Il rischio di malattia si riduce con un consumo elevato nella dieta di cibi selezionati: la prima conferma da uno studio INT

Istituto Nazionale dei Tumori: Alimentazione e tumore della vescica

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Fino ad oggi, c’era solo qualche evidenza scientifica che. A rafforzare questa ipotesi è stata l’analisi Secondo uno studio multicentrico dell’Istituto dei Tumori di Milano (INT), che include 690 casi di tumore della vescica e 665 controlli ospedalizzati per malattie acute, non neoplastiche e non legate al fumo, il maggior consumo di determinati alimenti riduce il rischio di tumore della vescica.

Il tumore della vescica, lo riordiamo, rappresenta circa il 3 per cento di tutti i tumori e, in urologia, è secondo solo al tumore della prostata. È più comune tra i 60 e i 70 anni ed è tre volte più frequente negli uomini che nelle donne.

I soggetti intervistati hanno utilizzato un questionario di frequenza alimentare riproducibile e validato. Si sono poi applicati i dati sulla composizione di alimenti e bevande per stimare l'assunzione nella dieta delle sei classi più comuni di flavonoidi: isoflavoni, antocianidine, flavan-3-oli, flavanoni, flavoni e flavonoli.

Tra le componenti della dieta, i flavonoidi costituiscono un ampio gruppo di sostanze bioattive e sono stati associati a tumori di varie sedi anatomiche. Possono modulare molti processi biologici di un tumore come l'apoptosi, la vascolarizzazione, la differenziazione e proliferazione delle cellule. Questi composti provengono principalmente da componenti alimentari di origine vegetale, come verdura, frutta, tè e vino rosso.

I flavonoidi hanno attirato l'attenzione scientifica grazie alla loro capacità antiossidante e all'effetto anti-cancerogeno osservato in vari tipi di tumore - spiega Valentina Rosato, Ricercatrice dell'Unità di Statistica Medica e Biometria, INT - Abbiamo trovato una riduzione significativa del rischio di tumore della vescica del 44% nei soggetti che osservavano l'assunzione maggiore nella dieta di isoflavoni e del 36% nei soggetti con un'elevata assunzione di flavoni, rispetto ai soggetti con il consumo più basso. Per le altre classi di flavonoidi e flavonoidi totali non abbiamo trovato un'associazione significativa con il rischio di tumore della vescica.

Nello studio, gli isoflavoni derivano principalmente dal latte di soia, zuppe a base di soia, verdure e fagioli, mentre i flavoni provengono specialmente dagli spinaci e bietole, verdure, fagioli e tè.

Questo è il primo studio che indica un'associazione inversa tra l'assunzione nella dieta di isoflavoni e flavoni e il rischio di tumore della vescica.

È biologicamente plausibile un possibile effetto dei flavonoidi sul tumore della vescica - sottolinea Valentina Rosato - l'urina è una via importante per l'escrezione di flavonoidi e dei loro metaboliti e questi componenti bioattivi dietetici sono di conseguenza a diretto contatto con la mucosa della vescica.

Il cancro della vescica è stato associato al fumo di tabacco, all'esposizione professionale ad ammine aromatiche, al diabete e ad alcune infezioni del tratto urinario: questi fattori di rischio però spiegano solo circa la metà dei tumori. Data in ogni caso l’esigua evidenza scientifica sulla relazione tra i composti polifenolici e il tumore della vescica, sono necessari altri studi epidemiologici per confermare le evidenze di questo primo importante lavoro condotto all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

Info: www.istitutotumori.mi.it/modules.php?name=News&file=article&sid=438

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