La tenuta è in un luogo dove si può assaporare la bellezza più autentica dell’Etna, in una cornice di eleganza e raffinatezza

Palmento Costanzo: pregiati vini rossi, bianchi e rosati dell’Etna

  Food and beverage  

A Passopisciaro, piccola perla incastonata sulle lave del versante Nord dell’Etna, frazione di Castiglione di Sicilia, collocata nel circuito dei borghi più belli d'Italia, si trova la tenuta Palmento Costanzo dei coniugi Valeria Agosta e Mimmo Costanzo, che produce ottimi vini rossi, bianchi e rosati.

Siamo nati in questa terra: salivamo alle pendici del vulcano per trovare la serenità e l’energia che solo “Idda”, l’Etna, è capace di regalarci. - dice Valeria Agosta - È un rapporto complicato da spiegare: lei è sempre lì, come una madre, a vegliare su tutto e tutti. Palmento Costanzo è nata come atto d’amore, un omaggio ai primi vignaioli che per secoli hanno coltivato e tramandato questa terra. E’ questo un testamento atavico a cui dare seguito con impegno, rispetto e dedizione.

La tenuta Palmento Costanzo, di circa 20 ettari, di cui 10 di proprietà ed altri 2 in affitto, disegnati da terrazze (650-800 metri di altitudine) con vigneti ad alberello etneo, che tendono a risalire le pendici del vulcano sul versante Nord, è all’interno del Parco Naturale dell’Etna, patrimonio dell’UNESCO..

L’azienda si trova in una zona dalla millenaria tradizione vitivinicola: molti contadini, infatti, si insediarono qui nell’800, e, poi, durante il Regno d’Italia fu fondato il borgo, che crebbe rapidamente, anche grazie alla realizzazione delle ferrovia Circumetnea (1895) ed al suo porto di carico e scarico merci. Il vino, soprattutto il Nerello Mascalese, veniva esportato per tagliare il Chianti, il Barolo e i vini francesi. A partire dalla fine degli anni '90 del Novecento, si vive una nuova fase di crescita del territorio, grazie soprattutto al rilancio dell'attività vitivinicola dell'area etnea.

Al centro, immerso tra i vitigni autoctoni, è stato portato a nuova vita un “palmento”, edificio autentico del luogo, in pietra lavica, di fine ‘700, in cui i vignaioli, secolo dopo secolo, svolgevano tutti i processi di vinificazione. All’interno del palmento, ora, c’è la cantina, progettata in modo da ottenere il meglio dalle uve coltivate nei vigneti. Tutti gli edifici della tenuta Palmento Costanzo sono stati realizzati nel pieno rispetto per la tradizione locale, la storia e l’ambiente, seguendo la filosofia della sostenibilità.

Il restauro conservativo del palmento è stato condotto secondo i principi della bio-architettura, con l’idea di riprodurre il processo di produzione tradizionale. - - aggiungono i titolati della tenuta - Per questo, il design e gli impianti sono stati sviluppati nell’ottica della bellezza e della massima efficienza, senza mai modificarne la struttura originaria.

Nei vigneti della tenuta Palmento Costanzo sono piantate solo viti ad alberello di varietà autoctona, che animano le centinaia di terrazze che disegnano un paesaggio ricco di suggestione e da emozioni mozzafiato anche alla ginestra gialla, alle violette, ai fiori bianchi ed a varie erbette selvatiche, che si ritrovano al naso quando si degustano i vini della tenuta Palmento Costanzo. I suoli sono ricchi di sostanza organica e minerale, caratterizzati da sabbie vulcaniche brune derivanti dalla disgregazione dei depositi di lava.

Ma, intorno al palmento, c’è un altro tesoro raro e prezioso: un vigneto prefillossera.

Lungo le sciare, veri e propri monumenti di colate laviche, poi, si estende la parte più antica di questa vigna delle "meraviglie": ci sono viti straordinarie per forma, altezza e forza vitale, che sembrano fiere sculture della natura, in cui è ancora viva la memoria di chi le piantò.

Il nostro desiderio - affermano i titolati della tenuta - è produrre l’eccezionale qualità che la vocazione dei nostri terreni consente con grande riconoscibilità ed integrità dei vini che sono, grazie a questo tipo di viticoltura, più legati al territorio, più complessi e più longevi.

