Giornata Mondiale Contro Il Cancro: in Italia ancora troppe differenze territoriali nella cura

04/02/2020


Oggi, martedì, 4 febbraio si celebra la Giornata Mondiale Contro il Cancro: ogni anno 9,6 milioni di persone muoiono a causa della malattia in tutto il pianeta, almeno un terzo dei casi può essere evitato grazie alla prevenzione e agli stili di vita sani (no al fumo, attività fisica costante e dieta corretta). Il fumo di sigaretta, ad esempio, è responsabile del 22% del totale dei decessi per tumore.

L’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) aderisce alla Giornata Mondiale Contro il Cancro, per sensibilizzare i cittadini ad evidenziare l’impegno che ognuno può offrire nella lotta contro la malattia (I am and I will).

In dieci anni, in Italia, i pazienti vivi dopo la diagnosi di tumore sono aumentati del 53% (erano 2 milioni e 250mila nel 2010, oggi sono 3 milioni e 460mila). Un risultato molto importante, che dimostra i passi in avanti realizzati nell’assistenza oncologica e che colloca il nostro Paese ai vertici in Europa e nel mondo. Ma si tratta di un risultato migliorabile, perché sono ancora troppe le differenze sul nostro territorio: dall’adesione e copertura degli screening ancora troppo basse al Sud, alla realizzazione delle reti oncologiche regionali a macchia di leopardo, alla disponibilità solo in alcune Regioni più virtuose di terapie efficaci e di test in grado di analizzare il profilo molecolare del tumore. Un impegno che si traduce anche nel garantire a tutti le stesse opportunità di cura. Ma, in Italia, sono ancora troppe le differenze regionali nell’assistenza oncologica, situazione che determina gravi conseguenze a danno dei cittadini.

Ieri, lunedì 3 febbraio 2020, a Milano, presso l’Hotel Michelangelo, in Piazza Luigi di Savoia 6, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) ha organizzato una conferenza per illustrare le principali difformità territoriali che caratterizzano la cura dei tumori nel nostro Paese e lanciare un appello alle Istituzioni perché venga seguito l’esempio delle Regioni più virtuose, a tutto vantaggio dei pazienti.

Nel corso dell’evento hanno preso la parola Giordano Beretta (Presidente Nazionale AIOM e Responsabile dell’Oncologia Medica all’Humanitas Gavazzeni di Bergam), Massimo Di Maio (Segretario Nazionale AIOM e Direttore dell’Oncologia dell’Ospedale Mauriziano di Torino), Lucia Del Mastro (membro Direttivo nazionale AIOM e Responsabile Breast Unit IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova), Paolo Ascierto (Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli) e Nicla La Verde (membro Direttivo nazionale AIOM e Direttore Oncologia Ospedale Sacco di Milano). Il moderatore è stato Mauro Boldrini di Intermedia.

Giordano Beretta, Presidente AIOM, ha affermato: Il nostro Paese è ai vertici in Europa nell’assistenza oncologica. Va seguito l’esempio di Regioni virtuose, che hanno favorito l’accesso a farmaci innovativi e a esami in grado di predire l’efficacia della chemioterapia. - ha proseguito Beretta - Nel 2018 sono stati stimati, nel mondo, più di 18 milioni di nuovi casi di cancro, erano 12 milioni nel 2008. - ha spiegato Giordano Beretta - La patologia è in costante crescita nel mondo per la diffusione di stili di vita scorretti, a cui si aggiungono anche fattori ambientali. La qualità del nostro Sistema Sanitario è testimoniata dalla sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi, che presenta tassi più alti rispetto alla media europea nei tumori più frequenti: 86% nella mammella (83% UE), 64% nel colon (60% UE), 16% polmone (15% UE) e 90% prostata (87% UE). E raggiungiamo questi risultati con minori investimenti: la spesa sanitaria pubblica in rapporto al PIL nel nostro Paese ha registrato un calo, passando dal 7% nel 2010 al 6,5% nel 2017, a fronte del 9,8% della media europea. - ha concluso Beretta - Vi sono, però, ancora differenze regionali che devono essere superate, perché nessuno rimanga indietro e tutti possano accedere alle cure più efficaci indipendentemente dal luogo in cui vivono”.

Alcune Regioni come la Campania hanno segnato la strada.

A ottobre 2019, è stata la prima in Italia a fornire gratuitamente a tutti i pazienti colpiti da melanoma, un tumore della pelle, la combinazione di due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab. - ha affermato Paolo Ascierto - Un anno fa, la terapia era stata approvata dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ma lasciata in fascia C, impendendone, così, la rimborsabilità da parte del Servizio Sanitario Nazionale. Si è creato in questo modo un grave danno per i pazienti colpiti da melanoma, soprattutto per i cittadini con metastasi cerebrali asintomatiche, circa il 40% del totale, per i quali questa combinazione ha evidenziato risultati importanti: il 70% delle persone è libero da recidiva a 2 anni, motivo per cui tale trattamento è riconosciuto come prima opzione dalle maggiori linee guida internazionali in questi pazienti. - ha aggiunto Ascierto - Nelle altre Regioni la terapia non è ancora rimborsata, chiediamo che le Istituzioni locali si attivino quanto prima perché i malati non possono aspettare.

