L’Oglio scorre in un territorio protetto del Parco Regionale, che propone vari tesori naturalistici e culturali

Oglio: uno dei fiumi meno esplorati del Nord Italia

  In viaggio tra gusto e cultura  

Se cercate due giorni di serenità e pace alla ricerca di panorami rilassanti e a misura d’uomo, che invitano ad un turismo slow, vi consigliamo di visitare alcune zone del Parco Oglio Nord, il parco fluviale della Regione Lombardia, istituito il 16 aprile 1988, che si sviluppa lungo il fiume Oglio nel tratto compreso tra l'uscita dal Lago d'Iseo ed i comuni di Seniga, sponda sinistra, e Gabbioneta-Binanuova, sponda destra.

Il tratto dell’Oglio compreso tra Seniga-Gabbioneta Binanuova e la foce del fiume, invece, è protetto dal Parco Oglio Sud.

Il Parco Oglio Nord occupa una superficie di 14.170 ettari e comprende ben 34 comuni di tre province Bergamo, Brescia e Cremona. La sua sede amministrativa è a Orzinuovi, mentre quella culturale è a Soncino.

Il Parco Oglio Nord è un ottimo riferimento per studiare, percorrendone i vari sentieri, a piedi, in bici (carta turistica della ciclovia del fiume Oglio) a cavallo, non solo la flora (pioppi, salici, robinie. verbasco, ortica, falsa ortica, luppolo, pervinca minore ed anemone giallo), ma anche la fauna (daino, volpe, scoiattolo, molta avifauna, rettili, insetti, pesci).

Vi suggeriamo un piccolo itinerario di due giorni lungo il Parco Regionale Oglio Nord, che permette di scoprire non solo il fiume, che è stato ed è segno di confine, barriera naturale, ma anche luogo di scoperte culturali e delizie enogastronomiche.

L’Oglio è un fiume che scorre tranquillo tra anse e meandri, canalizzazioni intelligenti, bonifiche preziose, che si dipanano in una terra di rocche, castelli, piccoli musei, pievi.

In questo lembo d’Italia, lo ricordiamo, sono passati Tiziano, Lotto, Moretto da Brescia, Romanino e Savoldo, cui si è ispirato Caravaggio.

Il patrimonio artistico di questo territorio, poi, è degno di una terra che è stata ricca, soprattutto sotto la Repubblica Veneziana.

L’itinerario potrebbe iniziare proprio a Sarnico e Paratico, sulle sponde del lago d’Iseo, da dove esce il fiume Oglio, che, con il suo corso, segna i confini tra le province di Bergamo e Brescia.

Nel lungolago via Garibaldi, vi consigliamo di visitare il Bohem Fiori, Bon Bon Confetteria, Caffè, Bistrot, il locale in cui è stata trasformata la vecchia stazione ferroviaria (www.bohem.eloud); quindi si può percorrere il Parco delle Erbe Danzanti di Paratico, interessante esempio di intervento paesaggistico, una serie di quadri indipendenti, costituiti da “stanze verdi” (il giardino delle aiuole fiorite, la stanza delle onde che richiama quelle create dall’acqua increspata del lago, una distesa di erbe dalle spighe fluttuanti, un grande pergolato di legno ricoperto da vite americana intrecciata a delicate rose profumate, che suggeriscono la vocazione agricola e vinicola delle colline di Franciacorta), che ricalcano le traiettorie dei vecchi binari del treno, che, fino a cinquant’anni fa, consentiva il trasporto delle merci dalle ferriere della riva nord fino alla pianura padana.

Poi ovviamente non mancherà un giro in battello, che permette di ammirare, a nord dell’imbarcadero Villa Giovanni Faccanoni, gioiello dell’architettura Liberty dell’inizio del ‘900, i pontili dell’ampio porto turistico, il ponte che segna il confine tra il Sebino ed il fiume Oglio, la passeggiata continua sul lungofiume, su cui si affaccia piazza XX Settembre.

Di nuovo a terra, percorrendo vie e piazze, tra bar, gelaterie, pizzerie e ristoranti, si può raggiungere il centro storico, con le sue strade lastricate in pietra, vicoli, scalette, case che scavalcano vicoli, cortiletti, portali in pietra di Sarnico, balconi e cancelli in ferro battuto. Nel borgo antico si possono ammirare i resti di una Torre del sec. XII, la parrocchiale di S. Martino del sec. XVIII, con un bell’altare ed interessanti dipinti, la chiesetta di S. Rocco del sec. XVIII.

