L’Associazione Culturale Terre di Dante propone il percorso “Con Giuseppe Garibaldi da San Marino agli Appennini”

In Emilia Romagna sulle tracce di Garibaldi

  In viaggio tra gusto e cultura  

L’originale itinerario Con Giuseppe Garibaldi da San Marino agli Appennini, proposto dall’Associazione Culturale Terre di Dante, specializzata in itinerari culturali, permette di rivisitare, anche con le spiegazioni di eccellenti esperti locali, alcuni luoghi dell’Emilia-Romagna per rivivere un importante periodo della nostra storia: l’estate 1849 (pochi giorni, dal 30 luglio al 22 agosto 1849), quando la famosa “trafila”, vale a dire la rete solidale di persone, portò in salvo Garibaldi in fuga dopo il fallimento della Repubblica romana. Nel 2019, infatti, si festeggerà il 170mo anniversario della Trafila garibaldina: importanti manifestazioni celebrative potranno, sicuramente, far rivivere i valori, forse in parte rimossi, del nostro Risorgimento.

Garibaldi, all’inizio accompagnato da centinaia di uomini, proseguì, poi, sempre più solo, con pochi fedelissimi ed Anita, incinta e febbricitante, che non volle abbandonarlo e che morì nella Fattoria Guiccioli all’interno della pineta di Ravenna.

La Trafila garibaldina ci racconta una vera e propria epopea, fatta non solo di piccoli e grandi gesti, ma anche di generosità, intelligenza ed eroismo. La catena, caratterizzata da grande solidarietà e complicità, portò Garibaldi fuori dall’accerchiamento austriaco, prima, fino alle terre del Granducato di Toscana e, poi, in Liguria.

Nel 1845, nei “Miei ricordi”, Massimo D’Azeglio scriveva: In ogni paese era un uomo fidato che formava uno degli anelli della catena, ed a questa catena era dato il nome di trafila. Serviva a mandar nuove, precetti, direzioni, lettere e talvolta anche persone, gente costretta a fuggire [...] Un solo anello della trafila che fosse stato traditore, rovinava un mondo di gente: ed è fatto notabile che [...] mai e poi mai la polizia ha avuto il gusto di far conoscenza con uno di codesti anelli della gran catena …

Le tappe dell’itinerario Con Giuseppe Garibaldi da San Marino agli Appennini, dunque, sono proprio quelle della famosa trafila garibaldina, seguendo le tracce del passaggio di Garibaldi.

La prima tappa, celebrata anche da Pascoli in discorsi memorabili, è San Marino, già famosa, allora, per i suoi valori di libertà e ospitalità. La Repubblica del Monte Titano, oggi patrimonio Unesco, offre il suo spettacolare paesaggio affacciato sul panorama del Montefeltro e dominato dalle tre torri. Da visitare, in particolare, la porta San Francesco e la casa con la lapide che ricorda il passaggio dei garibaldini.

Il museo e la biblioteca posseggono preziosi cimeli garibaldini, tra cui il famoso vestito di seta nera di Anita, che lei lasciò ad una popolana, in cambio di un abito rustico che passasse inosservato. Purtroppo non visibili!

Da San Marino, poi, il cosiddetto scampo di Garibaldi procede verso San Giovanni in Galilea, che merita una sosta per il bellissimo Museo Renzi. Il borgo è delizioso, con i resti del castello Malatesta, la lapide che ricorda il passaggio, una terrazza panoramica da cui si scoprono valli, colline, guadi, sentieri che Garibaldi affrontò a piedi, accompagnato dalle guide locali, esperte e generose, spesso senza compenso.

Da San Giovanni in Galilea è partito il progetto Una rosa per Anita che divulga e valorizza la figura di Aña Maria de Jesus Ribeiro, Anita appunto.

La fuga verso il mare, per raggiungere Venezia, vede un’altra tappa imperdibile: il porticciolo di Cesenatico, pittoresco e colorato: qui, in una notte buia, con un temporale terribile e onde minacciose, i garibaldini guidati dal Generale, che era anche un esperto marinaio, si imbarcarono su pochi bragozzi, puntando, infatti, di arrivare a Venezia. La navigazione fu drammaticamente interrotta da una nave austriaca, che, avvicinatasi da nord, cominciò a cannoneggiare.

Garibaldi fu, così, costretto ad un attracco forzato alla Marina di Ravenna, nel luogo che, oggi, è denominato Porto Garibaldi, da dove iniziò la sua fuga nella pineta. L'ambiente è quello del Parco Nazionale del Delta del Po, un insieme di terra ed acqua, canne e cespugli, con garzette, cormorani, aironi e gabbiani.

Un breve percorso in barca nella laguna di acqua salmastra porta all’Isola degli Spinaroni, legata a memorie non solo garibaldine, ma anche e soprattutto della Resistenza (una epopea diversa, ma ugualmente intensa).

L’itinerario proposto da Terre di Dante prosegue nella pineta di Ravenna dove fa visitare il capanno Garibaldi, la Fattoria Guiccioli, dove Anita morì (Nel corso della visita gli esperti rievocano il ritrovamento, fortunoso e drammatico, del suo cadavere, ritrovato da alcuni bambini mentre giocavano) e, poi, Sant'Apollinare in Classe, con il suggestivo accostamento tra le vicende di due esuli: Dante e Garibaldi.

Proseguendo l’itinerario Con Giuseppe Garibaldi da San Marino agli Appennini, proposto dall’Associazione Culturale Terre di Dante, conduce nell’entroterra, a Modigliana, altro luogo topico dello scampo di Garibaldi, grazie all’incredibile rete solidale di centinaia di persone che rimasero fedeli, complici e disponibili fino alla fine, pur sapendo che potevano essere fucilate, se scoperte.

Fondamentale per il successo della Trafila garibaldina fu anche il ruolo degli spalloni o contrabbandieri, che, a Ladino, vicino a Terra del Sole, permise a Garibaldi di passare il confine dallo Stato Pontificio al Granducato di Toscana. Terre, meno ostili (qui non vigeva la pena di morte per chi lo proteggeva, ma solo l’arresto), che, oggi, sono nella provincia di Forlì Cesena, ma che, nell’Ottocento, facevano parte della cosiddetta Romagna Toscana, avamposto del Granducato verso l’Adriatico.

Dopo il rapido passaggio di una notte a Villa Raggi dei conti Campi, una splendida struttura immersa in un’atmosfera incantata, Garibaldi fece l’incontro fondamentale e risolutivo: quello con Don Giovanni Verità, un prete dalla forte personalità, figlio di un massone rivoluzionario, intriso di spiriti ribelli.

Grazie a lui, che lo accolse di notte avventurosamente nella sua casa di Modigliana e lo portò fuori, oltre l’Appennino, Garibaldi si avviò a completare il suo percorso di fuga fino alla costa toscana di Cala Martina, dove si imbarcò per la Liguria.

A Modigliana l'itinerario consiglia di visitare il museo dedicato al concittadino Silvestro Lega, pittore, e la Casa Museo di Don Giovanni Verità: cimeli, lettere, quadri, abiti, armi celebrano un momento fondamentale della nostra storia italiana.

Info, itinerari: www.terredidante.it/it/ispirazioni-viaggio.jsp

Giovanni Scotti

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