I dati che seguono sono stati forniti dall’Ufficio Nazionale Interprofessionale dei Prodotti Ittici e dell’Acquacoltura (OFIMER) che ha provveduto a predisporre per gli operatori del settore un’interessante guida sull’offerta francese di pesce e frutti di mare.
L’Ofimer, che ha sede a Parigi (76-78 rue de Reuilly - 75012 - tel. + 33 (0)1 53 33 47 00 e fax + 33 (0)1 53 33 47 47) è l’ente pubblico francese a vocazione industriale e commerciale che opera sotto la duplice tutela del Ministero dell’Agricoltura e della Pesca e del Ministero dell’Economia, delle Finanze e dell’Industria. Riunisce le organizzazioni di categoria delle filiere pesca e acquacoltura e le amministrazioni di tutela e funge da istanza di concertazione e di dialogo tra i rappresentanti delle filiere e degli enti pubblici. Tra i vari compiti che assolve, segnaliamo, in particolare, l’osservazione e la conoscenza dei mercati nazionali e internazionali, la regolazione dei mercati francesi dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, l’orientamento della filiera pesca e acquacoltura francese attraverso la partecipazione al finanziamento e all’ammodernamento degli impianti collettivi e delle aziende, operazioni di miglioramento della qualità e dell’innovazione, la promozione e la comunicazione collettiva sui prodotti del mare e dell’acquacoltura.
L’ente sovrintende così ad un’offerta molto diversificata in termini di specie di pesci, molluschi, crostacei e cefalopodi provenienti dalla pesca e dall’acquacoltura francese che risponde alle grandi tendenze della domanda internazionale grazie ad un know-how di grossisti francesi in termini di filettatura e confezionamento in grado di far fronte alla forte domanda di filetti di pesce preconfezionati, ad un’ampia gamma di prodotti pronti da cuocere e da gastronomia, proposta da una nutrita schiera di aziende di trasformazione molto innovative, nonché ad un elevato livello qualitativo per i mercati di nicchia e in particolare per la ristorazione gastronomica con prodotti di fascia alta come ostriche, capesante e pesce nobile.
La produzione ittica e dell’acquacoltura francese (comprensiva di Francia e dipartimenti d’oltremare) rappresenta circa 850.000 tonnellate per un controvalore di 1,8 miliardi di euro.
Circa il 43% di questa produzione è rappresentato dal pescato fresco, il 28% da quello congelato, il 22% della mitilicoltura e il 6% dalla piscicoltura.
La pesca marittima è praticata con poco meno di 6.000 navi da pesca e 20.000 marinai per un equivalente tempo pieno di 14.000 posti di lavoro. Le zone di pesca sono molto estese, distribuite non soltanto lungo le coste francesi ma anche attorno alla Scozia e all’Irlanda, tra l’Islanda e
La mitilicoltura è la prima attività ittica della Francia, impiega circa 10.500 persone e fornisce circa 115.000 tonnellate di ostriche e 74.000 tonnellate di cozze.
La piscicoltura francese, impiegando circa 1.850 persone, produce anche 37.000 tonnellate di trote, 7.000 tonnellate di carpe e altri pesci di stagno e 7.000 tonnellate di branzini, orate e rombi allevati in acqua di mare.
La compravendita all’asta, la cernita, la filettatura, il confezionamento e la prima distribuzione di prodotti ittici sono assicurati da circa 400 grossisti (fatturato attorno a 2 miliardi di euro) mentre il settore della trasformazione per la produzione di pesce surgelato, conserve o prodotti da gastronomia refrigerati conta 300 aziende (fatturato di 3 miliardi di euro).
Il settore dei prodotti refrigerati da gastronomia rappresenta circa il 50% del fatturato totale della trasformazione dei prodotti ittici ed è costituito da una nutrita serie di piccole aziende molto innovative che lanciano continuamente nuovi prodotti, facili da conservare, preparare e consumare, in modo da conquistare il target giovane e urbano.
I prodotti di punta sono i gamberetti precotti, il surimi, il salmone affumicato, i pâté e i prodotti spalmabili.
Il fresco rappresenta il 50% del valore delle esportazioni, seguono i prodotti congelati (28%), le conserve (16%) e il pesce affumicato (5%).
L’offerta francese risponde al mercato interno italiano perché oltre celeberrime ostriche, propone numerose specie di quelle maggiormente consumate nel nostro Paese, sia nel mercato al dettaglio che nella ristorazione.
Giovanni Scotti
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