Per conoscere alcune produzioni gastronomiche della zona consigliamo di visitare alcuni piccoli produttori che sanno valorizzare il territorio ed anche ristoratori che scelgono i prodotti migliori per inventare menu gustosi e insoliti.

A Paratico l’Azienda Agricola Terra & Lago produce, all’aperto, piccoli frutti biologici dall’elevato valore nutritivo, ricchi di vitamine e di antiossidanti, senza l’utilizzo di alcun concime o fertilizzante chimico o diserbante. I prodotti sono di stagione: fragole, lamponi, more, ribes rosso e mirtilli vengono proposti freschi, a seconda di fasi e tempi di raccolta, da metà maggio a metà settembre. In alternativa, sono utilizzati per preparare confetture, composte di frutta e succhi sani e gustosi che si possono acquistare nello shop aziendale, consumabili in vari momenti della giornata, a colazione, a merenda, e ai pasti principali, in abbinamento a formaggi, salumi, o per la preparazione dei dolci.

A pochi minuti d’auto, poi, si trova l’azienda vitivinicola Bredasole, che rappresenta l’ultimo avamposto della terra franciacortina (una terra benedetta che ha conosciuto ormai una mondiale celebrità), che si affaccia sul lago Sebino e sulle prime rapide dell’Oglio, suo emissario.

Nella etichetta della dozzina di vini che produce, l’azienda ricorda Dante Alighieri, che, intorno al 1311, visse nel ghibellino Castello di Paratico e che avrebbe tratto ispirazione proprio dalla forma di questa collina per concepire la struttura del “Purgatorio”. La vigna, coltivata in un determinato contesto pedoclimatico, produce un vino che possiede la capacità e la forza di raccontarsi (www.bredasole.it).

L’Azienda Agricola Bertoli in Castelli di Calepio si è aggiudicata negli anni vari riconoscimenti per i suoi vini Igp (Bergamasca Igp Merlot “Colombrina” 2015, Bergamasca Igp Franconia Imberghem 2015, Bergamasca Igp Cabernet “Campaniano” 2015), Doc (Valcalepio Doc Rosso “Montecroce” 2013, Valcalepio Doc Rosso Riserva “Montecroce” 2012).

Angelo Bertoli, viticoltore da sempre, coltiva quattro ettari di vigneto soleggiato sulla collina di Castelli Calepio, ricavandone anche bottiglie di Metodo classico Brut e Rosé. Molto richiesto, ad esempio, è il suo Franconia Imberghem (www.facebook.com/Azienda-Agricola-Emiliana-Bertoli).

Il Birrificio Agricolo OI di Urago d’Oglio (il logo Oi riprende il nome di un tempo del fiume Oglio) coltiva, con passione ed entusiasmo, l’orzo ed il luppolo dal quale ottiene la sua birra armoniosa, naturale, di assoluta qualità.

La birra non viene filtrata né pastorizzata per preservarne la purezza ed esaltarne sentori ed aromi. La lenta rifermentazione in bottiglia, poi, ne evolve il gusto, affinandola nel tempo.

Questa birra deve essere conservata in luogo fresco ed asciutto, al riparo da fonti di luce e di calore. Consigliato servirla in ampi calici di vetro sottile a 8-10 °C.

La bianca, soffice come una crema, è una garanzia di genuinità, aiuta a mantenere il giusto equilibrio tra aromi e perlage. Il colore è ambrato, il profumo fragrante è di malto tostato, il gusto è fresco ed elegante, con una nota amara perfettamente bilanciata. (www.birraoi.it).

L’Apicoltura Mombelli di Quinzano d’Oglio, iniziata da papà Giacomo, prosegue, dal 2000, per opera del figlio Edoardo, che produce vari tipi di miele (acacia, tiglio, castagno, millefiori di primavera e d’autunno, girasole, melata e tarassaco) in base all’allevamento di 270-280 alveari, tutti ricompresi all’interno del Parco Oglio Nord, e basata sul nomadismo: le api e le arnie, infatti vengono periodicamente spostate per seguire la naturale evoluzione delle fioriture.

