Con Nicolas Cage, Ron Perlman, Stephen Campbell Moore, Claire Foy, Stephen Graham, Ulrich Thomsen, Robert Sheehan, Christopher Lee

L’ultimo dei Templari di Dominic Sena

  Cultura e Spettacoli  

L’Ultimo dei Templari è la storia di un Crociato e del suo amico più fidato che ritornano a casa dopo decenni trascorsi a combattere strenuamente, solo per ritrovare il loro mondo distrutto dalla Peste. Le locali autorità ecclesiastiche, convinte che una giovane accusata di essere una strega sia responsabile della devastazione, affidano ai due cavalieri il compito di scortare la misteriosa ragazza in un remoto monastero dove i monaci dovranno compiere un antico rituale per liberare la regione dal suo anatema. Ha così inizio un tormentato viaggio che mette a dura prova i nostri eroi  e i loro pochi compagni di viaggio, fino al momento in cui l’oscuro segreto della ragazza viene rivelato e comincia la battaglia finale contro forze soprannaturali, con l’immancabile happy end.

Se ci fosse una censura al contrario, l’Ultimo dei Templari sarebbe probabilmente vietato ai maggiori di 18 anni. In effetti l film sembra quasi una partita, interpretata da attori in carne ed ossa, di uno dei tanti videogames popolati di guerrieri medioevali, tipo Assassin’s creed. Quando i vari nemici (i lupi nel bosco, i diavoli nel monastero) attaccano i protagonisti viene quasi spontaneo cercare con la mano un mouse virtuale e cliccare per colpirli uno dopo l’altro, come si farebbe in un videogame. E come sempre avviene nei film, i nemici attaccano rigorosamente uno alla volta, così che i nostri eroi possono agevolmente ucciderli in sequenza. È chiaro che in una situazione reale sarebbe molto più probabile ed efficace un attacco simultaneo, ma così d’altra parte verrebbe a mancare l’happy end!

Altra scena classica che ritorna spesso nei film d’azione, e non manca neanche qui, è l’attraversamento del ponte sospeso sull’abisso, con le corde che si sfilacciano, si riducono a pochi fili sottili ma continuano a reggere carri pesantissimi, salvo naturalmente spezzarsi un secondo dopo che l’ultima ruota del carro ha raggiunto la sponda opposta.

E veniamo alle scene finali, il clou del film con l’epica lotta contro niente di meno che Satana in carne ed ossa. In una sequenza molto simile a quella che chiudeva “Il bambino d’oro” si scatena un duello con il classico diavolone cornuto, con ali da pipistrello e zampe da caprone. Diavolo dotato ovviamente di poteri soprannaturali e in grado di volare, ma così ingenuo che nel corpo a corpo col guerriero si lascia sopraffare come un pivello. E se nel bambino d’oro la situazione veniva alleggerita dall’ironia di Eddie Murphy, qui il combattimento è serio e vuole davvero simboleggiare l’eterna lotta tra il bene e il male, con l’ovvia vittoria finale del bene, sia pure a prezzo del sacrificio di alcuni dei protagonisti in positivo.

Naturalmente non mancano nel film anche aspetti interessanti : le scene di battaglia sono spettacolari, senza economia di comparse, i luoghi attraversati nel lungo viaggio verso il monastero sono scenografici e soprattutto il borgo fortificato devastato dalla peste sembra uscito da una favola dei fratelli Grimm.

Altro merito che bisogna riconoscere al regista è quello di aver fatto un film assolutamente casto : la presenza nella trama di processi a giovani donne accusate di stregoneria avrebbe facilmente invogliato altri registi ad inserire qualche scena pruriginosa per attirare la clientela adulta, mentre nell’ultimo dei Templari non c’è nulla del genere. Ciò conferma ulteriormente il giudizio già espresso : un film che probabilmente piacerà agli adolescenti, e che le famiglie non avranno nessun motivo di sconsigliare ai figli, mentre probabilmente un pubblico adulto dal palato più raffinato non uscirà dal cinema convinto di aver speso bene i soldi del biglietto.

Ugo Dell’Arciprete

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