Milano, Piccolo Teatro Strehler: Luca Zingaretti e Massimo De Francovich antagonisti in Torre d’avorio

25 novembre 2013


Dal 26 novembre all’8 dicembre, a Milano, al Piccolo Teatro Strehler Luca Zingaretti interpreta e dirige Torre d’avorio, un testo di Ronald Harwood sulla libertà dell’Arte e dell’artista nei confronti della politica e del potere.

Wilhelm Furtwängler, interpretato da Massimo De Francovich, fu il più grande direttore d’orchestra delle sua generazione, accanto al quale si può accostare soltanto Arturo Toscanini. Era all’apice della carriera quando Adolf Hitler diventò Cancelliere della Germania nel 1933. Molti suoi colleghi, in quanto ebrei, furono costretti a emigrare; altri, non ebrei, avversari del regime, scelsero l’esilio come atto di protesta. Furtwängler decise di restare. Pur non avendo mai sostenuto il nazismo né preso la tessera di partito, ha continuato la propria attività in patria. Nella sua mente, il musicista era utopisticamente convinto che l’arte e la cultura dovessero essere mantenute vive per contrastare le atrocità della politica. Per questa scelta fu, invece, accusato di avere servito il Nazismo e da questa accusa non riuscì mai ad affrancarsi completamente.

Fino a che punto l’Arte può considerarsi libera dai condizionamenti del Potere? Non è forse vero che continuare ad esibirsi sotto un regime dittatoriale sottintende l’appoggio al sistema? Il testo di Ronald Harwood ci pone di fronte ad una questione etica ancora di attualità.

Ronald Harwood – l’autore di “Servo di Scena”, ma poi anche di numerosi altri testi teatrali, letterari e cinematografici (uno dei quali, la sceneggiatura del “Pianista” di Roman Polanski, premiato con l’Oscar) – è contemporaneamente ebreo, appassionato di musica e sudafricano: in grado quindi sia di guardare il contegno di Furtwängler con gli occhi critici di una delle vittime, sia la tracotanza del filisteo maggiore Arnold con quelli di qualcuno per cui l’arte sia un bene supremo e irrinunciabile, sia l’atteggiamento dei vincitori dalla prospettiva di uno di loro ma che non è coinvolto come loro. Lo scontro tra due avversari così diversi e così poco disposti a capirsi – soprattutto, ciascuno dei quali è convinto delle proprie ragioni - offre teatralmente quello che nella boxe è considerato il match ideale, tra il picchiatore e lo schermidore. Del resto l’episodio è storico e il caso di Furtwängler suscita interrogativi che nessuna formula sembra aver risolto ancora oggi, e assai modernamente l’autore non propone risposte, ma sollecita ogni spettatore a dare la sua.

La commedia debuttò a Londra nel 1995 per la regia di Harold Pinter, e fu ripresa a New York e in molte altre città. Il titolo originale, “Taking sides”, significa letteralmente “Schierarsi”: non un gran che in italiano, meglio comunque di quello appioppato al film di Istvan Szabò del 2001 (con Harvey Keitel e Stellan Skarsgård), “A torto o a ragione”. Proponendo di renderlo come “La torre d’avorio” si è voluto alludere alla condizione di orgoglioso isolamento che l’artista crede, forse a torto, di potersi permettere sempre.

Info e prenotazioni: tel 848800304 - www.piccoloteatro.org.