Un percorso per visitare tre valli delle Prealpi lombarde che presentano storia e sviluppo similari

Il DAT Valli in f@miglia rilancia la bassa Valle Brembana, la Valtaleggio e la Valsassina

  In viaggio tra gusto e cultura  

Il Distretto dell’attrattività (DAT) Valli in f@miglia sta valorizzando e rilanciando il turismo della bassa Valbrembana, la Valtaleggio e la Valsassina, che comprendono 11 comuni - Zogno, Valbrembilla, Sedrina, Taleggio, Ubiale Clanezzo, Vedeseta, Blello, Moggio, Cassina, Cremeno e Pasturo. Tre valli delle Prealpi lombarde, vicine a Milano, ben collegate, percorse da mille sentieri escursionistici e ricche, qua e là, di ristoranti, cascine, caseifici, chiese, oratori, resti di castelli e fortificazioni, paliotti di altare, palazzi nobiliari.

Le valli hanno tre elementi in comune: la conformazione, la storia e lo sviluppo. La geografia, molto simile, che li unisce così in un percorso comune fatto di terra e rocce. Sono state invase ed abitate dai romani e dai celti. Sono state contese tra Guelfi e Ghibellini, tra la Serenissima Repubblica di Venezia e il Ducato milanese degli Sforza ed hanno subito le occupazioni dei Francesi e degli Spagnoli. Per quanto riguarda lo sviluppo, infine, sono state caratterizzate dal lavoro, dalle carestie, dall’emigrazione e, fino a pochi anni fa, da una ricca vita produttiva e manifatturiera - qui sono sorte le prime importanti industrie come la San Pellegrino, la Cartiera Cima, la Manifattura Val Brembana e l'industria del cemento - senza dimenticare che nelle Terme e nel Grand Hotel di San Pellegrino si andava a “passare le acque” all’insegna dell’Art Nouveau - volti grotteschi, fiori, donne sinuose, vetrate colorate, lampadari in ferro battuto, soffitti affrescati - che vive ancora nell’edificio del Casinò restaurato e nell’attiguo Hotel termale che, oggi, ospita, con installazioni di moderno design, le nuovissime QC Terme San Pellegrino.

La Valle Brembana è limitata a nord dalla catena delle Alpi Orobie (dalle quali sorge anche lo stesso fiume Brembo, che scorre fino a gettarsi nell’Adda, affluente del Po), dal Pizzo del Diavolo di Tenda, che segna il confine più settentrionale con la Valle Seriana, e dal Pizzo Tre Signori, che segna, invece, il confine tra le province di Bergamo, di Sondrio e di Lecco. Il confine orientale della Valle Brembana è marcao dalla Valle Seriana, mentre quello ovest è segnato dalla Valle Imagna. A sud la Valle Brembana termina nella pianura pedemontana attorno a Bergamo. I comuni più popolati si trovano nell'area meridionale della Valle Brembana, mentre nella parte nord ci sono piccoli centri.

Partendo da sud, risalendo la Valle Brembana verso nord, si incontrano i comuni di Ponteranica e Sorisole (provenendo da Bergamo), Valbrembo e Paladina (provenendo da Dalmine), Almè, Villa d'Almè, Sedrina, Ubiale Clanezzo, Vedeseta (nato dalla recente fusione fra Gerosa e Brembilla) e Blello (questi ultimi tre parte della val Brembilla che confluisce nel fiume Brembo a Sedrina), Zogno, San Pellegrino Terme, San Giovanni Bianco, Camerata Cornello, Lenna e Piazza Brembana.

Tutte le località della valle meritano una visita, della durata di un weekend o di una intera settimana: possono essere, infatti, la meta ideale per effettuare escursioni nell’ambiente naturale, per ripercorrerne la storia, per comprenderne le tradizioni o visitare i monumenti civili e religiosi dei paesi e delle frazioni.

Proponiamo, di seguito, alcune tappe imprescindibili per conoscere la valle: Zogno, Gerosa, Ubiale Clanezzo e Sedrina.

