Milano, Casa degli Atellani-la Vigna di Leonardo: festeggiata la Pizza, capolavoro universale

03/09/2015


Ieri, 1° settembre, a Milano, presso la Casa degli Atellani - la Vigna di Leonardo, si è svolta la grande festa della Pizza, organizzata da Confagricoltura, in collaborazione con Agugiaro & Figna, Cirio, Granarolo, Colavita, Ferrarelle, Birra Moretti, Planeta, Italtab, Uir e realizzata insieme a Witaly. All’evento hanno partecipato operatori del settore, buyer e giornalisti, hanno partecipato all'evento.

Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, ha così celebrato i quattro ingredienti principali della pizza - grano, pomodoro, mozzarella, olio extravergine d'oliva - e la maestria dei pizzaioli che l'hanno resa famosa in tutto il mondo.

Abbiamo scelto questa meravigliosa location dove Leonardo da Vinci, dopo aver lavorato al Cenacolo, si riposava coltivando la sua vigna per celebrare il genio italiano. - ha detto Mario Guidi - Degli agricoltori, capaci di creare capolavori (come recita il nuovo pay off del nostro marchio introdotto in occasione di Expo) e dei pizzaioli che hanno avuto l'ingegno di metterli insieme, inventando qualcosa di unico, diventato famoso in tutto il mondo. Credo che l'Italia debba ripartire da questo genio, da queste capacità che tutti ci invidiano, dalle nostre tradizioni che il talento degli uomini hanno trasformato in innovazioni, per sviluppare una nuova strategia e conquistare la leadership nell'agroalimentare del mondo.

Quella di Confagricoltura è un’iniziativa meritoria. E’ sempre molto più facile parlare di cibo che di agricoltura, ma attraverso la pizza, il nostro capolavoro conosciuto in tutto il mondo, simbolo del ‘made in Italy’, si può parlare in modo serio di agricoltura, dell’importanza del lavoro e dell’impegno degli agricoltori, per fornire materie prime sicure e di qualità. - ha detto Gianni Fava, assessore all'Agricoltura della Regione Lombardia - Questo capolavoro è capace di caratterizzare, da oltre un secolo, la nostra produzione gastronomica, che ha anche un tocco di Lombardia: penso alle produzioni di pomodoro e di latte per la mozzarella, fondamentali per la pizza.

Dopo un breve "viaggio" attraverso i quattro ingredienti base, dalla produzione alla trasformazione, condotto da Luigi Cremona, giornalista e critico gastronomico, è stata la volta di 10 pizzaioli famosi, provenienti da tutto i mondo: Graziano Bertuzzo (maestro istruttore della Scuola Italiana Pizzaioli di Caorle e giudice ai più importanti Campionati del mondo), Giuliano Bressan (storico locale ad Almisano di Lonigo, una frazione in provincia di Vicenza), Stefano Callegari (maestro della pizza a Roma e inventore del Trapizzino), Pasquale Cozzolino (pizzeria Ribalta, New York), Domenico Crolla (pizzaiola-artista di Glasgow, Scozia), Johnny Di Francesco (di Victoria, Australia), Gaetano Esposito (pizzeria Brandi, Napoli), Giorgio Sabbatini (Verona), Gino Sorbillo (Napoli, Via dei Tribunali, Milano e New York), Guglielmo Vuolo (storico pizzaiolo, con più di quarant'anni di professione alle spalle).

I dieci Maestri della pizza si sono esibiti per tutta la serata proponendo agli ospiti classiche Margherite e fantastiche creazioni. Come Guglielmo Vuolo, che ha proposto la ‘sua’ Margherita, impastata all’acqua di mare, con mozzarella di bufala, pomodoro giallo del Vesuvio, pomodoro scarpariello, provolone del Monaco Dop ed olio extra-vergine d’oliva. Stefano Callegari ha preparato la pizza romana con crema di piselli, Parmigiano e salsiccia. La ricetta preparata da Domenico Crolla è stata la “margherita sbagliata”, ovvero una pizza dolce, con farina, mascarpone e marsh mallow in sostituzione della mozzarella, salsa di fragola al posto del pomodoro, foglie di menta invece del Basilico, sciroppo di aloe vera anziché olio, zucchero a velo al posto del sale e scaglie di cioccolata bianca e cocco come parmigiano. Gino Sorbillo ha fatto assaggiare la Margherita con farina 0 biologica e integrale, pomodoro San Marzano Dop, Mozzarella di Bufala Dop, olio extra-vergine di oliva e Parmigiano Reggiano di montagna invecchiato 36 mesi.