Un’avventura di Marco Danieli

16/02/2019


Partiamo da un dato di fatto inconfutabile: Lucio Battisti è una pietra miliare nella storia della musica leggera italiana. A distanza di oltre 50 anni dalle sue prime creazioni sono ancora tantissime le sue canzoni che gli italiani conoscono a memoria e amano canticchiare. Risentirle fa sicuramente piacere, anche nel corpo di un film. Quello che lascia perplessi però è il fatto di costruirci sopra una storiella sentimentale (con le protagoniste femminili che guarda caso si chiamano Francesca e Linda, in modo da poterci agganciare due delle più famose canzoni di Battisti).

L’operazione ricorda molto da vicino quello che era stato un genere cinematografico piuttosto diffuso negli anni ‘60 e ‘70, chiamato in gergo musicarello, dove un cantante che al momento aveva un grande successo di pubblico compariva sul grande schermo calato in una trama che gli dava lo spunto per esibirsi in alcuni dei suoi più noti successi. Il rappresentante principale di questa corrente fu Gianni Morandi, con ben quattro film in cui compariva con le sue canzoni, ma altri casi che raggiunsero un discreto successo di pubblico videro come protagonisti Al Bano, Rita Pavone o Caterina Caselli.

Erano anni diversi ma soprattutto personalità diverse: siamo sicuri che la buonanima di Lucio Battisti, qualora qualcuno gli avesse prospettato in vita un’operazione del genere, non si sarebbe mai sognato di accettare. È nota a tutti la ritrosia quasi maniacale che portò Lucio ad isolarsi gradualmente in una vita privata senza più concerti dal vivo né apparizioni televisive: figuriamoci quindi comparire in un filmetto per abbinare le sue canzoni a una storiella di amori presi, traditi, lasciati, ritrovati.

In questo “un’Avventura” Matteo (Michele Riondino) e Francesca (Laura Chiatti) scoprono l’amore, si perdono, si ritrovano, si rincorrono, ognuno inseguendo il proprio sogno: originari entrambi di un piccolo paese pugliese, lei vive i fermenti del ’68, dei movimenti hippy e vuole essere una donna libera, e così parte alla ventura e gira il mondo per cinque anni. Lui nel frattempo, pur avendo il sogno di diventare un musicista, deve accontentarsi di restare in famiglia e fare il meccanico in officina, mentre per hobby scrive canzoni d’amore.

Quando Francesca ritorna porta con sé il vento di cambiamento degli anni‘70, fatto di emancipazione, progresso ed evasione. I due si ritrovano e il loro amore rinasce più forte di prima, ma la loro storia va avanti fra tradimenti, delusioni, rappacificazioni in una sorta di telenovela.

Non sappiamo se per coincidenza o per una scelta precisa di marketing il film esce nel momento forse più adatto, quando da una parte il recente festival di Sanremo ha riportato gli italiani a discutere di canzonette, e dall’altra la festa di San Valentino (proprio il giorno di prima uscita del film in sala) può invogliare un pubblico giovane e innamorato ad andare ad assistere alla vicenda sentimentale di Matteo e Francesca.

In effetti per gli amanti di questo genere il film può funzionare, si lascia seguire con interesse e può anche suscitare qualche lacrimuccia. Quello che non ci è piaciuto è l’aver fatto cantare le canzoni di Battisti direttamente dai protagonisti del film. Personalmente (ma forse è una considerazione da vecchi nostalgici di una musica che ha accompagnato la nostra gioventù) avremmo preferito che le canzoni di Battisti avessero fatto da colonna sonora, restando quelle originali interpretate da lui, mentre Riondino e Chiatti davano vita sullo schermo ai loro personaggi.

Vedere Riondino cantare Acqua azzurra, acqua chiara mentre sguazza sotto la pioggia con Francesca fa forse venire in mente Singing in the rain, ma fa perdere tutto il pathos che i testi insuperabili di Mogol e la voce roca di Lucio ti facevano sentire nell’intimo.

Il film, diretto da Marco Danieli, è interpretato da Michele Riondino, Laura Chiatti, Valeria Bilello, Giulio Beranek e Thomas Trabacchi.

Il film è in sala dal 14 febbraio.

Ugo Dell’Arciprete