Le opere di 15 artiste italiane affiancate alla parola poetica, per proporre il tema del rapporto tra umanità, natura e cibo

Expo 2015: arte in tavola con la mostra “Il Gusto della Visione”

  Cultura e Spettacoli  

CIR food, l’azienda leader della grande ristorazione italiana a cui Expo 2015 ha affidato il 25% dell’offerta ristorativa, ospiterà nei suoi locali la mostra Il Gusto della Visione - Taste of Vision, con le opere di 15 artiste italiane affiancate alla parola poetica, per proporre il tema del rapporto tra umanità, natura e cibo.

Seguendo il filo conduttore di Expo 2015, i ristoranti Tracce saranno al centro di un progetto culturale dedicato al valore sociale del cibo, promosso da CIR food, l’azienda che servirà 1 visitatore su 4 durante l’Esposizione.

La mostra Il Gusto della Visione - A Taste of Vision, è curata da Vittoria Surian, nota per i progetti ideati per la Biennale di Venezia, e si avvale di un omaggio del critico d’arte Gillo Dorfles. Il tema di Expo Nutrire il Pianeta - Energia per la Vita sarà proposto attraverso “libri-opera”, alcuni già esistenti e altri realizzati per l’occasione, affiancati e ispirati a versi di poeti. Vere e proprie tavole d’artista che rimandano alla terra e ai suoi prodotti esplorando e allargando il concetto del gusto a una dimensione estetica più ampia.

I “libri-opera” della mostra Il Gusto della Visione - A Taste of Vision saranno esposti all’interno dei quattro ristoranti “Tracce” allestiti da CIR food nelle aree servizi del Decumano, introducendo così i visitatori di Expo 2015 ad un percorso culturale unico nel suo genere.

Le artiste coinvolte nel progetto di CIR food sono Giosetta Fioroni, Mirella Bentivoglio, Renata Boero, Gabriella Benedini, Pinuccia Bernardoni, Sara Campesan, Marilù Eustachio, Maria Lai, Paola Levi Montalcini, Angela Lorenz, Elisa Montessori, Cloti Ricciardi, Marilena Sassi, Marina Sasso e Maria Savoldi.

CIR food promuove in ogni luogo una ristorazione democratica e sostenibile che aiuta le persone ad alimentarsi bene e in modo consapevole. Da qui è nata l’idea di far uscire l’arte dai musei e dalle gallerie per proporla in un luogo solitamente adibito all’atto quotidiano del mangiare e avvicinarla così al grande pubblico, dando anche strumenti per comprenderla e apprezzarla. - commenta la mostra il Direttore Commerciale e Marketing di CIR food, Giuliano Gallini - Grazie a questa iniziativa la tavola non è più associata solo al momento del consumo e della condivisione del cibo, ma diventa un luogo privilegiato per sperimentare il gusto della visione, uno spazio che invita il visitatore a fermarsi, a rallentare e a concedersi un momento di riflessione sul significato che il nutrire può assumere in una dimensione simbolica.

La mostra è documentata da due pubblicazioni: un Taccuino e un Catalogo. Il Taccuino verrà distribuito nei ristoranti e sarà una guida alla visione della mostra. Nel Catalogo si aggiungeranno gli interventi di Antonia Arslan (la scrittrice vincitrice del premio Strega e del premio Campiello commenta le poesie di Daniel Varujan di cui quest’anno ricorre il centenario della tragica morte) e Marino Niola (il noto antropologo interverrà sul tema del rapporto tra natura, cibo e arte nella storia culturale dell’umanità).

la parola “nutrire” rimanda nella sua accezione più ampia e universale all’atto creativo che caratterizza l’attività culturale dell’umanità. Sia il cibo che l’arte sono il frutto di un processo di trasformazione attuato dall’uomo: il cibo è natura che diventa nutrimento materiale per il corpo; l’arte è materia che si fa simbolo. Il nutrire diviene dunque un’azione che attiene alla sfera del simbolico e conserva la sua prerogativa di essere dono di sé pacifico, generoso e accogliente dell’altro.

Il titolo stesso della mostra, Il Gusto della Visione, contiene delle chiavi di lettura legate alla polisemia delle parole che lo compongono. Il termine “gusto” denota il senso specifico per mezzo del quale viene riconosciuto e controllato il sapore delle sostanze. Per estensione il termine è adoperato in etica e in estetica per designare la sensibilità del buono e del bello. Il concetto di “gusto” è certamente tra i più ricchi di significato nella lingua italiana. Originariamente associato a uno dei cinque sensi, arriva per estensione a designare le diverse attività percettive, non solo visive e uditive, ma anche concettuali: si può provare ‘gusto’ quando si comprende un’opera visiva o un’opera poetica. Allo stesso modo, il termine “visione” dà vita a molteplici significati e a diversi livelli dell’esperire: la percezione visiva, il punto di vista, la concezione, la creazione immaginifica e così via.

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