Inaugurata l’8 settembre, la mostra può essere visitata fino al 29 settembre 2017

Milano, Grattacielo Pirelli: Marius Stroppa

  Cultura e Spettacoli  

A Milano, nel Grattacielo Pirelli, in Via Fabio Filzi 22, dal lunedì al giovedì, dalle 9 alle 12.20 e dalle 14.30 alle 17.30, ed anche il venerdì, dalle 9 alle 12.30, si può visitare la mostra 1900, ilfuturoèoggi, dedicata a Mario Stroppa, noto negli ambienti accademici come Marius. La mostra, realizzata anche grazie al contributo della Famiglia Airoldi Stroppa, sviluppa le aree tematiche che rappresentano l'ampia produzione artistica di Marius.

All'inizio degli anni '30 dello scorso secolo, un eccentrico mezzo di trasporto si aggirava per Milano: era un’avveniristica libreria viaggiante, progettata per l’editore Rizzoli. L’artefice del progetto è stato Mario Stroppa, negli ambienti accademici noto come Marius.

Pandinese, classe 1880, nipote di Antonio Rovescalli, scenografo della Scala, Mario Stroppa fu, fin da giovane, un brillante autodidatta. Sedicenne, frequentò il corso triennale della Scuola Superiore d’Arte applicata alle Industrie del Castello Sforzesco. Nel '97, fresco di diploma, si iscrisse all'Accademia di Brera, ma non terminò mai gli studi e forse questa scelta pregiudicò il suo futuro. La sua abilità nel tratteggiare prospettive a volo d’uccello, il gusto nel proporre le sue illustrazioni (usate anche per le copertine di riviste famose quali il Touring o per cartelloni di prodotti noti come Pirelli, Folonari, Moretti), il suo estro nel progettare soluzioni avveniristiche per edifici e città, lo resero uno dei progettisti più richiesti dagli architetti di grido.

Ma lui, personalmente, non poté mai firmare un proprio progetto architettonico. Nel 1927, ad esempio, partecipò, in collaborazione con un grande architetto, al concorso indetto dal Comune di Milano per lo studio del piano regolatore della città: il progetto fu solo menzionato, nonostante Marius dimostrasse di precorrere i tempi con il suo studio per una metropolitana e per tram elettrici. Tra il 1933 e il 1934 vennero pubblicati, sempre sul "Corriere della Sera", i vari dibattiti sui mutamenti della città in relazione ai piani regolatori del 1928-34 e Marius non solo si inserì nel dibattito, ma offri anche la sua collaborazione come illustratore. Rimane, tra gli altri, un bellissimo carboncino di piazza San Babila con la basilica, la linea tramviaria, gli operai al lavoro e gli attrezzi meccanici.

Negli anni tra il 1903 e il 1942, Stroppa conobbe il successo grazie alla sua attività di illustratore, progettando e decorando molti padiglioni per varie esposizioni e realizzando i manifesti pubblicitari per molte rassegne. Tra i lavori più importanti, oltre al manifesto per l1 Esposizione Universale di Milano del 1906, i pannelli decorativi per l1 esposizione di Bruxelles del 1910-12 e tutta la produzione grafica per clienti di rango come la Società Acciaierie Lombarde (Falck), la Sonzogno e la Rizzoli. L’Editore Rizzoli in effetti fu proprio uno dei suoi più importanti committenti. Per lui Marius progettò il Padiglione del libro alla Fiera campionaria del 1935 a Milano. Dall'alto del suo eclettismo Stroppa studiò la composizione sia dal punto di vista architettonico che espositivo, arredando il padiglione come lo studio di un professionista, con scrivanie e librerie in stile novecentista.

Mario fu un uomo geniale, dall'intelligenza leonardesca, che, però, non conobbe mai i dovuti riconoscimenti. Chi lo ha conosciuto ricorda come vivesse di pochissimo, recluso nella sua stanza della Torre del Castello di Pandino che il Comune gli concesse in uso per portare avanti i suoi esperimenti sulla macchina per il Fulcro Mobile (che i pandinesi chiamarono allora del "moto perpetuo"), o i suoi progetti per una linea d’arredamento davvero insolita. Mario Stroppa morì nel 1964, sostenuto da un vitalizio devoluto dalla Famiglia Artistica di Milano.

L’esposizione in corso al Pirellone illustra tutta la vita creativa dell'artista, che, pur se rappresenta solo una minima parte di quanto è stato creato da Marius, fa luce su uno spaccato della società e della laboriosità lombarda dei primi del '900.

Per chi volesse approfondire segnaliamo che una mostra permanente, con una più ampia rappresentazione di opere, è ospitata presso le sale del Castello Visconteo di Pandino, in Provincia di Cremona.

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