Esperti italiani promuovono gli skinbooster come “terapia per la pelle”

Salute e bellezza: nuovi orizzonti nella Skin Therapy

  Salute  

A Bologna, da venerdì 23 a domenica 25 febbraio, nel corso del 21° Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia Estetica SIES - VALET, viene presentato lo studio, appena pubblicato su “Journal of Drugs in Dermatology”, che dimostra come vi siano dei trattamenti cutanei che possono non solo risolvere diversi inestetismi tipici della cute, che ha spento diverse candeline, come i segni di invecchiamento e fotoinvecchiamento, ma anche intervenire su specifici quadri clinici, quali lesioni cicatriziali acneiche o post-traumatiche, pelle atopica e atrofica, rilassamento cutaneo di aree estese, pelle secca indotta da terapie sistemiche, quali quelle oncologiche o dislipidemizzanti.

Lo studio è stato presentato alla stampa, in anteprima, nel corso del convegno Salute e bellezza: nuovi orizzonti nella Skin Therapy, che ha visto dialogare la Dott.ssa Magda Belmontesi, dermatologa a Milano e docente al Master di secondo livello in medicina estetica della cattedra di chirurgia plastica dell’Università di Pavia, il Dott. Carlo Di Gregorio, chirurgo plastico a Palermo, e la Dott.ssa Katia Vignoli, psicoterapeuta a Milano.

Vari esperti italiani hanno dato il loro assenso sull’uso clinico dell’acido ialuronico NASHA (acido ialuronico stabilizzato di origine non animale) non solo come trattamento cutaneo anti-età, ma anche come “terapia” che contribuisce a migliorare alcuni quadri clinici dermatologici agendo sulla qualità complessiva della pelle.

L’acido ialuronico trova largo impiego in vari campi della medicina: dermatologia e chirurgia estetica, ma anche in oftalmologia, ortopedia e otorinolaringoiatria. In campo estetico viene solitamente utilizzato, oltre che per incrementare i volumi e correggere le pieghe e i solchi della cute, anche per la sua capacità di ripristinare l'idratazione ottimale della pelle richiamando acqua nel derma superficiale migliorandone elasticità e luminosità.

Gli skinbooster - ha spiegato Carlo Di Gregorio - sono gel iniettabili a base di acido ialuronico NASHA e sono largamente impiegati per combattere i segni dell’invecchiamento della cute.

La consensus pubblicata sul Journal of Drugs in Dermatology ha raccolto i risultati di numerosi studi condotti con Restylane Skinboosters Vital e Restylane Skinboosters Vital Light, gel iniettabili a base di acido ialuronico NASHA. Grazie alla tecnologia brevettata NASHA, esclusiva di Restylane, per stabilizzare l’acido ialuronico, i prodotti Restylane Skinboosters permettono di migliorare progressivamente e in modo duraturo la qualità della pelle, fino a 9-12 mesi.

Restylane Skinboosters è disponibile con due diverse concentrazioni di acido ialuronico: 12mg/ml (Vital Light) e 20mg/ml (Vital), che permettono di usare il prodotto in relazione all’area da trattare o alla tipologia di pelle. Il prodotto più concentrato, infatti, è indicato per trattare la pelle maggiormente interessata da aging, quali quella del volto e del dorso delle mani, mentre la versione meno concentrata è idonea a trattare le pazienti più giovani e le aree con la pelle più sottile e delicata, quali collo, decolleté e le aree perioculari.

I gel Skinboosters vengono iniettati in piccole dosi fisse attraverso microiniezioni multiple a livello di derma medio o profondo. È possibile avere un’alta precisione di iniezione grazie al sistema SmartClick, che, se attivato, permette il rilascio di una quantità fissa di gel. I trattamenti con Restylane Skinboosters si basano su un protocollo iniziale di 3 sedute (1 ogni 2-4 settimane) e un protocollo di mantenimento costituito da un trattamento ogni 4-6 mesi.