Grazie alla sua composizione, il miele è un alimento immediatamente assimilabile dall’organismo, cui apporta non solo energia, ma anche importanti elementi indispensabili nella dieta di tutti i giorni. (www.mielimombelli.it

L’allevamento di trote e storioni Eredi Rossi di Torre Pallavicina, leader del settore in Europa, e, oggi, una delle più grandi società attive nel ramo dell’acquacoltura, è stata fondata nel 1947 a Sefro per allevare trote nell’entroterra marchigiano, l’azienda è poi cresciuta grazie a varie progressive acquisizioni di allevamenti. (www.rossitrote.it)

Senza dimenticare le tante altre tipicità enogastronomiche, formaggi e salumi, prodotti dell’orto, da degustare spesso in trattorie, che nascono come stazioni di traghetto dove si attraversava il fiume, case di campagna che conservano ancora il sapore dei vecchi mobili, delle vecchie fotografie ingiallite e dei vecchi utensili da cucina.

Come esempio di architettura religiosa consigliamo di non perdere, nel piccolo borgo di Credaro, la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio, dove spiccano alcuni affreschi di Lorenzo Lotto, o a Quinzano d’Oglio, caratterizzata da ottocenteschi portici, la pieve dedicata alla natività, nell’area cimiteriale, più conosciuta come santuario della Madonna della Pieve, con affreschi romanico bizantini dei secoli XII e XIII, ed il santuario della Madonna del Patrocinio di origine quattrocentesca, rimaneggiato verso la fine del cinquecento.

Per quanto riguarda le tante città fortificate consigliamo di visitare, soprattutto, Orzinuovi e Soncino.

Orzinuovi, contesa per secoli tra il Ducato milanese degli Sforza e la Serenissima Repubblica di Venezia, divisa naturalmente dal fiume Oglio, tra torri e bastioni, sorprende per i resti delle possenti mura interrotte da porte-torri fortificate e dal mastio che testimoniano l’importanza strategica e la ricchezza della cittadina, al centro di un fertilissimo territorio agricolo. Onnipresente, in questa località, è il Leone di San Marco riprodotto sia in edifici religiosi sia in quelli civili.

Soncino, sull’altra riva del fiume, uno dei 100 Borghi più belli d’Italia, sottoposta già nel 1300 direttamente all'Impero, senza il controllo di nessuna altra città, ha un bellissimo centro storico di impronta medioevale, ancora completamente racchiuso in una cinta di mura del XV secolo, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie coeva, notevole esempio di architettura rinascimentale, completamente affrescata con notevoli dipinti, e, soprattutto, la Rocca sforzesca, importantissima struttura militare formata da un cortile principale attorniato da quattro torri, a pianta quadrata e cilindrica. Qui sicuramente da non perdere è il Museo della stampa, collocato nella Casa degli Stampatori, che racconta la storia della stampa, soprattutto incentrandosi sugli albori e sulla sua evoluzione. (Info: www.prolocosoncino.it)

Dove pranzare:

-:img9_sx:- Ristorante Sedicesimo Secolo a Pudiano, piccola frazione di Orzinuovi. Nel 2016, dopo varie esperienze in Italia ed all’estero lo chef Simone Breda e la direttrice di sala Liana Genini hanno aperto il loro locale in un edificio del XVI secolo. La cucina di Breda è moderna, leggera, legata all’orto ed al territorio, eseguita con padronanza di tecniche e proposta in modo estetico ed elegante: le salse, ad esempio, in ogni piatto, vengono versate direttamente al tavolo da Liana, perfetta padrona di casa. (www.ristorantesedicecimosecolo.it)

Trattoria La Rosa Rossa di Verolavecchia, in località Monticelli d’Oglio. Nel 1950 Eliseo, Dina e Paola hanno aperto la trattoria , che si è subito imposta come punto di riferimento per la Bassa Bresciana. La cucina è semplice, fatta di ciò che il cortile, il pollaio, l’orto, i campi e la campagna circostante offrono. Oggi in cucina e in sala c’è la terza generazione di osti. (www.trattoria-larosarossa.it)

Dove alloggiare

Ostello Molino di Basso è una struttura ricettiva aperta in un immobile che anticamente ospitava gli operai impegnati nei lavori agricoli. Nell’ostello si possono gustare gli ottimi piatti preparati dallo chef Luciano Lissana, che propone una cucina “contemporanea”, molto legata al patrimonio gastronomico locale. I piatti sono innovativi, ma, nello stesso tempo, legati alla cultura del luogo (non trascurate, ad esempio. le sue interpretazioni con il pesce di fiume protagonista). Mentre fate colazione, pranzate o cenate, poi, al vostro fianco troverete sempre la moglie di Lissana, Chiara Bulgari, che è un’ottima direttrice di sala (www.ostellomolinodibasso.it)

Info: www.parcooglonord.it.

Giovanni Scotti

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