Il comune più popolato e centro nevralgico del commercio e dell’industria della valle è Zogno, che, nel Museo della Valle, di carattere etnografico, raccoglie migliaia di oggetti in legno, ferro, ceramica e stoffa della vita quotidiana della storia brembana, ha una interessante sezione di archeologia ed una ancora più interessante sezione di pesci fossili, ottimamente conservati, interi ed intatti, del Triassico provenienti dal bacino della zona, coperta dal Mar di Tetide milioni di anni fa.

A Gerosa, in mezzo al bosco, si può visitare il Santuario della Madonna della Foppa, eretto dai gerosini nel ‘600 in ricordo dell’apparizione della Vergine ad una contadina: con questo ex voto si volle scongiurare la diffusione della peste di memoria manzoniana.

Una strada tortuosa, costruita per recarsi in Valle Imagna, conduce al paese di Ubiale, che, vista dai ponti, ricorda la struttura di un presepe, con Clanezzo, ultimo comune della Valle Brembana al confine con la Valle Imagna, che, della sua posizione strategica di raccordo, ha ancora il ponte sul torrente Imagna, detto “Ponte di Attone” del X secolo D.C., l’imponente castello di origine medievale, ricostruito nel 1600 ed oggi sede di un elegante castello, un vecchio maglio cinquecentesco, la casa del dazio, che si pagava ai signori locali per trasportare le merci, i resti del porto, dove, prima della costruzione della passerella tibetana, attraccava il traghetto con barcaiolo che univa Clanezzo all’altra sponda del fiume, dove fino al 1966 passava la strada ferrata che conduceva a San Pellegrino, trasformata oggi in una pista ciclabile, che tocca le vecchie stazione di mattoni rossi.

A Sedrina, infine, si può ammirare la pala d’altare di Lorenzo Lotto, una Madonna in Gloria e Santi del 1542, custodita nella chiesa parrocchiale progettata dall’architetto Codussi, nativo di Lenna, che operò solo fuori Bergamo, lasciando in provincia solo il progetto di questa chiesa. La grande tela fu commissionata al Lotto verso il 1540, per 50 scudi d’oro, da tre ricchi mercanti di vino, originari di Sedrina e residenti a Venezia. L’impostazione, tipicamente piramidale, ha al vertice la Madonna col Bambino, coronata da sette teste d’angeli, ed alla base i santi in atto di pregare e intercedere. Ciò che colpisce della pala è lo sfondo: il paesaggio con pecore, pastori e cani, ed un paese identificabile per la sua precisione con la stessa Sedrina.

Dal fondovalle, superando il suggestivo e spettacolare orrido scavato dal Torrente Enna tra il Monte Cancervo e il Monte Sornadello, si entra in Valtaleggio. Le pendici della valle, esposte a meridione, sono dolci, con coltivi e varie contrade rurali, mentre, sulla sponda opposta, eccetto la conca di Peghera, i versanti sono ripidi e scoscesi con vasti boschi di latifoglie. I valtaleggini, da secoli, allevano il bestiame e lavorano il latte. Il loro prodotto più noto è lo Stracchino Taleggio, cui è stata riconosciuta la denominazione di origine protetta (dop): è un formaggio tenero dalla forma quadrata, con la crosta rosata, morbida e sottile ed un gusto, un aroma ed una delicatezza della pasta non riproducibile altrove.

La Cooperativa Agricola S. Antonio, una piccola realtà collocata nel cuore verde della Valle Taleggio, sorta alcuni anni fa per valorizzare e sostenere alcuni mestieri duri e desueti in zone montane, come quello dell’allevatore e del casaro, ritira solo ed esclusivamente il latte di vacche di razza Bruna Alpina degli allevatori della zona, produce il Taleggio a Latte Crudo Dop, che ha avuto origine proprio in questa valle, lo Strachìtunt, lo speciale formaggio erborinato antenato del Gorgonzola, Stracchino di Vedeseta, Formagella il Branzi, il formaggio Alben, il burro ed altri prodotti di altissima qualità realizzati tutti con metodi tradizionali (Spaccio della Cooperativa Agricola S. Antonio - Vedeseta, Frazione Reggetto - tel 034547467 - www.santantoniovaltaleggio.com).

