I viticoltori sempre più attenti a ambiente, sociale, territori e innovazione

Il vino sostenibile piace ai consumatori

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Venerdì 25 settembre, a Milano, presso la Casa degli Atellani, nel seminario organizzato da Confagricoltura dedicato alla sostenibilità della filiera vitivinicola, dalla raccolta dell’uva alla distillazione e condotto da Antonio Paolini, giornalista e critico enogastronimico, è emerso che sono sempre più numerose le imprese vitivinicole che stanno adottando buone pratiche sostenibili nei loro cicli produttivi, dal punto di vista non solo economico, ma anche ambientale e sociale, migliorando i loro processi produttivi per ottenere sempre più prodotti di qualità.

La sostenibilità economica, ambientale e sociale della filiera vitivinicola - ha detto Ezio Veggia, Vicepresidente di Confagricoltua - è fortemente legata allo sviluppo del territorio, attraverso innovazioni e aggregazioni di imprese, nel rispetto delle tradizioni e della cultura. - ha proseguito Veggia - Rilevanti i risultati che si ottengono per favorire le vendite, non solo in Italia ma anche all’estero. La presentazione sul mercato di vini che prestano particolare attenzione ai temi della sostenibilità, consente di accrescere il loro valore agli occhi degli acquirenti, sempre più attenti a queste tematiche nelle loro scelte d’acquisto.

Nel corso del seminario, che rientrava nel ciclo di incontri, “Appuntamenti sulla sostenibilità”, che Confagricoltura sta tenendo a Milano in occasione di Expo, è emerso che non solo le aziende vitivinicole ma anche quelle della distillazione sono all'avanguardia nell'applicazione di metodi produttivi sostenibili e sono un punto di riferimento anche per gli altri settori.

Lo hanno testimoniato le case history di tre vivaci realtà imprenditoriali: l’azienda agricola Antico Podere di Pomaio (foto sopra), la Guido Berlucchi & C. (prima foto sotto) e le Distillerie Bonollo (seconda foto sotto). Dalle loro storie è emersa l’attenzione alla riduzione delle emissioni di CO2, dei consumi di acqua e di sostanze chimiche, alla produzione di energia rinnovabile, alla valorizzazione dei sottoprodotti, ma anche alla tutela del paesaggio e dell’agricoltura sociale.

Dalle indagini effettuate dal Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli è emerso che i vini certificati sostenibili possono influenzare positivamente la percezione sensoriale e spuntare incrementi di quotazioni superiori al 20%. Comunicare questi risultati è dunque importante e i sistemi di certificazione attuali, tra cui ‘Viva’ e ‘Tergeo’, sono dei punti di riferimento.

Occorre, però, fare ulteriori passi avanti, anche alla luce degli obiettivi fissati dall'Unione Europea sulla sostenibilità ambientale delle produzioni agricole, con un focus specifico sul settore vitivinicolo così da individuare dei disciplinari il più possibile omogenei, condivisi, di semplice applicazione e controllo per poter raggiungere il maggior numero di imprese vitivinicole e della distillazione.

Siamo impegnati a rilanciare ancor più le pratiche sostenibili presso le aziende associate e a dare visibilità ad esse attraverso il sistema di ‘Ecocloud’.- ha concluso Veggia - Favoriamo i processi che vedranno le nostre aziende sempre più virtuose e attente a ambiente, sociale, territori e innovazione.

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