La commedia, nelle sale dal 18 settembre, è intelligente e divertente

La nostra terra di Giulio Manfredonia

  Cultura e Spettacoli  

Nel sud della Puglia, Nicola Sansone (Tommaso Ragno), proprietario di un podere e di diversi ettari di terra, viene arrestato. Le sue proprietà prima sono confiscate e poi vengono assegnate ad una cooperativa locale, che, per negligenza ed impreparazione, non è però capace di gestirle.

Dal Nord viene mandato in loro aiuto Filippo (Stefano Accorsi), stratega dell'associazionismo da antimafia, ma uomo da scrivania, esperto di leggi e regolamenti, che è impreparato ad affrontare le questioni sul campo. Filippo incontra, così, il Sud con tutte le sue contraddizioni,collusioni ed ostacoli.

Tra i vari personaggi, che Filippo incontra nelle terre confiscate, ne segnaliamo, in particolare, due: Rossana e Cosimo. Rossana (Maria Rosaria Russo) è una ragazza bella e determinata, che, forse, ha un passato da riscattare. Cosimo (un ottimo Sergio Rubini) è lo storico fattore del proprietario Sansone, che, nelle more di un giudizio definitivo, continua a coltivare l'appezzamento, che, un tempo era della sua famiglia, prima che il boss locale se lo prendesse.

Filippo e Cosimo ingaggiano un confronto tra burocrazia e senso della vita che porta il primo a cambiare e il secondo a redimersi.

Con il film “La nostra terra” Giulio Manfredonia torna alla commedia etica dopo il fortunato “Si può fare” che raccontava di un sindacalista mandato a gestire una cooperativa composta da ex pazienti di un manicomio. Aggiornando il tema, Manfredonia tratta, per la prima volta nel cinema, delle cooperative antimafia, costruendo una commedia intelligente e divertente, con tutti gli ingredienti a loro posto, sostenuta da una sceneggiatura molto calibrata.

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