Passione e collezionismo

Novecento Italiano in mostra a Bassano

  Cultura e Spettacoli  

Balla, Severini, Carrà, De Pisis, Casorati e ancora Burri, Campigli, De Chirico, Tosi, Wildt, Fontana, Ligabue, Guttuso, fino a Morandi. E poi, tra gli altri, Manzù, Martini, Santomaso, Schifano, Tancredi, Turcato, Afro. Sono i protagonisti dell’arte del Novecento italiano, le anime di quella caleidoscopica esperienza che è stata la produzione artistica del secolo scorso nel nostro Paese, così come è stata vissuta, recepita, favorita o addirittura costruita dalla passione di tanti collezionisti privati, in un tempo in cui non era ancora il mercato e il mondo delle aste a dettare le tendenze e a polarizzare le scelte.

L’indagine, affascinante e doverosa, sulle raccolte italiane del Novecento e sul Novecento, avviata da alcune recenti esposizioni in Italia — in particolare una sorta di testimone si ha con la mostra proposta durante l’estate a Villa Regina Margherita a Bordighera — prosegue e consente ulteriori scoperte a Bassano del Grappa, nella nuova ala del Museo Civico dove, fino  al 20 gennaio 2013, il pubblico potrà ammirare una carrellata impressionante di opere chiave del XX secolo prestate da alcune delle più importanti e “storiche” raccolte private italiane.

A ciò si aggiunge un focus particolare dedicato al collezionismo bassanese del Novecento, che proporrà altri significativi lavori dei principali autori del secolo passato — evidenziati specificamente nel percorso — frutto di un’attività di ricognizione sul territorio e segno dell’attenzione e della sensibilità prestata anche dai collezionisti locali all’arte italiana del XX secolo.

Complessivamente in mostra quasi 90 opere di 46 tra i più amati artisti del tempo.

Il collezionismo è passione, piacere, talvolta ossessione, talvolta investimento. – scrive Annalisa Scarpa - In senso lato è un investimento giocato sulla propria personalità… un investimento intellettuale, una sfida giocata sul proprio gusto, che può appagare e talvolta deludere.

Tra gli anni Venti e Settanta sono le raccolte di tanti imprenditori, industriali, professionisti ecc. a dare impulso e sviluppo all’arte italiana del tempo: dal Futurismo alla Metafisica e a Corrente, fino alle molteplici esperienze del secondo dopoguerra, dell’Arte Povera e dell’Astrattismo. La frequentazione delle gallerie, sorte soprattutto tra le due guerre, e delle esposizioni che vi vengono organizzate è il momento d’incontro con l’opera e con lo stesso artista; e poi ci sono le grandi manifestazioni come la Biennale di Venezia, la Triennale di Milano, la Quadriennale a Roma.

Un clima di intrecci, relazioni, complicità e amicizie che viene testimoniato nella mostra - curata per la sezione del collezionismo italiano da Annalisa Scarpa e per quella del collezionismo bassanese da Giuliana Ericani, con la collaborazione scientifica di Gabriella Belli - anche attraverso le figure di due grandi collezionisti e mecenati della prima metà del Novecento, quali Riccardo Gualino e Carlo Cardazzo, ma anche, nel secondo Novecento, Bruno Grossetti di Milano, Tino Ghelfi di Vicenza, “L’Elefante” di Mestre (e poi di Venezia e Treviso) e la Galleria “Il Canale di Venezia”.

Gualino, che anima il panorama culturale e artistico torinese dei primi decenni del secolo, figura carismatica e quasi totemica - insieme alla moglie - del collezionismo del tempo, una sorta di “mecenate rinascimentale catapultato nel Novecento”, è ricordato in mostra da un emozionante ritratto del ’22 di Felice Casorati. Carlo Cardazzo, fondatore a Venezia, nel pieno del grande conflitto mondiale (1942), della mitica Galleria “il Cavallino”.

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