Gli studi hanno dimostrato che questi prodotti, al di là dall’essere dei trattamenti estetici, rappresentano a tutti gli effetti una terapia per la pelle: ne migliorano l’elasticità e la compattezza, migliorano la levigatezza e la morbidezza e riducono la microrugosità. Secondo recenti studi istologici, infatti, l’acido ialuronico, iniettato a livello del derma profondo e del tessuto adiposo dermico, ha la capacità di stimolare i fibroblasti promuovendo la formazione di tessuto collagene. La loro azione sulla struttura della pelle li rende molto promettenti nel trattamento di alcune condizioni cliniche.

Recenti studi, ad esempio, hanno dimostrato l’efficacia dell’acido ialuronico NASHA nel migliorare l’aspetto delle cicatrici da acne, proprio grazie alla stimolazione della produzione di collagene, ed anche nel trattamento dell’atrofia cutanea e sottocutanea, conseguente ad impropria iniezione di corticosteroidi.

In un case report che ho recentemente pubblicato - ha proseguito Di Gregorio - l’utilizzo degli skinbooster in associazione ad altre formulazioni di acido ialuronico NASHA ha permesso di ottenere la completa correzione di questo quadro patologico.

Come riportato dagli autori della consensus, i trattamenti con gli skinbooster risultano minimamente invasivi, sicuri e efficaci nel miglioramento della texture cutanea e nel mantenimento della qualità della pelle riscuotendo un elevato livello di soddisfazione da parte dei pazienti.

Oltre al trattamento delle imperfezioni cutanee - ha continuato Magda Belmontesi - questi prodotti sono stati impiegati e si stanno dimostrando promettenti anche nella secchezza marcata della pelle che colpisce i soggetti con dermatite atopica.

Le fasi acute o di riaccensione della malattia si manifestano sulla pelle con vescicole, rossore intenso, prurito, bruciore e fissurazioni di variabile intensità e il più delle volte necessitano di cure farmacologiche, quali steroidi e altri farmaci specifici. In remissione, persiste molto spesso la secchezza, in particolare sul dorso delle mani e sul volto, una condizione che può talvolta diventare invalidante per il paziente che presenta pelle ruvida e lichenificata (ispessita) con perdita della naturale elasticità e flessibilità. È in questa fase che l’utilizzo degli skinbooster può indurre un notevole miglioramento della qualità della pelle e la regressione della secchezza e della lichenificazione, dando un notevole beneficio sulla qualità di vita del paziente.

Nella mia personale esperienza - ha concluso Magda Belmontesi - utilizzo questi dispositivi anche nelle donne in terapia con tamoxifene, farmaco che viene assunto per anni dalle pazienti con pregresso tumore del seno, che porta una marcata secchezza soprattutto della cute del viso.

Il loro innovativo meccanismo di azione rende gli skinbooster prodotti di eccellenza per la prevenzione e il trattamento dei segni dell’invecchiamento cutaneo, sia esso fisiologico o fotoindotto, quali perdita di elasticità della pelle, presenza di microrugosità e grinzosità cutanee.

Considerato solo un approccio frivolo e esteriore, la ricerca della bellezza spesso coincide con quella della salute e del benessere - ha chiarito Katia Vignoli - e non basta recuperare un’immagine ringiovanita secondo canoni estetici standardizzati: l’intento profondo è quello di recuperare il proprio volto, rispondente a un’unicità che per ciascuno di noi è il valore primario, quello di far dire allo specchio “sì, quello sono proprio io”. La ricerca di una “seconda giovinezza” grazie ai trattamenti estetici è per lo più una risposta all’ansia causata dalla difficoltà di riconoscersi nel proprio aspetto che cambia con il trascorrere del tempo. È infine importante sottolineare che la bellezza che si conquista attraverso la cura, oltre a rinnovare un atto d’amore verso noi stessi, ha il potere di renderci alleato il tempo. Il tempo della cura è infatti un tempo utile, che, scorrendo, rilascia in progressione i suoi effetti terapeutici. Non più quindi un nemico che incalza e aggredisce, ma uno spazio necessario per restituirci il volto in cui riconoscersi e riconciliarsi, a viso scoperto, con se stessi e con il mondo.

Giovanni Scotti

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