tra 50 e 249 dipendenti) e il 15% da piccole imprese con meno di 50 dipendenti.
Questa diversificazione garantisce una visione rappresentativa delle dinamiche e delle sfide che caratterizzano l’ecosistema aziendale italiano.
Daniele Cantore, vicepresidente Assochange (nella foto con la presidente), ha spiegato: Come sempre il questionario ha due anime. La prima, che possiamo definire storica, consiste in un nucleo di domande ripetute negli anni, mirate a registrare tendenze e variazioni di carattere generale. La seconda sezione, invece, cambia ogni volta, in coerenza con il tema dell’anno che, nel 2024, è stato doppio: l’impatto dell’intelligenza artificiale come motore del cambiamento e la gestione della coesistenza nelle organizzazioni di cinque generazioni.
I risultati mostrano che le principali motivazioni che inducono le organizzazioni verso il cambiamento riguardano necessità di innovare e di mantenere la competitività (38% del campione) ed efficientamento operativo (33%).
Nonostante il Change Management sia riconosciuto come un elemento strategico per il successo, il rapporto evidenzia che il 43% dei progetti di trasformazione non raggiunge pienamente i propri obiettivi.
Tra le principali difficoltà emergono la resistenza culturale al cambiamento da parte delle risorse umane, indicata come ostacolo dal 40% degli intervistati, e una comunicazione interna non adeguata, che limita il coinvolgimento dei dipendenti.
Inoltre, il 27% delle imprese segnala una carenza di supporto da parte della leadership, evidenziando la necessità di rafforzare il ruolo dei vertici aziendali. D’altra parte, le organizzazioni definite "Top Performer" dimostrano che il successo è possibile grazie a un approccio integrato.
Queste aziende coinvolgono attivamente i dipendenti fin dalle fasi iniziali dei progetti, utilizzano strumenti digitali per monitorare costantemente i progressi e investono in formazione mirata.
I dati rivelano che il coinvolgimento precoce dei lavoratori aumenta del 30% le probabilità di successo delle iniziative, sottolineando l’importanza di una strategia inclusiva e partecipativa.
Un tema particolarmente interessante emerso dalla ricerca riguarda il ruolo delle nuove generazioni, in particolare la cosiddetta Generazione Z (1995-2010).
Il 45% delle aziende intervistate riconosce un atteggiamento propositivo da parte dei giovani verso il cambiamento, ma il loro potenziale è spesso sottoutilizzato.
Questa fascia di lavoratori, più incline ad accettare e promuovere nuove iniziative, chiede trasparenza e un approccio collaborativo che integri valori come la sostenibilità e l’innovazione sociale.
L’Intelligenza Artificiale rappresenta un altro elemento chiave nelle trasformazioni aziendali.
Attualmente, il 68% delle organizzazioni sta implementando soluzioni basate sull’AI, con un impatto significativo sulla gestione delle risorse umane, sulla supply chain e sul marketing.
Tuttavia, il rapporto evidenzia che l’adozione di queste tecnologie è spesso limitata a progetti di contenimento dei costi, mentre il loro potenziale per generare nuovi ricavi e valore rimane in gran parte inesplorato.
Un aspetto trasversale che emerge dalla rilevazione è il ruolo fondamentale della comunicazione interna.
Le aziende che investono in una comunicazione chiara e trasparente registrano livelli più elevati di coinvolgimento da parte dei dipendenti.
La mancanza di dialogo e di una strategia comunicativa strutturata è spesso correlata al fallimento delle iniziative di cambiamento, mentre la sua presenza rappresenta uno dei fattori più significativi per il successo.
Guardando al futuro, il rapporto individua tre aree prioritarie di intervento per le organizzazioni: valorizzazione dell’intergenerazionalità, evoluzione dell’AI come strumento strategico per la crescita e rafforzamento della leadership come elemento guida.
L’integrazione tra competenze diverse e una visione sistemica saranno cruciali per affrontare con successo le sfide dei prossimi anni.
Moira Masper, presidente Assochange (nella foto con il vicepresidente), ha così concluso: L’Osservatorio sul Change Management, conclude si conferma una guida preziosa per affrontare le trasformazioni aziendali, offrendo una roadmap concreta per un cambiamento che sia davvero efficace e sostenibile: il change non è mai un processo lineare e richiede un mix di strategia, capacità di adattamento e un’attenzione particolare alle persone. Solo un approccio olistico, che integri tecnologia, competenze e cultura aziendale, può garantire il successo delle trasformazioni future..