Gli ultimi saranno ultimi diretto da Massimiliano Bruno

12/11/2015


La presenza di Paola Cortellesi e Alessandro Gassmann come attori principali potrebbe far pensare ad una delle classiche commedie di evasione all’italiana, ma non è questo il caso perché il film, pur con diversi momenti di simpatica spensieratezza, ha un tono di fondo decisamente drammatico.

Il tema della pellicola è infatti la perdita del lavoro, problema che così duramente colpisce ormai da anni la nostra popolazione, soprattutto nelle sue fasce più indifese quali i giovani e le donne. Donne che vengono doppiamente colpite quando una società unicamente orientata al profitto le tratta come forza lavoro precaria ed è cinicamente pronta a disfarsene appena si profila una gravidanza che per qualche mese impedirebbe di continuarne lo sfruttamento.

La storia inizia descrivendoci la situazione di una normale famiglia della provincia laziale, certamente non ricca ma sostanzialmente contenta della propria vita e soprattutto immersa in un ambiente di calorosi rapporti familiari. Certo, il marito Stefano (Alessandro Gassmann) è un poco di buono con nessuna voglia di lavorare e perennemente dedito a cercare la fortuna nelle scommesse sportive o a imbastire piccoli affari fallimentari. Per fortuna la moglie Luciana (Paola Cortellesi) ha la testa sulle spalle e con il suo lavoro tira avanti la famiglia. I due si vogliono comunque bene e accolgono con grande gioia la notizia che lei finalmente è rimasta incinta.

Comincia però subito dopo una serie di avversità che, come in un crescendo rossiniano, porteranno verso un pre-finale drammatico, solo in parte riscattato dal finale definitivo dove la vita torna a sorridere ai protagonisti (ma non a tutti), con un lieto fine che sembra più voluto dalla sceneggiatura per dare un messaggio di speranza che non quello che avverrebbe nella realtà in casi simili.

Le vicende di Stefano e Luciana evolvono in parallelo con quelle di Antonio (Fabrizio Bentivoglio), che disegna la figura di un povero agente di PS, incappato in un infortunio professionale che gli è valso un trasferimento disciplinare nella cittadina laziale dove i suoi colleghi lo sottopongono ad un mobbing spietato. Antonio, la figura più patetica del film, è un uomo solo, relegato senza amici in una stanzetta a pensione, deluso nella sua speranza di incontrare una compagna (una sua fiamma si rivela un transgender e con una collega poliziotta non ha modo di stringere i rapporti), e a cui viene negata anche la vicinanza della anziana madre per Natale.

Le strade di Luciana e Antonio si incrociano nelle concitate sequenze del pre-finale, in un vero e proprio scontro tra esseri bastonati dalla vita, ma mentre per Luciana come detto arriva il momento della rinascita, per Antonio l’uscita dal tunnel della disperazione sembra sempre più lontana.

Tristemente emblematica anche la figura della giovane amica di Luciana, aiutata da lei ad avere un posto di lavoro stagionale nella stessa fabbrica e subito pronta a spifferare al capo lo stato di gravidanza di Luciana, per farla licenziare e rubarle il posto da precaria annuale. Un Mors tua vita mea che le moderne forme di capitalismo globalizzato ci stanno imponendo come se fosse inevitabile, e contro cui ormai sembra che solo Papa Francesco abbia il coraggio di alzare la voce.

Il film, diretto da Massimiliano Bruno, è interpretato da Paola Cortellesi, Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio. È in sala dal 12 novembre.

Il trailer è visibile su Youtube all’indirizzo www.youtube.com/watch?v=78RjfYaqVG8

Ugo Dell’Arciprete