Laura Biagiotti presta l’opera per i sei mesi dell’Esposizione Universale

Expo 2015, Palazzo Italia: il Genio Futurista di Giacomo Balla

  Cultura e Spettacoli  

Lo scorso 2 marzo, a Milano, presso lo spazio LARTE, Diana Bracco, Presidente Expo2015 e Commissario Generale per il Padiglione Italia, Laura Biagiotti, Presidente di Biagiotti Group, Ilaria Borletti Buitoni, Sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali, e il Prof. Fabio Benzi, Ordinario di Storia dell'Arte Contemporanea all'Università di Chieti e Curatore Scientifico della Fondazione Biagiotti Cigna, hanno presentato il progetto di prestito del "Genio Futurista" di Giacomo Balla

L’opera fa parte dell’imponente raccolta di Giacomo Balla collezionata dalla stilista Laura Biagiotti, che, nel 1996, ha dato vita assieme alla famiglia alla Fondazione Biagiotti Cigna in memoria del marito, Gianni Cigna, prematuramente scomparso. La raccolta, nata da una grande passione per l’arte, riunisce oltre duecento lavori dell’artista, di cui uno dei nuclei principali è sostituito dagli studi realizzati per Balla per la moda e rappresenta il maggiore e più importante insieme di arte applicata futurista che esiste.

Nel mio percorso di entusiasta collezionista, in occasione dello straordinario evento dell'Expo Milano 2015, ho pensato che il "Genio Futurista" dipinto da Giacomo Balla nel 1925 per l'Expo dì Parigi, potesse di nuovo, dopo 90 anni, illuminare con il suo prisma tricolore di luci, l'operosità e il ben fare italiano. - ha detto Laura Biagiotti, Presidente Fondazione Biagiotti Cigna e Presidente Biagiotti Group - Con la mia amica Diana Bracco, icona dell'imprenditoria del nostro Paese, che ringrazio per questa condivisione di intenti, esponendo l'arazzo dì Balla a Palazzo Italia, abbiamo convenuto di aggiungere un appassionato contributo al messaggio intangibile di "nutrire " il pianeta, anche attraverso il cibo interiore che dona l'arte.

Il "Genio Futurista", olio su tela d'arazzo, cm. 279x381, è la più grande opera mai realizzata da Balla ed è stata ritenuta, dalla critica e dall'artista stesso, l'opera cardine della sua presenza all'Esposizione di Parigi del 1925: presenza altamente simbolica per l'origine e gli sviluppi dell'ari Béco.

L’opera fu realizzata da Balla proprio per l’Exposition Internationale des Arts décoratifs modernes, tenutasi a Parigi nel 1925, dove è stata esposta nel padiglione delle arti decorative insieme ad altre sue realizzazioni. La mostra parigina ha sancito la larghissima ed ormai capillare diffusione internazionale delie idee dei futuristi che, interpretando le teorie di Filippo Tommaso Marinetti, avevano già nel decennio precedente operato una vera e propria rivoluzione in campo ideologico e artistico e dato voce allo slancio che aprì la strada alle avanguardie internazionali. Il mito della velocità, del dinamismo, si lega ormai, in quell'epoca, ad un nuovo concetto di arte, che i futuristi intendono non più come semplice rappresentazione, ma come azione concreta sul mondo, che si traduce in un inno alla modernità, al progresso e alle macchine, ed incarna la visione ottimista e progressista di inizio secolo. L'arazzo venne poi nuovamente esposto alla mostra degli Amatori e Cultori di Roma nel 1928, in posizione dominante al centro di una parete nella grande sala antologica dedicata al lavoro di Giacomo Balla, in cui l'artista presentava una selezione delle opere più importanti della sua carriera, a partire dal divisionismo di inizio secolo.

Impostato sui colori italiani (rosso, bianco e verde), che si intarsiano su un fondo blu e azzurro, la composizione "prismatica" è incentrata su una schematica figura d'uomo, la testa a stella, simbolo dell'Italia. Da questa figura astratta solo vagamente antropomorfa (il Genio futurista, in fondo autoritratto dello stesso Balla) si irradiano forme-rumore che condensano le diverse esperienze pittoriche futuriste dell'artista in una sorta di summa artistica: dalle forme acute "motorumoriste,' ai volumi astratti di “Feu d'Artifice” (1916-1917), dal tricolorismo patriottico di “Forme-grido Vìva l'Italia” (1915) alle rappresentazioni teoriche e teosofiche sulla "quarta dimensione" di “Trasformazioni forme-spiriti” (1918) e di “Pessimismo contro Ottimismo” (1923), ai triangoli intersecati delle “Compenetrazioni iridescenti” (1912-13).

L'arazzo “Genio futurista” è la rappresentazione precisa e riassuntiva di un processo geniale che porta l'artista alla conoscenza dei rapporti dinamici dell'universo, e alla loro rappresentazione come forme e colori puri: avanguardia non solo di forme, ma anche e soprattutto di intuizioni intellettuali, di dimensioni che superano il visibile e danno corpo all'invisibile, come lo stesso Balla affermava nel “Manifesto della Ricostruzione Futurista dell'Universo”(1915).

Il monumentale arazzo sarà esposto nelle sale di rappresentanza di Palazzo Italia dal 1° maggio al 31 ottobre 2015, sede del cerimoniale, dove confluiranno le delegazioni ufficiali dei Paesi esteri.

E' bello che proprio nelle sale di rappresentanza di Palazzo Italia ci sia un 'opera prestigiosa come quella di Balla. E di questo sono grata all'amica Laura Biagiotti, cui mi accomunano una grande passione per l'arte e un costante impegno a favore della cultura in tutte le sue forme. - ha detto Diana Bracco, presidente Expo 2015 e Commissario Generale per il Padiglione Italia - Con le sue cromie patriottiche che richiamano il nostro Tricolore, "Genio Futurista" mi è sembrata un'opera adatta per legare il passato e il futuro all'insegna del genio italico. Non a caso il nostro obiettivo è fare di Expo 2015 un potente strumento per restituire fiducia e speranza nell 'Italia ai cittadini, a cominciare dai più giovani.

Giovanni Scotti

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