Piercarlo Fabbio e Piero Teseo Sassi: Alessandria di Marengo

12/10/2020


Oggi segnaliamo l’uscita del volume Alessandria di Marengo, scritto, in forma dialogante, dagli alessandrini Piercarlo Fabbio e Piero Teseo Sassi, con la collaborazione di Mauro Remotti, e pubblicato da MF Studios Editore.

Il volume Alessandria di Marengo racconta, in modo semplice e divulgativo, la vita quotidiana in Alessandria al tempo di Napoleone Bonaparte: gli autori ci spiegano, cioè, come viveva la gente comune e quali potevano essere le conseguenze degli eventi storici avvenuti in quel periodo nell’alessandrino sulla vita di tutti i giorni.

Nelle oltre 500 pagine di Alessandria di Marengo troviamo storie di miseria, analfabetismo e di lavori umili che vedevano, ad esempio, i contadini impegnati nella lavorazione del baco da seta: in quell'epoca, infatti, nella pianura c'erano due milioni di gelsi.

Non mancano, poi, le storie di balie e levatrici: donne costrette ad emigrare per assicurare un po’ di sopravvivenza economica alla loro famiglia in paese, rinunciando all’allattamento del proprio bimbo per tenere, invece, in grembo il piccolo di una famiglia agiata, che poteva pagarne la poppata tanto da sfamare il figlio a casa e gli altri figli.

Anche per le guerre la povertà era regina. Il regime napoleonico, ricordano gli autori, cercò di togliere gli eserciti dalla mera beneficienza dei facoltosi e trovare soluzioni più durature con iniziative di riscossione pubblica, come, ad esempio, le imposte sugli spettacoli.

I cavalli, forti e robusti, morti in battaglia, costituivano, poi, una fortuna per le macellerie e la popolazione del tempo.

Alessandria, ci spiegano i due autori in Alessandria di Marengo, è stata al centro di una politica di potere del Generale e primo console Bonaparte che, dopo la vittoria di Marengo contro gli austriaci (14 giugno 1800), tra l’altro, non esitò ad abbattere la Cattedrale il 6 gennaio 1803.

Fabbio e Sassi ci ricordano, anche, che in tale periodo sono nate portate come “la ciapilaia” (carne battuta di manzo e cavallo) o il piatto di Angelotu (er piat d’Angelotu) da cui deriva l’odierno piatto d’agnolotti.

Piercarlo Fabbio, Teseo Sassi, Mauro Remotti ci testimoniano la portata culturale di Marengo alla vigilia del 200*anniversario della morte dell’imperatore più ricordato e cliccato su internet, predisponendo, quindi, un clima culturale di riferimento che aiuta molto a comprendere che forse arruolarsi e marciare per una battaglia significava morire con una dignità scacciando la povertà.

Segnaliamo, infine, che il volume Alessandria di Marengo, arricchito da alcune opere di Franco Sassi (Alessandria, 1912-1993), è stto realizzato con la collaborazione della città di Alessandria (il sindaco Gianfranco Cutticza di Revigliasco ne ha curato l’introduzione), ed il Museo della Gambarina.