Il film punta molto sulla suspense e sul mistero

Le grida del silenzio di Sasha Alessandra Carlesi

  Cultura e Spettacoli  

Le grida del silenzio è un intrigante film che mette insieme tanti spunti già trattati al cinema, che lo spettatore facilmente riconoscerà, ma ne fa un mix originale che tiene desta l’attenzione fino alle battute finali. Essendo un film che punta molto sulla suspense e il mistero non è qui il caso ovviamente di dire granchè sulla trama, ma conviene focalizzarsi piuttosto sulle similitudini e sulle differenze.

Tutta la storia ruota intorno alla gita organizzata da un gruppo di sette giovani amici, che decidono di passare un week end di campeggio libero in un bosco dei monti laziali. Situazione che ha ispirato tanti film splatter, ma non è il nostro caso, in Le grida del silenzio non sbuca fuori il classico assassino pazzo che massacra i ragazzi nei modi più sanguinosi. In effetti un assassino c’è, ma non versa una sola goccia di sangue e quindi il film si presta anche ai deboli di stomaco.

Un altro evidente richiamo è quello alle atmosfere tipo Blair witch project, dove non si incontrano mai dal vivo i pericoli reali (mostri, alieni, vampiri), ma l’uso sapiente di inquadrature in soggettiva, gli improvvisi fruscii tra gli alberi che lasciano immaginare l’arrivo di chissà quale minaccia, gli stacchi repentini di soggetto creano una sensazione di continua angoscia. Le grida del silenzio usa in parte le stesse tecniche, ma in maniera molto più contenuta, stimolando nello spettatore la curiosità di capire cosa stia succedendo più che la paura.

E chiudiamo con un ultimo richiamo, questa volta solo nominativo: sicuramente ci sarà qualcuno che, vedendo i manifesti di questo film, penserà “Ma io questo film l’ho già visto, non è quello che parla dei campi di prigionia dei Khmer rossi?”. Beh, confondersi è facile, quello era Urla del silenzio, versione italiana di The killing fields. Nomi quasi identici, ma contenuti assolutamente diversi.

Il nostro Le grida del silenzio si articola essenzialmente in quattro parti: la prima è dedicata a farci fare la conoscenza dei sette protagonisti, ed è un mix tra una puntata di Amici e una del Grande Fratello, con un intrecciarsi di amori in corso, amori passati, gelosie e tradimenti. La seconda vede i ragazzi partire per il loro campeggio, e vivere nel bosco una prima giornata apparentemente normale, anche se attraversata da alcuni di quei sintomi inquietanti sopra descritti.

La terza parte del film, che inizia con il risveglio del secondo giorno di campeggio, apre uno scenario completamente nuovo e sorprendente, che appare del tutto inspiegabile allo spettatore, finchè nella quarta e ultima parte le tessere del mosaico vanno ognuna al loro posto e si capisce tutto quello che è successo.

Contribuiscono a stimolare la curiosità dello spettatore alcune scene inserite qua e là durante lo svolgimento della storia con protagonisti due anziani coniugi che apparentemente non hanno alcuna relazione con i sette ragazzi, ma di cui si capirà il ruolo alla fine.

Insomma Le grida del silenzio è un piacevole film per chi ama quello che potremmo definire un thriller educato, che fa stare sul chi vive ma senza colpire con scene da grand guignol e senza provocare soprassalti che mettano a rischio le coronarie.

Il film, diretto da Sasha Alessandra Carlesi, è interpretato da Alice Bellagamba, Luca Avallone, Manuela Zero, Roberto Calabrese, Ana Cruz, Martina Carletti, Luca Molinari.

Il film è in sala dal 10 maggio.

Ugo Dell’Arciprete

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