Il catalogo è edito da Electa nella Collana dedicata ai Musei e alle Gallerie di Milano, realizzata e promossa in collaborazione con Intesa Sanpaolo

Pinacoteca Ambrosiana: catalogo sistematico in sei tomi

  Cultura e Spettacoli  

Il catalogo sistematico della Pinacoteca Ambrosiana, in sei tomi, della collana Electa dedicata ai Musei e alle Gallerie di Milano che si propone, attraverso l’esplorazione sistematica del patrimonio artistico cittadino, di realizzare una documentazione completa delle opere d’arte di proprietà o di accesso pubblici, in alcuni casi noti solo in minima parte o a pochi addetti ai lavori. Ogni catalogo comprende un’introduzione generale con le vicende storiche del museo o della collezione, schede di catalogazione per tutte le opere con notizie esterne (caratteristiche, misure, tecnica, provenienza, cambio di proprietà ecc.), le vicende attributive, le valutazioni critiche, la fortuna attraverso le esposizioni e le pubblicazioni, una bibliografia sistematica, indici organici e riproduzioni a colori delle opere esaminate. I cataloghi costituiscono uno strumento prezioso per gli studiosi e una “guida” per chi sia interessato a un itinerario ragionato attraverso le raccolte artistiche milanesi.

Progettata da Federico Borromeo la Pinacoteca Ambrosiana fu costituita il 28 aprile 1618, come strumento – insieme alla Biblioteca omonima – di un vero e proprio disegno accademico che offrisse alla città la possibilità di una formazione culturale più alta, analoga a quella impartita nelle università, della quale Milano allora era priva. La prospettiva entro la quale il cardinale si muoveva era contemporaneamente religiosa e culturale con un taglio sorprendentemente interreligioso e internazionale. La Pinacoteca Ambrosiana da quasi tre secoli mantiene pressoché inalterata la sua fisionomia, continuando a rappresentare un unicum tra le Gallerie e i Musei milanesi. Le scelte collezionistiche del suo fondatore, hanno a lungo rappresentato per l’intera città un punto di riferimento importante, come provano le numerose donazioni che nel tempo hanno contribuito ad accrescere l’Ambrosiana. La qualità delle opere rappresentate attraverso i nomi più prestigiosi dell’arte italiana ed europea – tra i quali Raffaello, Leonardo, Bramantino, Bernardino Luini, Botticelli, Brueghel – e la varietà dei generi – pittura, scultura, naturalia, artificialia, arti minori in genere – confermano l’originale vocazione della Pinacoteca Ambrosiana ad essere Musaeum, luogo delle muse per eccellenza.

Con i sei tomi si percorre per la prima volta l’intero itinerario della Pinacoteca aperta al pubblico e di tutto il patrimonio artistico in dotazione dell’Ambrosiana, attraverso una serie di schede accurate e di riproduzioni: si mostra così l’intero patrimonio museale, anche quello più recondito e “invisibile”. Esso ha il suo nucleo fondante nella raccolta personale del cardinale Federico Borromeo da lui donata all’istituzione che aveva creato, ma si espande in una crescita progressiva scandita nella sequenza degli anni di vita dell’Ambrosiana, approdando fino ai nostri giorni.

Il percorso che l’opera propone è diacronico.

Il primo tomo raccoglie i dipinti datati dal medioevo fino alla metà del Cinquecento: sono presentati i dipinti veneti e leonardeschi prediletti da Federico Borromeo e dati come esempio per i giovani pittori dell’Accademia. Tra questi, l’Adorazione dei Magi di Tiziano e la Sacra Famiglia con Sant’Anna di Luini. Raccoglie inoltre un importante nucleo di dipinti italiani, soprattutto rinascimentali, pervenuti all’Ambrosiana con lasciti successivi alla prima raccolta, fra cui il noto Ritratto di musico di Leonardo, oltre a importanti opere fiorentine e venete, come la Madonna del Padiglione di Sandro Botticelli. Particolarmente pregevoli anche i dipinti di Bramantino.

Nel secondo tomo sono presentati i dipinti dalla seconda metà del Cinquecento alla prima metà del Seicento: vi sono importanti sequenze come quelle dei fiamminghi, o quelle prettamente accademiche delle Teste, ma anche opere che testimoniano gli interessi formativi di Federico, manifestati nelle copie da Raffello e dai maestri bolognesi. Emerge in questo tomo anche il rapporto del cardinale con la pittura del suo tempo e della sua città, con i pezzi pressoché unici del Morazzone e del Cerano. Sopra tutti si impone Caravaggio con la sua Canestra, quasi icona della Pinacoteca.

Nel terzo tomo è pubblicato l’ingente nucleo di ritratti, oltre ai dipinti dalla metà del Seicento alla fine del Settecento: il periodo considerato coincide con la seconda Accademia Ambrosiana, inaugurata nel 1668 con la direzione di Antonio Busca e Dionigi Bussola all’insegna del classicismo di matrice bolognese e romanista. Tra i dipinti più interessanti figurano le quattro Storie di Federico Borromeo, eseguite nel 1670 con il coinvolgimento di Luigi Scaramuccia e Antonio Busca.

Il quarto tomo è dedicato ai quadri dell’Ottocento e del Novecento, con una prefazione sulla storia della Pinacoteca Ambrosiana dalle requisizioni napoleoniche all’Unità d’Italia: il percorso del catalogo si snoda poi tra le opere di Appiani, Bossi, Hayez, per concludersi con una sezione dedicata alle miniature.

Nel quinto tomo si trovano le raccolte archeologiche e le sculture in marmo, bronzo e avorio. Alla Pinacoteca fu infatti affiancata, fin dal 1621, un’accademia di scultura, con calchi in gesso del Laocoonte e della Pietà di Michelangelo, provenienti dalla raccolta del celebre incisore cinquecentesco Leone Leoni.

Il sesto tomo conclude l’opera con le collezioni donate da alcune storiche famiglie milanesi. Fra queste la collezione Litta Modignani, che consiste in 142 preziosi pezzi di arte precolombiana, e la ricchissima collezione Settala, fondata dal canonico Manfredo Settala nel XVII secolo e inserita in quel filone collezionistico che andava sotto il nome di Wunderkammer. In chiusura sono presenti le sezioni dedicate alle arti applicate provenienti da collezioni diverse e alla numismatica.

Giovanni Scotti

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