Giovanni Albanese affronta il tema della riproducibilità dell

Senza Arte Né Parte di Giovanni Albanese

  Cultura e Spettacoli  

Salento. Il Premiato Pastificio Tammaro chiude la vecchia fabbrica per riaprirne presto una nuova, completamente meccanizzata. La squadra di operai addetti allo stoccaggio manuale,  accomunata dal licenziamento, si ritrova così disoccupata. Tra questi ci sono Enzo (Vincenzo Salemme), sposato con Aurora (Donatella Finocchiaro), che lavora saltuariamente come traduttrice; Carmine (Giuseppe Battiston), che vive con la vecchia madre e con il fratello minore Marcellino (Giulio Beranek); e Bandula (Hassani Shapi), un immigrato indiano, senza neanche un posto dove dormire.

Proprio in quei giorni Alfonso Tammaro (Paolo Sassanelli), impresario arrogante e senza scrupoli, consigliato dalla bionda e bella consulente finanziaria (Sonia Bergamasco), compra, per “arrotondare” e godere senza danno delle grazie della donna, una collezione d’arte contemporanea, che viene provvisoriamente sistemata nel vecchio pastificio... (continua). Come lavoro temporaneo in nero, Enzo, Carmine e Bandula hanno il compito di custodire il magazzino che ospita le opere ... scoprono sbalorditi l’arte contemporanea: la prima reazione è di rifiuto, di ironia verso una forma d’arte che non capiscono, ma poi, spinti dalla disperazione, dalla voglia di riscatto, ma anche sconcertati dal valore delle opere di cui non comprendono il credito e per cui collezionisti privati sono disposti a spendere cifre da capogiro, decidono di rifare alcune di quelle opere d’arte, sostituirle a quelle di Tammaro, e vendersi gli originali.

Enzo, Carmine e Bandula vivono così un’incredibile ed esaltante avventura, avvicinando il linguaggio dell’arte e il mondo delle gallerie d’arte tra collezionisti e vernissage, prendendo coscienza della propria intraprendenza e della propria sensibilità artistica. La loro capacità manuale è loro utilissima per riprodurre fedelmente le opere d’arte. Nella loro incredibile avventura passano dalle mani di un contrabbandiere di ulivi (Ernesto Mahieux) a quelle di un affermato gallerista della capitale (Ninni Bruschetta) che li catapulterà nell’esclusivo mondo dell’arte contemporanea.

Al rientro in Puglia, quando tutto sembrava andare per il meglio, si scopre che Tammaro ha spedito a Roma la sua collezione, compresi i falsi, per venderla all’asta. Gli improvvisati falsari passano dall’euforia al terrore e si vedono già arrestati. Inizia così una forsennata corsa contro il tempo per recuperare le opere originali e rimetterle al loro posto, prima che inizi l’asta.

Regista, artista, creatore e scenografo, Albanese pratica di nuovo l'autobiografismo e l'arte, al servizio, questa volta, di una disfunzione sociale: il precariato.

Il film è una commedia sociale: collaborando nella riproduzione delle opere d'arte, i tre falsari si avvicinano al bello, si stringono l'uno all'altro e maturano, acquistando sensibilità e diventando persone diverse.

Giuseppe Battiston e Vincenzo Salemme si completano.

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