La perfezione nella forma al Museo d’Arte di Lugano fino al 13 giugno 2010

A Lugano Robert Mapplethorpe

  Cultura e Spettacoli  

Il Museo d’Arte dedica una straordinaria esposizione all’opera del grande fotografo americano scomparso nel 1989 a soli 42 anni. La mostra “Robert Mapplethorpe. La perfezione nella forma” curata da Bruno Corà, Franca Falletti e Jonathan Nelson è stata realizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York e la Galleria dell’Accademia di Firenze, dove si è svolta con enorme successo la prima tappa espositiva.

I curatori hanno selezionato un significativo repertorio di oltre novanta opere che illustrano la costante ricerca di un’ideale perfezione plastica da parte di Mapplethorpe, ricerca che ha permesso di stabilire un affascinante dialogo tra il fotografo americano e i grandi maestri del Rinascimento, in particolare Michelangelo. In questo senso appaiono significative le seguenti affermazioni dello stesso Mapplethorpe: Se io fossi nato cento o duecento anni fa avrei potuto fare lo scultore, ma la fotografia è un modo più veloce per vedere le cose, per fare scultura” e ancora “Vedo le cose come fossero sculture… dipende da come quella forma sta all’interno dello spazio e credo che questo tipo di approccio derivi dalla mia… formazione storico-artistica.

Grazie agli eccezionali prestiti concessi dalla Galleria dell’Accademia, da Casa Buonarroti e dal Museo Nazionale del Bargello, la mostra permette di stabilire un confronto diretto fra il lavoro di Mapplethorpe e i modelli rinascimentali a cui si ispirava: oltre a tre opere di Michelangelo l’allestimento comprende anche capolavori di Pontormo e Giambologna. In particolare l’olio di Pontormo, realizzato su disegno di Michelangelo e raramente esposto fuori Firenze, giunge per la prima volta in Svizzera. Nel corso degli anni settanta e ottanta Robert Mapplethorpe venne alla ribalta della scena artistica internazionale, allora dominata dal minimalismo e dal neoespressionismo, proprio grazie alle sue immagini estremamente raffinate ispirate all’arte classica. Mapplethorpe applica questa rigorosa ricerca formale a tutto ciò che ritrae: dagli armonici corpi nudi di atleti e sportivi, alle nature morte e ai ritratti con i quali è più evidente il confronto con l’arte rinascimentale, fino ai soggetti più scabrosi, notoriamente il suo “Portfolio X” che fu al centro di accese polemiche.

L’esposizione si articola in cinque sezioni: Mapplethorpe e il Rinascimento, La geometria della forma, Il frammento come forma, La forma si sdoppia, La forma scultorea, che illustrano altrettanti aspetti della ricerca formale condotta dall’artista, perfettamente riassunta in questo suo pensiero: “Cerco la perfezione nella forma [...] un soggetto piuttosto che un altro non fa differenza. Cerco di catturare quello che mi appare scultoreo”.

L’ammirazione di Mapplethorpe per gli ideali rinascimentali non gli impedisce certo di essere un artista del suo tempo, come testimoniano i ritratti di alcuni dei protagonisti della scena artistica newyorkese degli anni settanta e ottanta: l’amica e musa Patti Smith, Philip Glass, Robert Wilson, Henry Geldzahler e David Hockney. In questo senso completano il percorso espositivo alcune opere di artisti moderni e contemporanei cui Mapplethorpe è interessato: Man Ray, che Mapplethorpe identificava come il più importante fotografo mai esistito, Brice Marden ed Ettore Spalletti (presente con un’opera espressamente realizzata per questa mostra) e last but not least Andy Warhol.

Info: Museo d’Arte - Riva Caccia 5, 6900 Lugano - Tel: +41 (0)588667214 - Fax: +41 (0)588667497 - info.mda@lugano.ch - www.mda.lugano.ch.

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