Il film di Joe Johnston con Chris Evans è incentrato sul personaggio creato nel 1941 da Joe Simon e Jack Kirby per incarnare gli ideali americani di giustizia e libertà che i regimi fascisti europei stavano calpestando dall’altra parte dell’oceano

Captain America: Il Primo Vendicatore

  Cultura e Spettacoli  

Il film in costume The First Avenger: Captain America è incentrato sulla storia di Steve Rogers (chris Evans), nato durante la grande depressione in America e cresciuto in una famiglia povera, che, rimasto inorridito dalle azioni dei nazisti in Europa, decide di arruolarsi nell’esercito. A causa della sua fragilità (50 Kg) e delle sue malattie, Rogers viene ripetutamente ritenuto non idoneo e respinto. Il generale Chester Phillips (Tommy Lee Jones), però, gli offre l’opportunità di partecipare ad un esperimento speciale, il Progetto Rebirth: un progetto top-secret delle difesa per l’esercito americano. Dopo settimane di test, a Rogers viene somministrato il siero del Super-Soldato e vien bombardato dai “raggi-vita” che ne alterano la fisiologia, trasformandolo nel “quasi perfetto essere umano”, alias Capitan America. Ma, prima di diventare il Capitan America che tutti conosciamo, Steve Rogers è anche un pupazzo della politica. Poi, dopo tre mesi di allenamento tattico ed un intenso sforzo fisico, il governo americano trasforma Rogers in un supereroe che, smessi i panni del Capitan America da palcoscenico ed indossati quelli da battaglia, lavora, contemporaneamente, come agente per il controspionaggio e come simbolo nelle operazioni contro la propaganda nazista, capitanate da Red Skull.

Il cattivo di turno nel film non è Hitler, ma l’organizzazione malefica Hydra, la più oscura divisione scientifica nazista. Guidata dal malvagio Teschio Rosso (Hugo Weaving). Steve Rogers salva, così, il mondo dall’ennesimo megalomane cinematografico, mentre altri eroi, veri, non da fumetto e non tutti americani, sconfiggono e distruggono il  nazismo.

Captain America: Il primo vendicatore ci sembra più riuscito soprattutto nella prima parte in cui Steve Rogers viene presentato come un personaggio semplice, inesperto, caparbio, coraggioso tanto da riuscire a farsi quasi da solo e da realizzare il suo sogno (americano). Rogers viene poi ipervitaminizzato in modo da raggiungere l’ideale anche dal punto di vista fisico, formale, visivo, ma il suo comportamento è sempre dominato da una purezza ideale quasi fanciullesca.. Poi il film ci sembra perdersi nei suoi sviluppi, si appiattisce sullo stereotipato stile fracassone di troppi blockbuster contemporanei.

Joe Johnston riesce a realizzare un film non eccessivamente patriottico, con una storia dal respiro ampio e a basso rischio di travisamenti e con interessanti accorgimenti visivi e narrativi. Pensiamo, ad esempio, alla fotografia anni ’40, che rende il racconto carico di un’atmosfera d’antan, agli effetti speciali, mai esagerati, alla stessa sceneggiatura, che aiuta a riflettere sulla natura e sul senso della retorica e della propaganda patriottica, ed all’happy end, che non è affatto scontato.

Nel cast, oltre ai già citati Chris Evans, Tommy Lee Jones e Hugo Weaving, troviamo anche Sebastian Stan, Hayley Atwell, Toby Jones, Samuel L. Jackson, Dominic Cooper, , Neal McDonough, Stanley Tucci, Natalie Dormer, J.J. Feild, Anatole Taubman, Patrick Monckeberg, Richard Armitage.

Il lungometraggio di Joe Johnston, distribuito da venerdì 22 luglio 2011 nelle sale dalla Universal Pictures, non è da perdere per gli appassionati del genere fantasy, perché viene proposto in 3D.

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