La commedia è nelle sale dal 19 giugno

Ragazze a mano armata di da Fabio Segatori

  Cultura e Spettacoli  

Se la distribuzione italiana non avesse già utilizzato il titolo "Come rubare un milione di dollari e vivere felici" per un noto film di William Wyler, "Ragazze a mano armata" avrebbe potuto chiamarsi, senza rischiare il plagio, "Come rubare un milione e mezzo di euro e vivere felici".

Questa scoppiettante commedia all'italiana ci mostra infatti la sorprendente trasformazione di tre insospettabili studentesse siciliane in esperte rapinatrici, che nonostante vari pericoli ed imprevisti riescono a condurre in porto un furto milionario e a farla franca. Alla fine scopriamo addirittura che, nascoste dietro tranquille vite borghesi, di tanto in tanto ricostituiscono la banda per qualche altro colpetto.

Emma, Gioia e Stella sono di Corleone, ma non hanno mai avuto a che fare con la mafia. Sono a Messina per studiare, come tante altre ragazze della loro età. Più precisamente Emma e Gioia studiano, Stella è più intenta a godersi la vita passando da un ragazzo all'altro, fumando spinelli e sognando vestiti alla moda.

La cassetta della posta è piena di bollette da pagare e lo sfratto è imminente. Decidono così di affittare una stanza. Dopo una serie di improbabili candidate si presenta un’elegante signora veneta: Bea. Sta scappando dal suo ex: Michelangelo, un uomo violento che la perseguita. Ha bisogno di un luogo anonimo e sicuro per pochi giorni, ma è pronta a pagare un mese in anticipo. Le ragazze accettano. Ma quello stesso giorno Bea viene investita da un tir e va in coma.

Passa il tempo. Le ragazze, che nulla sanno dell’incidente, riaprono la sua stanza e trovano un borsone con un milione di euro. Emma, cittadina modello, è categorica: toccare quei soldi sarebbe appropriazione indebita. Ma la tentazione è troppo forte e così prima Stella si compra dei vestiti, poi Gioia ordina una vasca idromassaggio e infine anche Emma capitola. Dopo anni di mensa, vita spartana e desideri repressi, le tre studentesse si scatenano in uno shopping sfrenato.

Ma, si sa, il denaro mette zizzania. E così le ragazze cominciano a litigare. Durante una furibonda colluttazione, un bastoncino di incenso cade inavvertitamente nel borsone, mandando letteralmente in fumo il malloppo. Quello stesso giorno, all’ospedale, Bea si risveglia dal coma e si trova davanti un colossale malavitoso romano: Michelangelo, il suo ex. Scopriamo che Bea non è una sofisticata signora veneta, ma una “borgatara” doc che stava tentando di scappare con il malloppo. Michelangelo rivuole i soldi e quando scopre che le banconote sono ridotte ormai ad un mucchio di cenere, minaccia Bea e le ragazze: se non riavrà il suo milione entro una settimana, le ammazzerà. Che fare? Bea conosce un solo modo per procurarsi il denaro: rapinare una banca. Certo che le sono capitate le tre corleonesi più imbranate della storia! Ma le ispirano molta simpatia e, per la prima volta nella vita, la fanno sentire meno sola.

Sotto l'addestramento dell'esperta Bea le aspiranti rapinatrici prendono dimestichezza con le armi, Emma in particolare acquista un vero piglio da capobanda, e tutto è pronto per il gran giorno della rapina. A complicare le cose interviene Filippo, ex fidanzato di Emma: quest'ultima lo aveva lasciato considerandolo un banale ragazzo di provincia, al cui fianco la sua vita sarebbe stata una noia mortale. Scopriamo invece che Filippo non è il santarellino che Emma credeva, e Stella è la prima ad accorgersene grazie all'erba che "Pippo" coltiva per sè e comincia a condividere con lei.

Filippo si trova sul luogo della rapina e rischia di mandare tutto all'aria, seguono altre vicissitudini quando la banda di Bea consegna a Michelangelo il frutto della rapina, e il colpo di scena finale che non riveliamo consente a Bea e a quelle che ormai sono diventate sue amiche inseparabili di godersi il malloppo.

Il film, diretto da Fabio Segatori ed interpretato da Karin Proia, Nino Frassica, Federica De Cola, Giovanna D'Angi, Gianna Verdelli, Massimiliano Frateschi uscirà in sala il 19 giugno.

Ugo Dell’Arciprete

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