Chi vuole approfondire la sue conoscenze sui formaggi della Valtaleggio può visitare l’Ecomuseo e/o una azienda di stagionature.

L’Ecomuseo si trova a Sottochiesa, dove c’è la sede ufficiale, a Vedeseta, dove si trova il Centro Documentazione, o a Peghera, dove nell’edificio ristrutturato della ex scuola del paese (che ospita anche la Pro Loco), si può vedere, nell’interessante installazione “Stagionati”, una video esibizione interattiva sulla stagionatura dei formaggi (www.ecomuseovaltaleggio.it).

Sempre a Peghera c’è l’Azienda Casearia Arnoldi Valtaleggio, nata nel 2007 dalla fusione di tre società attive sul mercato della stagionatura e della commercializzazione dei formaggi tipici lombardi: la Ca’ de Ambros, la F.lli Arnoldi e la Arnoldi Evaristo & C. L’azienda, ripetendo gli stessi gesti che gli antenati hanno maturato e tramandato nel corso dei secoli, conservano al meglio il Taleggio ed altri formaggi della valle, commercializzandoli su tutto il territorio nazionale, in buona parte d’Europa e in oltre 14 Paesi al mondo (Arnoldi - Via Piazze 156, Peghera, Taleggio - tel 034547550 - info@arnoldivaltaleggio.it - www.arnoldivaltaleggio.it).

La lavorazione del taleggio ha mantenuto il suo carattere artigianale sia nel fondovalle che nelle baite degli alpeggi. Il maestro casaro riscalda il latte appena munto nella “coldera”, il pentolone di rame; taglia, quindi, la cagliata con la “spannarola”, una bassa scodella di rame, la raccoglie nelle tele e la mette a scolare sullo “spersoio” cosparso di paglia e poi nelle fascere di legno a forma quadrata. Quando sullo stracchino compare la muffa bianca, si procede alla salatura e lo si fa stagionare, rivoltandolo frequentemente e pulendolo con uno straccio imbevuto di una soluzione in salamoia. A seconda del periodo di stagionatura, il taleggio acquista aromi e sapori diversi: più dolce e burroso nelle forme meno mature, più aromatico e piccante in quelle più stagionate. La maturazione del taleggio avviene dall’esterno verso l’interno, per cui la pasta è più molle e filante appena sotto lo strato sottile della crosta, mentre diventa più consistente e friabile nel cuore del prodotto.

La Valsassina, chiusa tra il gruppo delle Grigne, ad occidente, e il gruppo delle Alpi Orobie, che la separano dalle valli bergamasche e dalla Valtellina, si collega alle valli bergamasche con la strada provinciale 63 Prealpina Orobica, che, dalla Valtaleggio, stretta e con i paracarri in pietra, sale fino al Passo della Culmine di San Pietro, a circa 1300 metri, allietato dalla presenza di un paio di ristoranti, e scende poi, con la valle a dirupo sulla sinistra, curva dopo curva, fino al comune di Moggio, che, purtroppo, ci accoglie con dei condomini allucinanti. La valle è percorsa dal torrente Pioverna, che nasce dalla Grigna e sfocia nel Lago di Como. Nel territorio chiamato Altopiano Valsassina si trovano i comuni di Cremeno, Cassina Valsassina, Moggio e Barzio. Nella parte bassa della valle si incontrano i paesi di Pasturo, Introbio, Primaluna, Cortenova e Taceno. Nell'Alta Valsassina si trovano Crandola Valsassina, Margno e Casargo. La Valsassina è nota per la produzione delle forbici di altissima qualità e per la lavorazione del legno, materia prima per la realizzazione di mobili domestici di altissima qualità.

