Pediatri di famiglia: argine contro il disagio adolescenziale

02/04/2019


Venerdì 29 e sabato 30 marzo, a Milano, presso l’hotel Nhow di via Tortona si sono svolte le due giornate del 7° Congresso Nazionale del Sindacato Medici Pediatri di Famiglia (SiMPeF): vari relatori si sono confrontati sulle ultime novità e conferme in Pediatria.

Dal congresso è uscita la proposta di estendere fino alla maggiore età l’assistenza del pediatra di famiglia per combattere, in particolare, l’assunzione di comportamenti “autodistruttivi”, che può essere, spesso, solo un’espressione del disagio adolescenziale

Consumo di alcol, fumo, sedentarietà, dipendenza dalla tecnologia: queste sembrano, infatti, essere le caratteristiche principali per descrivere le cattive abitudini e il disagio degli oltre 2 milioni di adolescenti italiani. Secondo i più recenti dati Istat, infatti, il 14,9% dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni consuma alcol fuori dai pasti, nel 6,3% dei casi fuma e nel 16,6% dei casi non fa nessuna attività fisica; inoltre, il 93,9% dei ragazzi tra i 15 e i 17 anni usa internet, nell’82% dei casi quotidianamente, arrivando anche a un uso eccessivo e a mostrare segni di dipendenza.

Nonostante i dati allarmistici sui comportamenti devianti degli adolescenti - ha spiegato Katia Vignoli, psicoterapeuta esperta di adolescenti - non c’è in realtà nulla di particolarmente nuovo nell’attuale generazione di giovani. Ribellarsi, provare disagio, scontrarsi con la generazione degli adulti sono comportamenti che in questa fase evolutiva si ripetono da secoli. - ha proseguito Katia Vignoli - La novità. piuttosto, è rappresentata dalle modalità in cui si manifesta il disagio adolescenziale, quale, ad esempio, l’abuso nell’utilizzo di internet e dei social network. Per definizione un adolescente è sempre ‘solo’: talmente assorbito dalla sua repentina trasformazione, da essere così centrato su sé stesso dal non vedere altro. L’abitudine ai social network amplifica questo stato di ‘monade’: si comunica senza scambiare, ci si mostra senza svelarsi, si cerca ossessivamente la visibilità per sparire nella serialità e nell’omologazione delle immagini.

L’assumere comportamenti “autodistruttivi” può essere spesso solo un’espressione del disagio adolescenziale.

Il malessere, tipico, di questo periodo dello sviluppo - ha chiarito Rinaldo Missaglia, Segretario Nazionale SiMPeF-Sindacato Medici Pediatri di Famiglia - può portare ad assumere abitudini, quali il consumo di alcol, l’attitudine al fumo, l’uso di sostanze psicoattive, ma anche l’inattività fisica stessa, che i giovani associano idealmente ad un comportamento ‘adulto’; cosicché la distanza generazionale nei confronti degli adulti si sostanzia paradossalmente in un’imitazione dei loro comportamenti simbolo. Questi ragazzi, non di rado mal compresi e financo trascurati dalle figure adulte di riferimento, sono costretti a subire anche un vuoto assistenziale che il pediatra di famiglia potrebbe però colmare. - ha aggiunto Rinaldo Missaglia - Infatti, il sistema dei controlli preventivi caratterizzato dalle visite ad età filtro, strumento prezioso e consueto nella pratica della pediatria di famiglia, dovrebbe continuare a rappresentare un valido mezzo per accompagnare in continuità il ragazzo fino all’età adulta consentendo anche di rilevare eventuali situazioni di particolare criticità che necessitino di un intervento professionalmente adeguato. Non dimentichiamo che, come denuncia un recentissimo rapporto pubblicato su Lancet, tra il 1990 e il 2016 lo stato di salute delle generazioni più giovani è in netto peggioramento in tutto il mondo, con sovrappeso e obesità a farla da padrone. È tempo che le Istituzioni preposte all’organizzazione del Sistema Sanitario Nazionale e Regionale si attivino per valutare l’adeguamento delle norme alle nuove esigenze sanitarie dei giovani assistiti prima che queste sfocino in emergenze sociosanitarie.

Il disagio adolescenziale è un fatto concreto. - è intervenuto Alessandro Albizzati, direttore Neuropsichiatria dell’Infanzia e Adolescenza, Ospedale San Paolo di Milano - I principali indicatori internazionali e la nostra pratica quotidiana testimoniano problematiche psico-sociali da non sottovalutare né trascurare: disturbi alimentari, dipendenza da internet, cyberbullismo, binge-drinking, tentato suicidio sono fenomeni all’ordine del giorno nei nostri reparti. Una figura di riferimento come il pediatra di famiglia potrebbe essere utile, sia al giovane sia ai famigliari, in questa età particolarmente critica di transizione verso la vita adulta, soprattutto per individuare situazioni borderline che se non affrontate potrebbero solo peggiorare.

Le problematiche degli adolescenti hanno avuto ampio spazio durante il 7° Congresso Nazionale SiMPeF.- ha detto Monica de’ Angelis, pediatra di famiglia e responsabile scientifico Dipartimento Formazione SiMPeF - Infatti, oltre ad aver dedicato un simposio alle loro problematiche psico-sociali e sessuali, anche tematiche quali l’alimentazione e i problemi dermatologici saranno trattate considerando anche ciò che accade specificamente negli adolescenti, oltre che nei bambini. L’attenzione riservata al mondo degli adolescenti durante il Congresso rappresenta solo l’inizio di un percorso formativo che SiMPeF affronterà durante l’anno.

L’ampio spazio dato all’età adolescenziale e alle sue peculiari problematiche - ha concluso Missaglia - a questo appuntamento per l’aggiornamento del pediatra di famiglia vuole sottolineare la nostra forte convinzione che un ampliamento dell’assistenza pediatrica fino alla maggiore età garantirebbe le cure necessarie in questa età problematica da un punto di vista sia sanitario sia sociale.