L’incontinenza è, ormai, una questione globale, inserita anche nell’agenda del Parlamento Europeo. Solo in Italia, sono circa 5 milioni i cittadini interessati da questa condizione, che differisce profondamente tra uomo e donna e che, come nel resto d’Europa, registra un maggiore incremento a partire dai 65 anni di età.

Per ribadire, anche a livello istituzionale, le istanze di tutte le persone con incontinenza, dal 2007, il 28 giugno di ogni anno, si celebra in Italia la Giornata Nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza. Un’occasione anche per TENA, impegnata da sempre nello sviluppo di prodotti e servizi che riducano al minimo l‘impatto di questa condizione sulla vita quotidiana delle persone, per ribadire l’importanza di rompere il tabù, facendo informazione e cultura sul tema, in un’ottica soprattutto di prevenzione. Nel nostro Paese, il 60% di chi soffre di incontinenza sono donne, ma se gli effetti negativi derivanti da questa condizione possono estendersi ad ogni componente della personalità, sia nelle donne sia negli uomini, creando disagi che possono sfociare in complessi di inferiorità e tendenza all’isolamento, vi è sostanziale differenza dell’origine del problema tra i 2 sessi. La causa è da attribuirsi all’anatomia e ai fattori di rischio prevalenti nel sesso femminile. Nelle donne l’incontinenza può insorgere a causa di uno o più parti naturali, di cambiamenti ormonali (menopausa) e del prolasso dell’utero. Negli uomini, invece, è determinata dai cosiddetti Sintomi del Basso Tratto Delle Vie Urinarie o LUTS (Lower Urinary Tract Symptoms).

Sia nell’uomo che nella donna - spiega il dott. Massimo Perachino, Direttore della S.O.C. di Urologia dell‘Ospedale Santo Spirito di Casale Monferratole perdite urinarie sono un sintomo, non una malattia di per sé, e vanno quindi indagate per identificarne la causa. Anche in giovane età, si possono verificare piccole perdite urinarie, che avvengono sotto sforzo o perché la donna non riesce ad arrivare in tempo in bagno, e che costituiscono un problema assai diffuso, più frequente con l‘aumentare dell‘età. Oltre a costituire un ovvio problema di carattere igienico, le perdite urinarie possono minare pesantemente l‘autostima della donna, causando disagio sia con sé stessa che nei rapporti con gli altri. Quando una donna inizia a lamentare il problema, il consiglio è di rivolgersi con fiducia allo specialista urologo per trovare le opportune soluzioni. Possiamo tranquillamente affermare che, se affrontata per tempo, non esiste un‘incontinenza urinaria incurabile. Diverso il discorso per l’uomo – precisa l’esperto – poiché i LUTS sono sintomi comuni, che colpiscono oltre il 50 per cento degli uomini con più di 50 anni , e possono essere causati dall’ingrossamento della prostata, come da interventi chirurgici, e sono influenzati anche dall’avanzare dell’età. Le cause di tali sintomi, tra cui l’incapacità di trattenersi quando si presenta la necessità di urinare o la necessità di urinare durante la notte, anche ripetutamente, sono varie, anche se per la maggior parte sono legate alla prostata. Poiché al giorno d’oggi la maggior parte degli uomini sopra i 50-60 anni ancora conduce uno stile di vita attivo, i LUTS sono sempre meno tollerabili. Eppure anche questi disturbi, se affrontati in modo adeguato, possono essere tenuti sotto controllo e curati in modo efficace.

Come è emerso nel corso del IV Global Forum of Incontinence, la più importante piattaforma internazionale di dibattito e confronto sul tema incontinenza,  per assicurare una buona qualità di vita alle persone con disturbi urinari, oltre alla conoscenza delle differenze fisiologiche e dell’eziologia del problema negli uomini e nelle donne, è necessario fare prevenzione.

Fare prevenzione significa, soprattutto, identificare i principali fattori di rischio che influiscono sui disturbi urinari, primo fra tutti l’obesità. L’eccesso ponderale, infatti, oltre a portare a problematiche cardio-vascolari, respiratorie e ortopediche, influenza la comparsa dei disturbi urinari, soprattutto nelle donne che, dalla menopausa in poi, sono naturalmente portate ad ingrassare. Altro fattore di rischio da non sottovalutare è il diabete, ma anche l’osteoporosi severa con le sue conseguenze (fratture e cadute), oltre alla perdita delle funzioni cognitive.

L’adozione di un corretto stile di vita rimane alla base dell’approccio integrato per la prevenzione dell’incontinenza, insieme all’attività fisica e agli esercizi per il rafforzamento del pavimento pelvico, disponibili anche sul sito www.tena.it. Perché, come ha dichiarato la dott.ssa Jeanette Brown, Founder and Director of the UCSF Women’s Continence Center  dell’University of California di San Francisco, perdere peso e fare esercizio consente di ridurre fino al 50% il rischio dei disturbi urinari.