L’Accademia Italiana della Cucina, fondata da Orio Vergani nel 1953, celebra ogni anno gli ambasciatori della nostra cucina nel mondo

Il Premio Orio Vergani 2012 assegnato al Gruppo Virtuale Cuochi Italiani

  Food and beverage  

Lo scorso 10 ottobre, a Milano, Giovanni Ballarini, presidente dell’Accademia Italiana della Cucina (AIC) - Istituzione Culturale della Repubblica Italiana che, da quasi sessanta anni è impegnata in difesa della cultura culinaria del nostro Paese - ha consegnato il prestigioso riconoscimento “Orio Vergani 2012” - attribuito ogni anno a chi ha onorato la cultura gastronomica italiana con la propria attività - al Gruppo Virtuale Cuochi Italiani (GVCI).

Oggi, nel mondo, come conferma una nostra ricerca, la cucina italiana riscuote enormi consensi tra i consumatori stranieri che, dall’Australia agli Stati Uniti, ne riconoscono la straordinaria qualità delle materie prime e gli aspetti salutistici propri della dieta mediterranea. – commenta Giovanni Ballarini, Presidente dell’Accademia Italiana della Cucina - Tuttavia, per mantenere questa leadership, è necessario contrastare il fenomeno delle imitazioni delle nostre ricette tipiche che rischiano di minare l’immagine positiva conquistata in questi anni. Il Premio Vergani assegnato al GVCI va visto proprio in questa direzione: abbiamo voluto dare lustro al lavoro svolto da questo gruppo di professionisti che si battono, ogni giorno, per diffondere nei 5 continenti i valori della civiltà della tavola.

Il premio è intitolato a Orio Vergani, fondatore dell’Accademia Italiana della Cucina e giornalista del Corriere della Sera che è stato un personaggio di primo piano nel mondo del giornalismo, della letteratura e dell’arte. L’idea di fondare, il 29 giugno 1953, l’Accademia Italiana della Cucina è maturata durante le manifestazioni sportive del Giro d’Italia, e soprattutto di Francia, che diedero modo a Vergani di scoprire anche la gastronomia e i Paesi che traversava. Vergani si convinse della necessità di fare qualcosa in rapporto alla nostra cucina e alla nostra enologia.

Il Gruppo Virtuale Cuochi Italiani, è un network di oltre 2000 persone – chef, sommelier, imprenditori, giornalisti, addetti del settore food and beverage – attivo in oltre 70 paesi in tutto il Mondo, fondato nel 2000 da Mario Caramella e da Rosario Scarpato, produttore TV e giornalista, che, con il lavoro sul campo dei suoi aderenti, rappresenta il presidio di tutela della cucina italiana più autentica, fatta con ingredienti di prima qualità e nel rispetto rigoroso dei dettami della tradizione, e contribuisce a diffondere la cultura gastronomica italiana in tutti quei Paesi dove la nostra cucina viene spesso bistrattata. La principale peculiarità dell’associazione è quella di condividere conoscenze sul mondo del food attraverso un “forum online” moderato in italiano (www.groups.yahoo.com/group/GVCI2001/) e due siti, uno in italiano (www.gvci.org) e uno in inglese (www.itchefs-gvci.com) che supportano le attività e gli eventi organizzati dal network. L’obiettivo del Forum è quello di creare un canale di discussione permanente tra gli iscritti, promuovendo una rete di solidarietà fra gli chef italiani all’estero che contribuisca allo sviluppo dei prodotti italiani. Tra le numerose iniziative portate avanti in questi anni dal GVCI grande importanza riveste l’International Day of Italian Cusines (IDIC. Il 17 gennaio di ogni anno gli chef che aderiscono al gruppo celebrano, in ogni angolo del pianeta, un piatto della tradizione regionale tra i più imitati (nel 2013 sarà la volta del tiramisu). Si tratta di una mobilitazione per dire no ai taroccamenti ai quali la cucina italiana e i prodotti made in Italy sono sottoposti in tutto il mondo e per promuovere ristoratori di cucina italiana che si battono per la sua autenticità. Inoltre Il GVCI organizza anche gli Oscar della Cucina Italiana nel Mondo e il Summit mondiale della Cucina italiana di Hong Kong., dove si incontrano i migliori cuochi che lavorano in Italia con quelli che lavorano all’estero.

Per difendere le nostre ricette tradizionali dal falso culinario è necessario in primo luogo educare i cuochi, soprattutto quelli stranieri, all’utilizzo di alcuni ingredienti fondamentali della nostra gastronomia che non dovrebbero mai mancare: parlo di olio extra vergine d’oliva, erbe fresche, pane con la crosta, pasta al dente e risotto al dente. - Mario Caramella, Presidente Del Gruppo Virtuale Cuochi Italiani - Se da una parte, infatti, i consumatori sono sempre più attenti al richiamo del cibo made in Italy - conoscono i nomi dei piatti italiani e a volte anche come vengono realizzati - dall’altra ci sono ristoratori e chef senza scrupolo che inseriscono nei menu ricette ben diverse da quelle originali. Solo attraverso la promozione del cibo italiano e delle tecniche di cucina possiamo salvaguardare il nostro patrimonio culinario.

Giovanni Scotti

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