Passeggiando tra le stradine del paese di Moggio si può visitare il locale Museo Liturgico Etnografico, organizzato dalla Parrocchia di San Francesco, inserito nel Sistema Museale della Provincia di Lecco, che raccoglie attrezzi dei vecchi mestieri, arredi e corredi, con la ricostruzione di ambienti domestici della tradizione contadina, ed una collezione di suppellettili e paramenti religiosi (via all’Agro - tel 0341996859 - www.parrocchiamoggio.it)

Le tre valli che compongono il DAT sono ricche di risorse della natura - latte, funghi, erbe officinali montane, asparagi di monte, castagne - da cui si estrapolano prodotti tipici e che sono alla base di succulenti piatti in cui sono assemblati al meglio con i casonsei, la polenta taragna o la cucinatura delle prede della cacciagione. Tutti i formaggi - ben otto DOP prodotte in queste valli - dal più delicato al più saporito, sono presenti nella ristorazione e sono anche utilizzati da soli per aperitivi e merende, con miele, noci e confetture di verdura.

Dove dormire e mangiare:

Ristorante Forno Antica Osteria - Permette una esperienza gastronomica completa e ad alto livello con, ad esempio, “nosecc”, piatto povero di foglie di verza riempite con il ripieno dei casoncelli, risotto al radicchio mantecato al taleggio e Valcalepio, bocconcini di cervo in salmì sulla polenta taragna, flan di castagne con fonduta di taleggio, gnocchi di polenta allo stracchitunt. Il ristorante è inserito in un edificio del 1500, condotto dalla quinta generazione della famiglia che aprì il forno/ osteria nel 1811. Propone anche camere ed appartamenti arredati - Ristorante Forno Antica Osteria, Via Roma 32, Brembilla - www.ristorantefornoanticaosteria.com

Albergo Ristorante La Rua - Immerso in un meraviglioso giardino, in un ambiente rilassante e rigenerante, l'albergo dispone di nove camere e propone una cucina genuina legata al territorio. L'ampio salone che si apre sul verde è il luogo ideale per festeggiare ricorrenze e pranzi conviviale -via San Gottardo, 49, Laxolo di Valbrembilla (BG) - tel 034590380 - cell 3332258656

Dove mangiare:

Latteria di Branzi, Baita dei saperi e sapori brembani - ideale per conoscere, gustare ed acquistare le eccellenze gastronomiche tipiche della valle: i sei formaggi Principi delle Orobie (Branzi Ftb, Formai de mut Dop, Strachitunt Val Taleggio Dop, Agrì di Valtorta, presidio Slow food, Stracchino all’antica delle Valli orobiche, presidio Slow food, e Bitto storico, Dop e presidio Slow food custoditi in una cantina a vista), il tartufo nero di Bracca, le salse al parüch, le marmellate e il miele, le nove birre artigianali del birrificio Via Priula di San Pellegrino, grappe e amari della valle, la farina di mais macinata dall’antico mulino a pietra di Baresi di Roncobello, i grissini della Valtaleggio, i salumi di Vedeseta, i vini Valcalepio, di Casa Virginia di Almè, di Tenuta Vinea della Valtellina e tutti i prodotti caseari della Latteria sociale di Branzi (formaggi, Bèse de Brans, yogurt). La ristorazione proposta, anche rivisitata, è legata al territorio con taragna orobica, formaggi Principi delle Orobie, salumi e carne di vacca Bruna. La Baita, realizzata con materiale locale, a partire dal legno e dall’ardesia di Branzi e gestita dalla Latteria di Branzi, funge anche da punto informazioni sul turismo vallare, propone materiale informativo e librario sulla terra brembana (Baita dei saperi e dei sapori brembani - via Grotte delle meraviglie, Zogno - www.latteriadibranzi.com).

Info, descrizione delle località, suggerimenti per percorsi di turismo verde e naturalistici, culturale ed enogastronomici: Emozioni Orobie - via Locatelli, Zogno - www.emozioniorobie.it; www.valbrembanaweb.com; www.vallebrembana.com

Giovanni Scotti

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