Storia di una improbabile vampira iraniana

A girl walks home alone at night di Ana Lily Amirpour

  Cultura e Spettacoli  

Questo film (che nel seguito chiameremo per semplicità A GIRL) è un curioso cocktail di generi diversi e a prima vista assolutamente distanti uno dall’altro. Nello shaker sono finiti una dose di denuncia sociale, un’aggiunta di scenario esotico e un pizzico di horror per insaporire il tutto.

L’ambientazione iraniana ci sembra molto più legata alla nazionalità della regista che ad una vera rappresentazione di vicende che potrebbero svolgersi nel paese degli ayatollah. Non conosciamo a fondo lo stile di vita dell’Iran moderno, e non dubitiamo che sotto la crosta superficiale di moralismo islamico ci siano comportamenti decadenti o criminali, ma appare strana la libera circolazione per strada di magnaccia e prostitute, sia pure con i capelli coperti dal canonico velo.

Come racconta la stessa regista “Volevo realizzare un film iraniano, ma il problema era come? Non potendo girare in Iran, la soluzione è diventata l'idea del film. Ho trovato un luogo desolato, una città petrolifera abbandonata nel deserto della California che diventa nel film, la città fantasma Bad City dove non esistono leggi”. Ne viene fuori una specie di città dei fantasmi, rifugio delle prostitute, dei tossici e dei magnaccia e di tutte le anime perverse. Questa rappresentazione di società in disfacimento rimane però abbastanza a se stessa, non si ravvisa nessuna denuncia politica di quali ne siano le cause. L’unico spunto di questo tipo che siamo riusciti a trovare è forse nelle ripetute inquadrature di pozzi di petrolio che con monotono saliscendi estraggono l’oro nero dal terreno. La natura vampiresca della protagonista, che peraltro si manifesta in modalità “tranquilla” e non con un’ottica di suscitare spavento negli spettatori, potrebbe essere una allegoria di una nazione che ormai vive appunto solo per succhiare ricchezza dal suo sottosuolo.

Decisamente particolare anche la tecnica cinematografica di realizzazione, che è quanto di più lontano da un normale film commerciale odierno, e richiama semmai i famosi film da cineforum la cui visione veniva imposta al ragionier Fantozzi dal suo dirigente appassionato di Eisenstein. A GIRL è in bianco e nero, con dialoghi ridotti all’osso e scene quasi unicamente notturne e spesso di una esasperante lentezza.

In sostanza il film, presentato nell’ambito della Rassegna Nuovo Cinema Teheran, sembra essere soprattutto un esperimento in cui la regista si è divertita a creare una fusione di generi, archetipi e iconografie, mischiando spaghetti western, graphic novel, film dell'orrore e il New Wave iraniano, con sottofondo di rock iraniano, tecno e tracce musicali ispirate a Morricone. Un film per cinefili che difficilmente registrerà un record al botteghino.

Il film, diretto da Ana Lily Amirpour, è interpretato da Sheila Wand, Arash Marandi, Marshall Manes, Mozhan Marnò e Dominic Rains. È in sala dal 30 giugno.

Ugo Dell’Arciprete

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