Il testo di Paul Auster diretto da Giorgio Gallione per il Teatro dell’Archivolto è in scena dall’8 al 13 aprile 2014

Milano, Piccolo Teatro Grassi L’invenzione della solitudine con Giuseppe Battiston

  Cultura e Spettacoli  

Vincitore di due premi Ubu e di tre David di Donatello, Giuseppe Battiston arriva al Piccolo Teatro di Milano con L’invenzione della solitudine di Paul Auster, in scena nella sala storica di via Rovello dall’8 al 13 aprile 2014.

Un delicato ritratto di famiglia, una riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.

“Un giorno c'è la vita... poi, d'improvviso, capita la morte”. Lo spettacolo, tratto dal primo romanzo di Auster (pubblicato nel 1979) e prodotto dal Teatro dell’Archivolto e dal Teatro Stabile di Genova, traccia un delicato ritratto di famiglia, tutto giocato sul filo della memoria, una commossa riflessione sulla difficoltà di essere figli e padri.

Battiston, diretto da Giorgio Gallione, esprime in modo toccante, con le parole di Auster, la sensazione che dietro ad ogni rapporto vi sia qualcosa di sconosciuto e insondabile. Un lato oscuro, un segreto che ciascuno di noi si porta dietro fino alla fine.

Qualche settimana dopo l’inattesa morte del padre, Auster si ritrova nella grande casa di un genitore quasi estraneo, che ha abbandonato da anni la famiglia per ritirarsi in una solitudine caparbiamente distaccata dal mondo e dagli affetti. Così, attraverso tracce labili, oggetti e carte, il protagonista riscopre i frammenti di una esistenza estranea, che è in parte anche la propria, riscoprendo un padre semisconosciuto e assente e ripercorrendo la vita di un uomo che si è nascosto dal mondo. Una ricerca del padre scomparso che lo costringe a fare i conti con una perdita, una mancanza che lo strazia come persona e come figlio. “La musica del caso” vuole che lo stesso Auster, proprio in quei giorni, stia per abbandonare la moglie e, ineluttabilmente, anche l’amatissimo figlio. In un mosaico di immagini, riflessioni, coincidenze e associazioni, il destino costringe così Auster a riflettere sulla difficoltà di essere insieme padre e figlio e su come il caso impercettibilmente governi le nostre vite.

Ricordo che a 5 anni mi ero dato un nuovo nome, John, perché tutti i cowboy si chiamavano John, e ogni volta che mia madre mi chiamava usando il nome vero io rifiutavo di rispondere. – scrive Paul Auster - Ricordo che mi sarebbe piaciuto essere uno scoiattolo, perché volevo essere leggero e capace di balzare di albero in albero come volando. Ricordo che il mio colore preferito era il verde, e che ero certo che il mio orsetto avesse nelle vene sangue verde. E poi ricordo mio padre, come si protendeva sulla tavola per mangiare, con le spalle rigide, in un atto che gli serviva solo per alimentarsi, senza mai gustare il cibo.

"L’invenzione della solitudine", copyright (c) 1982 Paul Auster, è edito in Italia da Giulio Einaudi Editore

Info, prenotazioni: L’invenzione della solitudine di Paul Auster, con Giuseppe Battiston e la regia di Giorgio Gallione - Piccolo Teatro Grassi, via Rovello 2, Milano - dall’8 al 13 aprile 2014  tel 848800304 - www.piccoloteatro.org.

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