Lo scorso 9 febbraio, a Milano, presso l‘I.R.C.C.S. Galeazzi, è stata presentata l’innovativa soluzione woodcast, nuovi materiali che impattano sulle soluzioni medico-scientifiche di prevenzione e di cura.
E’ stato il primo di una serie di incontri, che saranno fatti anche in altri enti ospedalieri, per informare medici chirurghi, specialisti in ortopedia e traumatologia, medicina fisica e riabilitazione, terapisti ed illustrare loro il nuovo materiale woodcast che consente a chi ha fratture di migliorare la qualità di vita e di non avere gli impedimenti che un gesso può comportare nei movimenti.
Il dott. Maurilio Bruno, Responsabile Chirurgia della mano, presso l’I.R.C.C.S. Galeazzi, ha relazionato sul tema “Dal gesso a Woodcast” e presentato le caratteristiche di questi nuovi materiali con una dimostrazione pratica di applicazione nell’arto superiore.
Woodcast è un materiale atossico, ecosostenibile, biodegradabile, leggero e facile da utilizzare.
Ad oggi, già 75mila pazienti sono stati trattati con questo materiale e i prodotti WOODCAST sono già utilizzati in vari Stati tra cui Finlandia, Svezia, Germania, Olanda, UK, Irlanda e Belgio.
La storia relativa alla gestione dell’immobilizzazione degli arti fratturati è ampia: verso il 1970, quando la ricerca industriale porta alla luce un supporto di garza spalmata di resina poliuretanica, sono arrivate le bende gessate; negli anni 80 è stata usata, per la prima volta, una benda in fibra di vetro spalmata di resina poliuretanica a maglie distanziate abbastanza conformabile; nel 1985 è stata aggiunta una sostanza gommosa che ha modificato la tecnica dell’applicazione e sono così nati i primi gessi funzionali; nel 1989 c’è stata una ulteriore evoluzione con la fibra di vetro che è stata sostituita da una benda la cui intessitura era di polipropilene e lycra, spalmate di resina poliuretanica, ancora più leggere e radiotrasparenti.
Oggigiorno proseguono gli studi e i brevetti per nuove soluzioni per l’immobilizzazione, quali, ad esempio, il woodcast, che è fatto di trucioli di pioppo ed un polimero plastico completamente biodegradabile, autoadesivo, leggero, anallergico: tali materiali possono essere facilmente tagliati a freddo e a caldo e rappresentano l’evoluzione dei nuovi tutori ortopedici “custom-made” personalizzati, come sostituti del gesso in alcuni casi di immobilizzazione.
Tali materiali migliorano la vita anche di chi li deve mettere al paziente, perché non richiedono guanti, maschere contro l’inalazione di elementi chimici, non richiedono vasche d’acqua. Consentono un inizio della riabilitazione in tempi più brevi, sono meno costosi sia nell’applicazione che nella manutenzione.
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