La Lombardia, ad esempio, è stata apripista sui test genomici, stabilendone, a settembre 2019, la rimborsabilità per le donne con carcinoma della mammella in stadio iniziale (positivo ai recettori ormonali e a rischio intermedio).

È stata la prima Regione ad adottare un provvedimento di questo tipo. - ha sottolineato Nicla La Verde - La genomica fornisce straordinarie informazioni sulla natura di alcuni tumori. Nel carcinoma mammario, in particolare, aggiunge dati che i parametri clinici, come il diametro della massa tumorale o la sua stadiazione, non offrono. I test genomici, infatti, sono in grado di predire l’aggressività della malattia in stadio iniziale e di stimare meglio il rischio di una paziente, operata di tumore al seno, di sviluppare metastasi. Questi test, quindi possono aiutare a decidere se aggiungere la chemioterapia alla terapia ormonale dopo la chirurgia. Grazie al test genomico, alcune pazienti a rischio intermedio di ricaduta possono evitare la chemioterapia. - ha concluso La Verde - Ciò può tradursi, da un lato, in un beneficio clinico per le pazienti che non vengono più esposte ad un eccesso di trattamento e al relativo rischio di tossicità immediate e tardive, dall’altro in un impatto favorevole sulla spesa sanitaria, che rappresenta un elemento di importanza fondamentale con cui anche i clinici devono confrontarsi.

Nel trattamento del tumore della mammella si stanno evidenziando preoccupanti disparità nell’accesso alle terapie.

In particolare, nelle forme che esprimono in quantità eccessiva la proteina HER2 e che rappresentano circa il 15-20% dei casi, l’ente regolatorio europeo (EMA) nel 2015 ha approvato pertuzumab, terapia a bersaglio molecolare, prima della chirurgia (trattamento neoadiuvante) - ha spiegato Lucia Del Mastro - È dimostrato che il farmaco, somministrato insieme alla chemioterapia prima dell’intervento chirurgico, aumenta la probabilità di ottenere la risposta patologica completa, vale a dire la scomparsa del tumore invasivo sia nel seno sia nei linfonodi, riducendo, così, le probabilità di ripresa di malattia. - ha aggiunto Del Mastro - AIFA ha recepito l’indicazione europea, ma nel 2017 ha deciso di non rimborsare la molecola. In questo modo, si creano disuguaglianze sia rispetto agli altri Paesi europei, che, invece, (fatta eccezione per la Francia) hanno rimborsato la molecola, sia all’interno del territorio nazionale. - ha proseguito Del Mastro - Assistiamo a disparità inaccettabili nell’accesso alla terapia, anche all’interno di una stessa Regione, perché alcuni ospedali hanno assunto la decisione di acquistare il farmaco, altri, invece, per considerazioni di budget, non l’hanno adottata. - ha concluso Del Mastro - Nel momento in cui EMA approva un farmaco con una specifica indicazione, AIFA dovrebbe non solo recepire la decisione, ma anche rimborsare la terapia.

La situazione attuale, dunque, crea difficoltà sia alle pazienti sia ai medici, che non possono seguire le linee guida internazionali, che raccomandano il trattamento neoadiuvante con pertuzumab.

In occasione della Giornata Mondiale Contro Il Cancro è stato organizzato da AIOM e Fondazione AIOM un corso di formazione sulle Linee Guida destinato ai pazienti, che si tiene oggi, martedì 4 febbraio, e domani, mercoledì 5 febbraio, a Milano.

Le Linee Guida sono uno degli strumenti principali della medicina basata sull’evidenza. - ha affermato Massimo Di Maio - Attraverso un processo sistematico e trasparente rendono possibile il trasferimento nella pratica clinica di tutte le nuove conoscenze prodotte dalla ricerca medico-scientifica. All’elaborazione di diverse Linee Guida AIOM hanno preso parte anche i pazienti, che oltre ai medici specialisti, sono gli “utilizzatori finali” di questi documenti. Devono essere inclusi nella loro stesura. … - ha aggiunto Massimo Di Maio - Per estendere le “buone pratiche” a tutto il territorio, devono essere implementate le reti oncologiche regionali, la cui attivazione, ad oggi, risulta eterogenea. Le reti, infatti, rappresentano il modello per garantire in tutto il nostro Paese l’accesso a diagnosi e cure appropriate e di qualità, per razionalizzare risorse, professionalità e tecnologie, e per arginare il fenomeno preoccupante delle migrazioni sanitarie.

Info: www.aiom.it