La preda perfetta diretto da Scott Frank

19 settembre 2014


Non è chiaro perché la distribuzione italiana abbia voluto chiamare questo film “La preda perfetta”, quando la versione originale (“A walk among the tombstones”, ossia una passeggiata tra le tombe) rende senz’altro di più l’idea. Nella storia non si vedono particolari prede perfette, si vede invece un cupo affresco del sottobosco di New York e della malavita che la infesta.

Basato sulla serie di romanzi gialli best seller di Lawrence Block, “La preda perfetta” vede protagonista Liam Neeson come Matt Scudder, un ex poliziotto del Dipartimento di Polizia di New York che ora lavora come investigatore privato senza licenza operando al di fuori della legge.

Scudder si porta dietro un profondo tormento interiore, dovuto all’episodio che anni prima lo indusse ad abbandonare la divisa. In uno scontro a fuoco con dei rapinatori, nonostante l’apparente successo della sua azione con l’uccisione o la cattura degli stessi, una sua pallottola di rimbalzo uccise una bambina e questo ricordo vive sempre nella memoria del nostro investigatore.

La sua natura di detective senza licenza lo rende appetibile quando un trafficante di eroina (che non vuole ovviamente rivolgersi alla polizia) lo ingaggia per dare la caccia agli uomini che hanno rapito e poi brutalmente assassinato la moglie. Il film ci fa capire subito che i rapitori non sono unicamente interessati ad ottenere un riscatto, ma sono mossi da un istinto sadico che li fa accanire sulle giovani donne loro vittime.

Per tutta la prima parte del film i rapitori ci vengono mostrati sempre di spalle o in penombra, con lo stesso espediente scenico che si usa spesso nei film horror dove il mostro del caso appare solo all’ultimo. E in effetti sono due mostri spietati i nostri protagonisti negativi, benché poi l’apparenza risulti alla fine quella di due normalissimi giovani uomini bianchi che potremmo tranquillamente trovare dietro uno sportello di banca.

Scoperto che le vittime dei rapimenti appartengono tutte all’ambiente dei trafficanti di droga, Scudder si muove con abilità ed energia nel loro torbido ambiente, finché riesce ad intercettare nelle fasi iniziali l’ultimo rapimento messo in atto dai due delinquenti. Egli può così prendere le redini della trattativa, ben sapendo che, se i parenti della rapita avessero pagato il riscatto, non avrebbero mai più rivisto in vita la congiunta. Dopo inseguimenti e sparatorie arriva quello che non ci sentiamo di definire un lieto fine: la rapita torna sì a casa, anche se ferita, i due rapitori muoiono, ma è incombente la sensazione che le viscere di New York siano pronte a partorire nuovi mostri.

Appare significativo il fatto che, mentre l’opinione comune tende a vedere nella popolazione afroamericana i soggetti più pericolosi per l’incolumità dei bravi cittadini americani, ne “La preda perfetta” tutti i cattivi (sia i due rapitori, sia i trafficanti di droga, sia qualche personaggio di contorno) siano bianchi o latinos, mentre l’unico personaggio che aiuta Scudder nella sua pericolosa indagine sia TJ, un simpatico teenager di colore dotato di grande cultura, nonostante la sua vita ai margini della società.

Per il suo contenuto di violenza “La preda perfetta” non è sicuramente consigliabile per bambini né per stomaci deboli. Piacerà invece senz’altro agli spettatori amanti di situazioni forti e dell’atmosfera noir dei romanzi di Sam Spade o Philip Marlowe, non a caso tra i preferiti di TJ.

Il film, diretto da Scott Frank ed interpretato da Liam Neeson, Dan Stevens, David Harbour, Boyd Holbrook è già in sala dal 18 settembre.

Ugo Dell’Arciprete