Le varietà di viti allevate nella tenuta Palmento Costanzo sono il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, il Carricante ed il Catarratto , che hanno un’età variabile da pochi anni fino alle più vecchie che superano i 100 anni, da cui nascono ottimi vini rossi, bianchi e rosati, dal carattere unico ed irripetibile, espressione della Denominazione di Origine Controllata Etna e con certificazione biologica: Contrada Santo Spirito Etna Doc Rosso 2015, il nuovo vino bandiera dell’azienda, che prende nome dalla “Contrada”, cioè dal luogo d’origine e di vita delle vigne (Nerello Mascalese 90%, Nerello Cappuccio 10%) - Nero di Sei Etna Rosso Doc (Nerello Mascalese 80%, Nerello Cappuccio 20%) - Mofete Etna Rosso Doc (Nerello Mascalese 80%, Nerello Cappuccio 20%) - Bianco di Sei Etna Bianco Doc (Carricante 70%, Catarratto 30%) - Mofete Etna Bianco Doc (Carricante 70%, Catarratto 30%) - Mofete Etna Rosato Doc (Nerello Mascalese 100%).

La linea “di Sei” prende il nome dalla classificazione scientifica dell’Etna nella mappa mondiale dei vulcani attivi, mentre la linea “Mofete” prende il nome dalle ultime manifestazioni gassose che residuano sulle piante e sul suolo a seguito dell’attività vulcaniche dell’Etna.

Il nuovo vino rappresenta il vertice della nostra produzione ed esprime l’anima più profonda del nostro terroir, in cui è fondamentale il legame con l’Etna - precisa Valeria Agosta sul nuovo vino, il Contrada Santo Spirito Etna Rosso Doc - Abbiamo, perciò, selezionato le vigne più antiche (spesso con oltre un secolo di vita) e abbiamo prestato la massima cura a ogni particolare, per ottenere un prodotto del quale siamo orgogliosi.

Tutte le etichette dei vini della tenuta Palmento Costanzo sono stampate con pigmenti di polvere lavica, a testimonianza del ruolo delle sabbie brune e dei detriti vulcanici, derivanti dalla disgregazione dei depositi di lava, che, insieme alle condizioni pedoclimatiche, caratterizzate da significative escursioni termiche giornaliere, rendono la terra fertile, ricca di sostanza organica e minerale, e particolarmente adatta alla coltivazione della vite.

Il nostro obiettivo è quello di valorizzare le specificità del nostro territorio, assecondando la natura in modo poco invadente - spiega Nicola Centonze, l’enologo - L’azienda segue ogni singola vite e terrazza (con esposizione al sole e al vento differente ognuna dall’altra), valorizzando e tutelando i vigneti con interventi naturali, in regime biologico, e sempre ad hoc.

I grappoli, raccolti solo ed esclusivamente a mano, sono accompagnati in cassetta al palmento e, attraverso un nastro vibrante, condotti alla diraspapigiatrice La selezione, minuziosa, dei grappoli, sia in vigna sia in cantina, porta in fermentazione solo gli acini migliori. L’intero processo di vinificazione, poi, è sostenuto sia da una sapienza centenaria sia dalla migliore tecnologia applicabile al principio del minimo intervento. Macerazione, fermentazione ed affinamento concludono, infine, il ciclo produttivo dei vini della tenuta. Il processo di lavorazione si svolge a “caduta“, seguendo l’andamento della gravità: dal livello più alto, che accoglie le uve appena raccolte, pigiate e subito poste nei tini di fermentazione, a quello inferiore dove si trovano le vasche di acciaio (che proteggono le originali in pietra lavica) su griglie di supporto, fino a scendere nella bottaia per l’affinamento. Questo metodo consente all’azienda di utilizzare, in misura minima, i sistemi di pompaggio meccanico per il trasferimento da un contenitore all’altro, evitando di danneggiarne il tessuto delle uve.

Nella bottaia, accanto a tonneaux e grandi botti in legno di rovere francese da 3000 e 5000 litri, ci sono anche quattro botti Ovum da 2000 litri: la loro forma ovale consente di attivare il bâtonnage per effetto dei naturali moti convettivi dei liquidi, senza bisogno di attrezzature esterne.

Info, schede dei prodotti, visite in cantina: Palmento Costanzo - Contrada Santo Spirito, 95012, Passopisciaro (CT) - tel 0942983239 - info@palmentocostanzo.com - www.palmentocostanzo.com

Giovanni Scotti

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