Nelle sale dal 12 febbraio 2015 distribuito da Notorious Pictures

Selma di Ava DuVernay

  Cultura e Spettacoli  

Ambientato negli Stati Uniti, durante la presidenza di Lyndon Johnson, il film racconta la marcia di protesta che ebbe luogo nella primavera del 1965 a Selma, in Alabama, nel profondo sud degli Stati Uniti. Guidata da un agguerrito Martin Luther King, questa contestazione pacifica aveva lo scopo di ribellarsi agli abusi subiti dai cittadini afroamericani negli Stati Uniti nell'esercitare il proprio diritto di voto.

Tra resoconto documentario e racconto intimo, il film dell'afroamericana 42enne Ava DuVernay, miglior regista al Sundance Film Festival del 2012 per “Middle of Nowhere”, è seduttivo, emozionante e non manipola le coscienze

Nel film viene proposta l’umanità del reverendo MLK (David Oyelowo), con i suoi dubbi, le sconfitte e i cedimenti, senza intaccarne, comunque, la statura etica e politica e il ruolo che ha svolto per l'evoluzione di una coscienza civile collettiva. Le sue scelte sono state dettate dal bene comune, dal suo infallibile istinto gli ha fatto compiere gesti a volte impopolari, ma di sicura lungimiranza storica. Il film sottolinea come la negoziazione politica debba essere sempre indirizzata verso un fine ultimo elevato e non possa mai accontentarsi del successo temporaneo.

Ottimo il connubio fra documentario, con gli spezzoni finali, anche della storica marcia su Washington del '63, ed il racconto dei travagli personali dei vari personaggi, così da farci sentire la loro paura e rendendo contemporanea una vicenda lontana, ma le cui ricadute sono visibili nel presente di tutti.

Importante anche la descrizione del diverso sentire della protesta per i diritti civili non solo fra le varie generazioni, ma anche fra uomini e donne.

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