Anche se spesso non ce ne rendiamo conto, la nostra vita quotidiana ci mette continuamente in contatto con minuscoli “servitori” che soddisfano le nostre esigenze: i microprocessori

Federico Faggin: Storia di un genio italiano

  Cultura e Spettacoli  

I microprocessori ormai controllano non solo le apparecchiature più propriamente elettroniche, come è logico aspettarsi (personal computer, decoder TV, smartphone), ma anche elettrodomestici, automobili, ascensori, praticamente ogni tipo di apparecchiatura tecnica che l’uomo utilizza. Se pochi sanno quanto diffusa è la presenza di microprocessori, sicuramente ancora meno sanno che tutto questo è dovuto alle intuizioni geniali e alla capacità realizzativa di un genio italiano poco conosciuto: Federico Faggin.

A questa lacuna cerca ora di mettere riparo un bel libro di Angelo Gallippi edito da Tecniche Nuove “Federico Faggin – Il padre del microprocessore” 19,90 euro. (http://www.tecnichenuove.com/federico-faggin.html)-

Benché non manchino spiegazioni di carattere scientifico, il testo non è assolutamente un arido trattato di elettronica, ma è prima di tutto la storia della vita del nostro geniale compatriota, dal primo manifestarsi di interessi tecnico/scientifici come giovanissimo aeromodellista, ai brillanti studi superiori, agli inizi lavorativi in Italia fino alla folgorante carriera svolta, ahimè, tutta negli Stati Uniti (prototipo del triste fenomeno della “ fuga di cervelli” che tanto depaupera le potenzialità italiane di sviluppo).

 Non mancano riferimenti alla vita affettiva e familiare di Faggin, inclusa un’appendice sullo status corrente dei suoi figli, i cui successi professionali sembrano chiaramente dimostrare quanto essi abbiano ripreso le qualità intellettuali paterne.

Lascia l’amaro in bocca leggere come la società Intel, che sulle creazioni di Faggin ha costruito il suo impero multimiliardario di primo fornitore mondiale di CPU per personal computer, appena il nostro ha lasciato la società in cui non veniva adeguatamente valorizzato ha scatenato contro di lui una vera e propria campagna diffamatoria. Il suo ruolo è stato sminuito, i brevetti registrati solo a nome di collaboratori rimasti fedeli alla società, è stata addirittura messa in atto una damnatio memoriae da tardo impero romano, cancellando il suo nome dai documenti e le sue foto dagli archivi.

Purtroppo a cominciare da Meucci e Bell non mancano gli esempi di prepotenza del business americano sul genio italiano, e anche Faggin ne ha fatto le spese. Fortunatamente, a differenza di Meucci, nonostante il boicottaggio di Intel le qualità di Faggin sono state ampiamente riconosciute mentre ancora nel pieno della sua vita professionale, e ciò gli è valso sia il successo economico nelle sue successive iniziative imprenditoriali, sia il riconoscimento del mondo scientifico con l’attribuzione di cinque lauree ad honorem e di innumerevoli altri premi.

In conclusione un bel libro, la cui lettura è consigliabile soprattutto ai ragazzi di oggi, che vivono perennemente con lo smartphone in mano per chattare, tweettare, postare su Facebook, ma non sanno quale lavoro c’è stato dietro tutto questo.

Ugo Dell’Arciprete

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